Capitolo 6

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Venerdì.

Oggi è l'ultima seduta della settimana, sono felice di andare e allo stesso tempo triste perchè per due giorni non vedrò il mio amico Nick.
Arrivo alla clinica e lo trovo gia li seduto su una panchina a fumare una sigaretta, strano che sia già arrivato, mi avvicino lo saluto e mi siedo di fianco a lui.

-"Come mai così presto stamattina?" gli chiedo.

-"Mi sono svegliato e non avevo nessunissima voglia di rimanere a casa allora sono venuto qua prima e ti aspettavo." Mi tende la mano e accarezza la mia sorridendomi. Ricambio il sorriso ma non so come interpretare il suo gesto. Tolgo la mano quasi subito dalla sua e cambio discorso:

-"Questo fine settimana ti va se ci vediamo siccome non verremo alle sedute?" gli domando.

-"Certo, se ti va possiamo andare a fare un pic nic domani pomeriggio al parco."

-"Si va benissimo, domani alle 16? Io porto i waffel e tu porti da bere."

-"Perfetto."

Vediamo Marcus avvicinarsi, quel uomo mi da un sacco di sicurezze, so che a lui posso raccontare tutto e troverà sempre un modo per tirarmi su di morale, be è normale è uno psicologo, però c'è qualcosa in lui che mi fa fidare più di qualsiasi altra persona. Mi rispecchio tantissimo nei suoi occhi, ce li ha dello stesso mio colore, un verde brillante che al sole diventa ancora più chiaro.

...

Uscendo dalla clinica io e Nick ci fermiamo fuori sulla stessa panchina, mentre aspetto che arrivi mia mamma, lui ha deciso di tenermi compagnia.

-"Scusa la domanda inopportuna, ma come mai sei autolesionista? Cioè capisco la morte di tuo padre e tua mamma che non è mai a casa, ma come ha fatto solo questo a portarti cosi all'estremo?" mi domanda Nick con aria interrogativa.

-"Sai non saprei spiegarti ma, fin da quando sono piccola, sento un vuoto dentro di me, mi sento incompleta e molto debole, non avendo nemmeno mia mamma affianco per consolarmi purtroppo ho dovuto far peso solo sulle mie spalle, ma forse ho sopravvalutato le mie capacità, e tu invece come sei arrivato a tentare il suicido?"

-"Sai credo che non sia il momento di parlarne ora, ecco è arrivata tua mamma." Si alza veloce, mi accarezza una guancia e si allontana. -"A domani Beth." mi dice prima di sparire dietro l'angolo dell'edificio.

Salgo in macchina saluto distrattamente mia mamma, non riesco a capire cosa ci possa essere di cosi grave nella sua vita che non vuole raccontarmi. Forse sono solo troppo invasiva e non vuole raccontarmi le sue cose intime, però è stato lui il primo a domandarmelo. Forse mi sto facendo troppe paranoie, domani cercherò di riaprire il discorso e vedremo come andranno le cose, di sicuro non può scappare e lasciarmi li da sola al pic nic.

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