Sabato.
Stamattina mi sono svegliata prestissimo e non sono più riuscita ad addormentarmi, alle 16 devo incontrarmi con Nick al parco e sono un po' in ansia, non so bene per cosa ma lo sono.
Mi alzo, sono solo le 7 e mia mamma dorme ancora, per le 10 dovrà essere a lavoro, allora decido di prepararle una bella colazione visto il tempo a mia disposizione. Inizio cucinando quattro uova fritte, due a testa, sopra ci aggiungo due fette di formaggio e il bacon. Poi preparo un piattino con del salame e del prosciutto crudo, mia mamma ama il prosciutto crudo, soprattutto a colazione. Da bere le preparo il tè nero, una delle bevande che le piace di più e le lascio il caffè nella caffettiera nel caso in cui volesse berlo prima di uscire o portarselo a lavoro.Sono le 8.30 mia mamma entra in cucina, vedendo la tavola tutta ben preparata sorride e si siede leccandosi le labbra. Mi siedo accanto a lei e iniziamo la colazione, continua a guardarmi e a sorridermi, fino a che, finita la colazione mi dice:
-"Vedo che questa strada che ti ho fatto prendere ti sta facendo proprio bene, ho fatto la scelta giusta allora, almeno per una volta."
-"Si mamma avevi ragione, mi serviva."
Mi da un bacio sulla fronte e si alza per andare a fare una doccia, nel frattempo io ne approfitto per sparecchiare e dare una pulita alla cucina.
La mamma è pronta mi saluta con un ultimo bacio e se ne va. Sono a casa da sola e devo pensare a come occupare il tempo che manca prima di uscire. Inizio facendo una lunga doccia, mi asciugo i capelli e li arriccio bene posizionando un cerchietto in mezzo alla testa. Non mi trucco mai ma oggi ho deciso di azzardare con un filo di eyeliner e un po' di mascara. Aggiungo anche un velo di blush per dare un po di colore alle mie guance.
Vado in camera e cerco di tirare fuori un vestito adatto alla situazione, ne trovo uno bianco con delle rose rosse disegnate e una fascia, sempre rossa, intorno alla vita. Abbino un paio di scarpe basse bianche e uno zainetto rosso. Preparo i waffel, li infilo nello zaino, tra una mezz'oretta devo essere la, esco....
Arrivata al parco trovo subito Nick seduto sul prato di fronte ad una tovaglia a quadri bianca e gialla. Lo saluto con un bacio sulla guancia. È vestito con un paio di pantaloni beige, una pullover azzurro e le scarpe azzurre. Oggi, nonostante sia inverno, è una giornata abbastanza soleggiata per fortuna. Mentre io sistemo il cibo sulla tovaglia, Nick ne approfitta per accendere il falò, non ha ancora aperto bocca da quando sono arrivata e decido di non iniziare io alcun discorso.
...
-"Come sei bella oggi, questo vestito è perfetto su di te." mi dice dopo minuti e minuti di silenzio.
Sono imbarazzatissima, non pensavo che la prima frase ad uscire dalla sua bocca sarebbe stata questa. Lo guardo per un secondo poi abbasso lo sguardo, arrossisco e rispondo solamente:
-"Grazie."
Lui mi guarda, scoppia a ridere e io lo guardo perplessa. Non dice niente.
-"Perchè ridi?" gli domando, un po' infastidita.
-"Nulla, sei bella e sei così innocente."
-"In che senso innocente?" non riesco a capire cosa mi voglia dire.
-"Niente non capiresti." mi abbraccia.
Non riesco a capirlo questo ragazzo, ma sono quasi certa di piacergli. Non voglio spezzargli il cuore ma devo fargli capire in qualche modo che io non ricambio.
-"Sei fidanzato Nick?" la prima domanda che mi viene in mente.
-"No, lo sono stato per 4 anni ma poi...lasciamo perdere."
-"Scusami non volevo." dico dispiaciuta.
-"Tranquilla, non c'è problema. Tu invece?"
-"Io no, non lo sono mai stata e sinceramente non è il mio primo pensiero." rispondo sperando che capisca.
Non risponde. Il dialogo finisce cosi, rimaniamo in silenzio per un po' e io sto pensando a come fare per chiedergli di nuovo della sua storia, ma non riesco a trovare le parole. Forse è meglio essere diretti e basta.
-"Oggi mi vuoi raccontare come mai hai tentato il suicidio?"
-"Problemi in famiglia, tutto qua."
-"Be hai chiesto a me come sono arrivata ad essere autolesionista solo per la mancanza di un padre, perciò il tuo motivo deve essere molto più grave, o sbaglio?"
-"Non sbagli."
Non mi guarda, e capisco che forse non ha nessuna intenzione di raccontarmi le sue motivazioni, evito di insistere, non voglio rovinare il rapporto con l'unico amico che ho.
-"Andiamo a casa" mi dice.
Mi alzo e sistemo le nostre cose dentro lo zaino.
Speravo intendesse di andare a casa sua, invece mi ha riaccompagnato a casa e lui se n'è andato, anche per oggi non rivedrò lo splendido sorriso di Daniel.
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RomanceLa felicità non è una questione di avvenimenti, essa dipende dalle onde della mente.