Non ci posso credere.
Alla fine ci sono riusciti a convincermi ad andare a questo stupido app... app... appun... incontro. Non è un app... app... insomma, avete capito. E' solo un incontro con un'idiota che usa battute squallide per rimorchiarmi e che usa un risvolto alquanto patetico nei pantaloni.
Ma non basta. Oltre al fatto che è uno squallido idiota con un risvolto patetico nei pantaloni, il luogo dell'app... dell'app... dell'incontro è un bar. Un bar con un italiano che dice di far nevicare in agosto e una tipa afroamericana che si definisce simile a un puma e che mi minaccia di affettarmi le tette.
Sarà un'altra giornata di merda.
Entrerò nel bar, saluterò Louis e mi siederò davanti a lui. Dopo pochi minuti fingerò un attacco di cagarella e la faremo finita una volta per tutte. Con un Pakistano figo in casa, io devo perdere tempo con uno squallido idiota con un risvolto nei pantaloni.
Mi fermo davanti al bar. Domenica D'Agosto. Faccio un respiro profondo ed entro. Gigi sta parlando con due clienti seduti sul bancone, mentre noto Roxy affettare qualcosa cantando Fighter di Christina Aguilera. Il bar è leggermente più pieno di ieri.
Scrollo le spalle e cerco con lo sguardo Louis.
Lo trovo seduto allo stesso tavolo del giorno precedente. Con un sospiro mi avvio verso di lui e mi siedo, prendendo il menù. In cinque minuti può venirmi un attacco di dissenteria? Posso sempre fingere di averlo da stamattina.
Lui alza lo sguardo verso di me, rimanendo perplesso.
«Non una parola», sollevo l'indice della mano e torno a guardare il menù. Gelato Domenica D'Agosto, Carne Domenica D'Agosto, Drink Domenica D'Agosto, Sorbetto Domenica D'Agosto. Ma mi prendono in giro?
Louis tenta di nuovo di aprire bocca.
Lo blocco, ancora. «Adesso io ordino qualcosa di veloce, lo prosciugo, me ne vado e noi due non rivedremo mai più. Ok?», sorrido ironicamente.
Per l'amor del cielo! «Senti ma...», obbietta.
«Louis, non volevo già venire a questo app... app... appuntamento, quindi non rendermi le cose più difficili», dico.
«Come fai a sapere che mi chiamo Louis?», indaga.
Pronto? C'è qualcuno? «Hello? Alza la cornetta, mondial casa ti aspetta, Louis».
«Io non capisco. Chi...».
Pesto un piede per terra. «Ehi, ragazzi, volete un accompagnamento musicale?», ci urla Gigi.
«No!», ringhio.
Il silenzio regna qualche istante, per pi venir spezzato sempre da questo squallido idiota con il risvolto nei pantaloni. «Una domanda! Una sola!», mi implora.
Annuisco. Infondo quando avevo dieci anni avevo promesso a Babbo Natale che sarei stata più gentile e dolce con le persone. Sono nove anni che rompo la promessa o che non riesco a mantenerla. «Una sola».
«Chi cazzo sei?», mi chiede accigliato.
Rimango a fissarlo, con le labbra in fuori, stile culo di gallina. Ma fa sul serio? Ah, no. Forse è un'altra delle sue battute. Anche se sinceramente non l'ho capita. E di certo non sono io ad avere problemi. «Divertente, Louis. Non ti aspettare che rida».
Mi leva dalle mani il menù. «Chi sei? Come fai a sapere come mi chiamo? E perché ti sei seduta al mio tavolo?».
Sbuffo. Ne ha ancora per molto con questo giochino? «Perché c'è un limite di 140 caratteri su twitter? Perché Miley Cyrus si è tagliata i capelli corti? Perché Gigi canta sempre la stessa canzone? Perché la valigia si porta, ma la porta non si valigia?», gli chiedo quasi gridando. «Io non lo so, Louis. Perciò sta zitto, ordino una coca, la bevo e noi non ci vedremo più».
Per un momento spero che abbia capito che non è divertente il gioco del 'chi sei?', 'cosa fai?', 'che vuoi?'. Invece scuote la testa. «Io non ti conosco».
«Andiamo! Sono Mary! Ieri mi hai chiesto di vederci qui».
«Oggi è la prima volta che ti vedo», continua.
Santissime nuvole del paradiso. Prima che possa insultarlo in Irlandese - avere Niall come amico ha i suoi vantaggi - Roxy mi ha presa in braccio, trascinandomi dietro il bancone, sotto lo sguardo sconvolto di Gigi.
«Volete un accompagnamento musicale?», tenta.
«Accompagnati a fanculo, Gigi», gli grida contro Roxy.
Scalcio, infastidita. «Mettimi giù! Sono etero!».
Lei mi posa a terra, incrociando le braccia al petto e concentrandosi, manco dovesse ripetermi la saga di Harry Potter al contrario, saltando su un piede e con una mela in testa. «Senti, non so come dirtelo...», mormora.
«Dirmi cosa?».
«Louis».
«Lo so già che ha qualche problema. Insomma, ha fatto finta di non conoscermi!», esclamo.
Roxy ha un'aria terribilmente seria. «Ma non capisci? Lui non ti conosce davvero!».
Anche lei? Ma che gioco è? Prendiamo tutti per il culo Mary? «Ma se ci ho parlato ieri! C'eri anche tu, Roxy».
I suoi occhi sono lucidi. Fa un sospiro. «Louis, un anno fa ha avuto un incidente. E' stato investito da un camion, la notte del 13 giugno. Da quel giorno lui vive sempre il 14 giugno. La notte è come se il suo cervello cancellasse la giornata che ha vissuto, facendogli dimenticare con chi ha parlato, cosa ha detto o chi ha conosciuto. Ricorda tutta la sua vita da quando è nato alla notte del 13 giugno 2011. Ecco perché non si ricorda di te».
Come? «Vuoi dire che anche se ci siamo parlati ieri, lui non si ricorda?».
Scuote la testa. «No. Vive sempre lo stesso giorno».
«Minchia», sussurro.
Lei mi fulmina con un'occhiata. «Perciò vedi di essere delicata con lui!».
Con un colpo di fianco, Roxy torna in cucina, a sminuzzare Dio solo sa cosa cantando Poker Face di Lady Gaga. Sbircio oltre il bancone, osservando Louis.
E' un ragazzo bellissimo, non c'è dubbio.
I capelli castani, chiari, sparati manco fosse Goku uscito dal televisore. I vestiti di ieri, solo chiaramente lavati. Gli occhi azzurri, meravigliosi, fissano le pagine di un libro. E come dimenticare i pantaloni con il risvolto, rossi?
Ed è un peccato che un ragazzo così bello, non possa frequentare nessuno.
Anche se uscissi con lui e ci piacessimo a vicenda, il giorno dopo si dimenticherebbe di me. E dovrei rifare tutto da capo.
Però... Cosa mi costa provare?
Mentre mi avvio verso la porta del bar, Gigi mi richiama. «Ehi, Mary, vuoi un accompagnamento musicale...».
«NO!», ruggisco infuriata.
Gli occhi di Louis incontrano i miei per qualche secondo, per poi tornare alle pagine del suo amato libro.
«Facciamo una scommessa!», grida zittendo tutti Harry.
Zayn e Liam finiscono la gara di quanti pop corn riescono a infilarsi nel naso e Niall prende un nuovo trancio di pizza.
«Se Mary riesce a conquistare Louis-tredicigiugno, Zayn andrà a letto con lei», dice il riccio sorridendomi sornione.
Mierda.
Zayn annuisce, ridendo. «Per me va bene».
Oh, anche per me amico, anche per me.
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13th June.
Romance"Louis un anno fa ha avuto un incidente. E' stato investito da un camion, la notte del 13 giugno. Da quel giorno lui vive sempre il 14 giugno. La notte è come se il suo cervello cancellasse la giornata che ha vissuto, facendogli dimenticare con chi...