Mi sento come il comandante del Titanic quando ha realizzato che la nave stava affondando e che non bastavano le scialuppe. Come le restanti renne di Babbo Natale, di cui nessuno sa il nome perché tutti conoscono solo Rudolf. Come Dotto, il sette nano che tutti dimenticano sempre quando lo nominano perché è l'unico che ha il nome che non finisce con "olo".
Giro lentamente il caffè con il cucchiaino, con aria annoiata, mentre i ragazzi sono in religioso silenzio. Hanno visto Zayn uscire dalla mia stanza, senza vestiti, e stanno cercando di capire cosa sia successo, ma non vogliono darlo a vedere.
Niall mi guarda ansioso, perché sa di essere il mio migliore amico e crede di avere il diritto di sapere tutto quello che mi riguarda.
Harry mangia la sua banana, fissandomi anche lui. Liam ha la sua solita aria scazzata, e mi chiedo se questo ragazzo finirà per uccidersi e dire: "mi sono ucciso perché non avevo voglia di mettere il coltello a posto, quindi l'ho infilato nel mio petto".
«Ieri dovevo uscire con Louis.» dico a voce alta con tono piatto.
Nessuno risponde, sono in attesa di altre informazioni. Sembrano tre Perez Hilton assatanati di gossip.
«Invece Zayn è entrato in bagno mentre mi facevo la doccia e ha iniziato a baciarmi.»
Harry tossisce.
«E tu l'hai respinto?» domanda Niall, cauto.
Annuisco. «L'ho respinto.»
Tutti tirano un sospiro di sollievo e io mi preparo a sganciare la bomba.
«Poi però Zayn ha spento il mio cellulare e abbiamo fatto sesso.»
Harry sputa in avanti il pezzo di banana che aveva in bocca. «Cosa?!» grida.
Sbuffo. «Ho dato buca a Louis. Mi ha chiamata una ventina di volte, mi ha inviato tanti messaggi. Io sono andata lì, l'ho chiamato proprio se ne stava andando.»
Niall si avvicina a me. «E si è voltato?»
Annuisco. «Sì, si è voltato.»
Tutti tirano un sospiro di sollievo e io preparo a sganciare la seconda bomba.
«Poi mi ha detto "è troppo tardi".»
Silenzio. Solo il rumore di Liam che sbadiglia. «Che noia.» dice. Io l'ho detto che questo ragazzo si toglierà la vita semplicemente per noia.
Niall mi stringe subito in un abbraccio. «Mi dispiace, Mary...»
Scuoto la testa. «E' solo colpa mia, Niall. Ho sbagliato.»
Lui mi stringe di più, dandomi un bacio sulla testa. «Capita di sbagliare, è umano. Devi solo parlargli.»
«E' colpa sua, ha ragione. Non doveva trombarsi Zayn.» commenta Liam guardandomi molto passivamente.
Mi trattengo dal lanciargli contro un cucchiaio, sperando che gli finisca dentro un occhio. «Sì.» sussurro.
«Vai e parlagli. Spiegagli la situazione. Se davvero gli piaci, capirà. Ci starà male, litigherete, ma almeno tu hai detto la verità. Questa è la cosa che conta più di tutte.» mormora Harry accarezzandomi la mano.
Faccio un respiro profondo. «Dovrei dirgli che gli ho dato buca perchè sono andata a letto con Zayn?»
Mentre Styzza e Niall annuiscono, Liam mormora qualcosa mostrando il suo dissenso in modo stranamente attivo. Sta tornando in vita! «No, no! Se gli dici che ti sei trombata Zayn, va a finire che ti sputa in un occhio, ti infila il diario nella vagina e poi ti manda a fanculo!»
Io, il riccio e l'irlandese abbiamo esattamente la stessa espressione. La bocca spalancata. «La finezza.» sussurra Styles.
Liam si stringe nelle spalle. «Sbagli a farlo. Io reagirei così se la ragazza con cui sto si trombasse un Pakistano.»
Non dico niente. Allontano il caffè e mi prendo la testa tra le mani.
«Insomma, un bacio ci sta. Ma una trombata...»
Sollevo la testa di scatto. «Smettila di dirlo!» grido.
Liam mi sorride maliziosamente. «Cosa? Trombare?»
«Ti odio.» sibilo.
«E dire che invece io avevo un piano per aggiustare tutto...» si stiracchia alzandosi dalla sedia e lasciandomi il dubbio.
Mi alzo anche io, seguendolo in salotto. «Quale piano?»
Le sue sopracciglia da cinghialetto si aggrottano. «Ascoltami bene, trombamica di Malik e non fare domande.»
Roteo gli occhi al cielo. Trombamica.
«Io continuo a pensare che sia un'idea del cazzo, Liam!» esclamo.
Lui si porta l'indice alle labbra. «Ssh, ci sentono così!»
«Cazzo hanno, le orecchie come dumbo?!» urlo ancora di più.
Liam mi tappa la bocca, spingendomi lungo il marciapiede fino a ritrovarci davanti al muretto del giardino laterale di casa Tomlinson. Fisso il muro ricordandomi di quando lo scalai per la prima volta, cadendo a terra e fratturandomi una tetta. Ok, non proprio fratturata. Però sarebbe stato bello dire ai miei nipoti "sapete, un giorno la nonna si fratturò una tetta in guerra..."
Liam si inchina, chiudendo a coppa le mani. «Sali.» ordina.
Cosa? No! «No, te lo scordi! L'ultima volta mi sono rotta la tetta!»
Mi fissa sconvolto.
Sbuffo e poggio il piede sulla sua mano, lui mi da la spinta e salgo sul muretto, sedendomici sopra. Lui mi raggiunge in pochi secondi e salta agilmente nel giardino, atterrando perfettamente in piedi. Manco fosse Spiderman, cazzo. Chiudo gli occhi e mi butto giù, cadendo col culo a terra.
Quando li apro Liam mi osserva schifato. «Solo tu puoi saltare con gli occhi chiusi, cogliona.»
Allungo la gamba e gli do un colpo nella caviglia. Lui mi afferra per il polso, facendomi mettere in piedi. «Ora arrampicati sull'albero e raggiungi la sua stanza. E' la prima?» chiede salendo di sua iniziativa sull'albero.
Arrampicarsi? Su un albero? «Payne, io sento che cadrò da quell'albero e mi fratturerò due tette.»
«Non cagare il cazzo e sali.»
E io che credevo di essere una persona volgare. Impreco ogni due secondi salendo malamente su quel cazzo di albero. Liam mi porge la mano e mi aiuta a salire sul piccolo balconcino della stanza di Louis.
Mi appoggio al vetro della finestra e sbircio dentro. Il letto è disfatto, quindi Louis si è già alzato. Ma magari non ha letto il diario. Quindi devo recuperarlo subito, strappare la pagina dell'appuntamento e fare finta che ieri non sia venuto e basta. Un giorno può venire? Oh, cazzo....
«Aspetti che piova il papa dal cielo e che ti dica "vai, zorella, ja, tu prendere diario e ztracpare paginetta, jaaa"?.» imita il tono del papa, facendomi scoppiare a ridere. Torna serio. «Si, però vai, cogliona.»
«Payne, chiamami un'altra volta "cogliona" e ti lancio dal balcone, chiaro?»
Solleva le mani in aria. «Scusa, eh, cogliona.»
Apro la porta-finestra ed entro nella stanza di Louis. Ora è solo una questione di culo. Devo indovinare dove può aver messo il suo diario. E non è una cosa poi tanto semplice.
Frugo sotto il cuscino del letto, sotto il materasso, nel suo armadio, nella scarpiera, nei cassetti della scrivania, sotto il letto e l'unica cosa che trovo è un pesetto verde fosforescente. «Douglas.» commento con una smorfia. Lo lascio cadere a terra, non accorgendomi di averlo mollato nella stessa traiettoria del mio piede.
Il pesetto mi cade su quello sinistro. «Porca puttana!» grido afferrandomi il piede e saltellando per la stanza. Liam spalanca la porta-finestra e mi afferra prontamente, spingendomi verso l'angolo del balconcino, tappandomi la bocca.
Gli afferro la mano e la stritolo quanto posso, con il risultato che ora è lui a gridare. «Porca puttana!»
Allungo il ginocchio e gli do un calcio nelle palle, per farlo stare zitto. Lui squittisce e si piega in avanti, mentre io controllo di avere tutte le dita del piede. Aia, aia, cazzo.
Spingo via Liam, ancora dolorante e mi sporgo leggermente oltre il muretto giusto in tempo per vedere Louis entrare nella stanza e guardarsi intorno con aria allarmata. Controlla dentro l'armadio e sotto il letto, per poi andare verso un mobiletto che nemmeno avevo notato e tirare fuori un diario.
Spalanco gli occhi.
«No!» esclamo a bassa voce.
Louis si siede sul letto e inizia a leggere dalla prima pagina. Incrocio le dita e conto insieme a lui, per arrivare approssimativamente alla pagina prima di ieri.
«Allora?» esordisce a voce alta Liam.
Gli do una gomitata nella pancia, facendogli spalancare la bocca. «Porca...» sta iniziando a urlare, ma allungo la gamba e colpisco di nuovo i gioielli di famiglia.
Louis sta continuando a leggere, ma io non ce la faccio più ad aspettare. Spalanco la porta-finestra, irrompendo nella camera. «Non leggere l'ultima pagina!» grido.
Accanto a me Liam mormora: «Molto furba.»
Gli occhi azzurri di Louis mi squadrano da capo a piedi, poi lancia un'occhiata al diario. «Mary?» un sorriso dolce sul volto. Vede che sono instabile, a causa del dolore al piede. «Perché zoppichi sul posto?»
Annuisco. «Sono io.» sbuffo. «Mi è caduto un pesetto sul piede.»
«Ma... che ci fai qui?»
Ed è quando lui mi viene incontro afferrandomi la mano, che mi rendo conto che lui non ha ancora letto niente. Ma mi rendo anche conto che non posso mentirgli. Non posso nascondergli la verità. Che persona di merda sarei? Una persona di merda, appunto. Mi piace troppo per nascondergli di averlo tradito con Zayn.
«Mary? Perché non devo leggere l'ultima pagina?» domanda.
Io deglutisco, pentendomi già di quello che sto facendo. Mi avvio verso il letto, pronta a prendere il diario, ma lui mi precede con uno scatto fulmineo e se lo tiene stretto. «No.»
«Oh...»
«Preferisco che tu non lo legga. Ci sono cose personali.»
Annuisco. «Leggi l'ultima pagina.»
Lui si allontana e io mi volto verso la finestra, passandomi una mano tra i capelli e maledicendomi in tutte le lingue. Liam scuote la testa violentemente. «Tu sei una cogliona del cazzo!»
«Vuoi un altro calcio?»
Liam rivolge qualche parola al cielo e poi si allontana, scendendo per terra lungo l'albero.
Quando mi volto, Louis non ha più il diario in mano. Il capo chino, cammina per la stanza. «Perché non sei venuta ieri? Mi hai dato buca. Ti rendi conto?» il suo tono di voce è debole.
Mi torturo le mani. «Ho una spiegazione.»
«Quale sarebbe?»
I suoi occhi mi mozzano il fiato e inizio a balbettare frasi senza senso. Allora lui mi afferra per le spalle e mi fa sedere sul letto. «Fai un respiro profondo e dimmi con calma cosa è successo. Non mi arrabbio.»
«Ieri sera mi stavo preparando per uscire con te... - inizio incerta - ... quando Zayn se n'è uscito col fatto che io e te non dovevamo stare insieme e che dovevo dargli un'altra possibilità. Allora mi ha baciata. Io l'ho respinto due volte, ma poi... ho ceduto.»
Silenzio di tomba. «Papà, dov'è il mio pefetto verde?» si sente la voce di Douglas dal piano di sotto.
«L'hai baciato?» chiede Lou.
Scuoto la testa. «Io non l'ho baciato. Ci sono andata a letto.» non so dove trovo il coraggio di dirlo.
Fatto sta che Louis lentamente si siede accanto a me, sul letto, e si prende la testa tra le mani, chinandosi in avanti, incredulo. Non dico niente, non faccio niente. Aspetto per secondi infiniti che parli, che mi dica qualcosa.
Allungo una mano e la poso sulla sua spalla, ma lui la scrolla via con uno scatto di rabbia. «Louis mi dispiace...»
«Non voglio nemmeno sentirla quella parola! Vattene via dalla mia stanza, per favore.» grida alzandosi in piedi.
Spalanco gli occhi, sentendoli bruciare. «Io, davvero, Louis...»
«Stavi con me, e mi hai dato buca per scopare con Zayn! Credevo ci tenessi a me. Cos'ho di sbagliato, eh? Cos'ha Zayn in più di me? Una testa che non gli fa dimenticare tutto quello che ha vissuto? Scusami se ho avuto un incidente e non ricordo mai un cazzo quando mi sveglio la mattina. Eri il mio punto di riferimento. Eri l'unica cosa che mi tenesse attaccato a questa vita vuota e spenta. Invece hai preferito lui a me. Va bene.»
Le sue parole mi spezzano letteralmente il cuore. «Louis...»
Lui scuote energicamente la testa, come a voler scacciare via le mie parole e la mia presenza fisica nella stanza. «Sai cosa sei? Una troia. Una troia che aveva un ragazzo che si sarebbe lanciato da una montagna per lei, ma che ha aperto le gambe al primo Pakistano che la arrapava. Mi fai schifo. Schifo.» sbraita rosso in volto.
Non so cosa rispondere. Non riesco a tirar fuori le parole adatte per difendermi da quelle accuse; forse perché da una parte mi sono sentita una stronza ad essere andata con Zayn, ma dall'altra so di non essere una troia che apre le gambe al primo che passa. Avevo una cotta per lui da anni, Louis. Ho ceduto. Non so nemmeno perché. Mi dispiace, credimi.»
Per un attimo temo possa sbottare in altre grida, invece si gira verso di me, sorridendo senza alcuna ombra di felicità sul volto. «Sai cosa ti dico?»
Aspetto.
Louis prende il diario e se lo rigira tra le mani. «Qui c'è tutta la nostra storia. Tutto quello che abbiamo vissuto insieme nell'ultimo mese. Sai cosa accadrebbe se non lo leggessi?» chiede retoricamente. «Che mi dimenticherei di te. E sai un'altra cosa? Penso sia la scelta migliore.» annuncia.
Non realizzo cosa sta succedendo fino a quando non apre il diario e strappa la prima pagina, facendola in piccoli pezzi e buttandola in un cestinetto davanti a lui.
«Louis!» grido.
Perché sta facendo questo? Perché si vuole dimenticare di me?
«Strapperò tutte queste pagine, oh si. Non rimarrà più niente. Così tu potrai andare a scoparti Zayn senza alcun problema: non hai un ragazzo. Perfetto, vero?» strappa la seconda pagina, piegandola e riducendola in tanti pezzi.
Mi porto una mano alla bocca, incredula di quello che sta accadendo. «Louis, ti prego, non è la soluzione a tutto. Per favore.»
«Non posso perdonarti per quello che hai fatto, lo vuoi capire?!» urla. Strappa tre pagine insieme e le riduce in pezzi.
Tutti i nostri ricordi buttati.
Lo sento scoppiare a ridere e lo fisso, stranita. «La cosa migliore di tutte è che io starò male solo oggi. Domani avrò dimenticato tutto e riprenderò la mia vita. Tu soffrirai ancora e ancora e ancora. Io no.» sibila.
Chino il capo, nascondendo una lacrima. «Perché mi fai questo?»
«Perché te lo meriti. Sei una stronza, vaffanculo! Sparisci dalla mia vita.»
Senza rispondergli mi alzo dal letto e mi avvio verso la porta. Giro la maniglia e osservo per un'ultima volta Louis. Gli occhi azzurri lucidi, i capelli castani spettinati e una tuta grigia. Il diario ancora in mano, con una decina di pagine strappate.
Quando mi chiudo la porta alle spalle, sento ancora i rumori dei fogli che vengono staccati.
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13th June.
Romance"Louis un anno fa ha avuto un incidente. E' stato investito da un camion, la notte del 13 giugno. Da quel giorno lui vive sempre il 14 giugno. La notte è come se il suo cervello cancellasse la giornata che ha vissuto, facendogli dimenticare con chi...