E' solo questione di elaborare una scaletta. Certamente! Devo trovare il tipo di ragazza che gli piace. Anche se la sua memoria si resetta ogni notte, e potrebbe cambiare gusti. Be', in quel caso devo solo avere una botta di culo e basta.
- la zoccola: non ha funzionato.
- la timida.
- la simpaticona che dice battute squallide.
- la volgare e rozza che conquista con la sua... volgarità e la sua... rozzaggine? Esiste? No, in effetti.
- la mangiatrice di uomini. Sicura di sé. Imbattibile.
- la cogliona, ovvero me stessa. Devo pur provare a conquistarlo con la vera me.
- non ho altre idee.
Francamente, sono poche le ragazze che potrei interpretare. Ma non sono mai stata brillante. Quello lo lascio a Edward Cullen, decisamente.
Finisco di pettinarmi e busso alla porta della stanza di Harry.
Nessuna risposta.
Afferro un ombrello lì vicino, e prendo a colpi la porta. Questo basta a far scattare Harry, che viene ad aprirmi, sconvolto.
«Si può sapere che cazzo stai facendo?», esclama.
Sorrido amabilmente. «Styles, ho bisogno del tuo aiuto».
«Cioè?».
«Devi raccontarmi qualche battutina squallida».
Lui sorride maliziosamente. «Uh. Per Mister Maglietta a righe?».
«Sta' zitto, altrimenti quando torniamo ti affogo il gatto nella vasca dei pesci».
«Ehi, Gigì», saluto il mio amicone con un sorriso.
Lui solleva lo sguardo dal suo quaderno e mi sorride, con un plettro in bocca. «Ciao...». Avete presente il plettro che aveva in bocca? Ovviamente l'ha sputato via salutandomi.
Scuoto la testa, esasperata, e mi siedo davanti al bancone. «Posso avere un caffè? Due cucchiaini di zucchero, grazie».
Gigi si allontana, e spinta dalla curiosità afferro il suo quadernino.
Orrore degli orrori, è il testo di una nuova canzone.
Sei dolce come il miele,
salata come il sale.
Zuccherata come lo zucchero,
bagnata come il mare.
Hai due occhi,
e anche due orecchie.
Ma il duo che preferisco,
sono le tue tette.
Du du du, da da da, dudu dada. X10
Oh mio Dio.
Perché? Perché devi farci questo? Qualcuno deve dire a Gigi che non capisce una minchia di musica, e che dovrebbe smetterla con queste canzoni.
Roxy arriva a passo spedito, priva di espressione, e mi sbatte davanti una tazza piena di caffè. «Tieni», ringhia.
Adesso, questa, che cazzo ha? «Roxy...».
«SI?».
«Tutto bene?».
«Ovviamente. Cosa ti fa pensare che non vada tutto bene? No, perché va tutto alla grande. Una meraviglia! Mary, va tutto bene!», grida. «Roxy è come un puma! Roxy è una guerriera. Roxy è forte, uha uha!», si batte i pugni sul petto e torna in cucina, con il suo amato coltello.
Rimaniamo a fissarci, a distanza. Fino a quando lei non lo solleva in aria e se lo passa davanti alla gola. «Cosa guardi, ragazzina? Se vuoi salvarti le tette, non fissarmi troppo».
«Che poi ti sciupi, eh?», bofonchio.
La porta del bar Domenica D'Agosto si apre, e Louis fa la sua entrata, sedendosi nel suo solito tavolo, con la sua maglietta a righe azzurre e bianche, i jeans rossi con il risvolto patetico e il sorriso bellissimo di sempre.
Ok, ok. Niente panico.
Ce la posso fare a dire quelle battutine senza senso e squallide.
Si. Posso essere squallida anche io.
Appena Gigi ha preso la sua ordinazione, mi alzo dallo sgabello e mi avvio verso Louis, che mi osserva incuriosito. «Ciao», mi saluta.
Oh, oggi è più amichevole. «Ehi. Posso chiederti una cosa?».
«Certo!».
«Sei un'astronauta?».
Scuote la testa. «Mmh, no. Perché?».
«Perché il tuo sorriso mi manda sulla Luna», sospiro.
Lancio un'occhiata a Gigi, che ci osserva con la chitarra in mano e il plettro in bocca, che ancora una volta cade per terra.
Ignoro il suo sguardo scioccato. Be', che ho fatto di male? Ve lo dico io: assolutamente niente.
Louis ride. «Come?».
«Tu non sei un'astronauta, allora?», continuo.
«No, mi dispiace».
«Ma...», ritento. «Tuo padre è un terrorista! Sicuramente».
Lui si guarda intorno, divertito. «No, mio padre non è un terrorista. Anche perché è morto».
Accidenti! Spalanco la bocca. «Acciculo, scusami tanto!», esclamo.
Louis scoppia a ridere. «Scherzavo! E' vivo».
Non, sei, simpy. «E' vivo, ma non è un terrorista, giusto?», borbotto dispiaciuta. «Non capisco come tu possa essere una bomba».
I suoi occhi azzurri mi fissano, confusi. Accicazzo, a questo punto avrebbe già dovuto ridere. Nella migliore delle ipotesi, scoppiava in una risata isterica, strozzandosi con qualcosa. Nella peggiore, ridacchiava imbarazzato e mi invitava a sedermi con lui.
Temo che possa invitarmi ad andare a fanculo, eh già.
Roxy mi guarda, con il coltello in mano. Sembra sconvolta quanto Gigi, che è ancora fermo. Il cane di ieri, ha la testa inclinata.
Un bel respiro, e vai con la prossima. «Sai, l'altro giorno sono andata a una festa. E indovina?! Ho incontrato Edward Cullen!», grido agitando le mani come un clown spastico.
Louis aggrotta la fonte, ma sorride. «Non mi dire».
Ripeto, Louis: non sei simpy. «Si muoveva in modo strano e diceva stronzate. Così gli ho chiesto: "Eddy, ma sei ubriaco?". E indovina cosa mia ha risposto».
Fa spallucce. «Cosa?».
«Ha detto: "No, brillo"», scoppio a ridere da sola, battendomi la mano sulla gamba e pestando un piede per terra. C'è da ammetterlo: questa era davvero bella.
Ma lui non ride.
Eh, no. Lui è il principino sul pisello a righe con il risvolto patetico. Quando mai ride! E' strano. Perché anche lui quel giorno faceva battute così di pessimo gusto. Be', in effetti io non ridevo...
«Molto carina, davvero», commenta.
No, no. Non sta funzionando. «Porca tetta maledetta», sibilo.
«Cosa hai...», inizia a chiedermi.
Sollevo l'indice della mano in aria, facendogli cenno di bloccarsi. «Scusami, sto tentando di ricordarmi un'altra battuta squallida».
Allora. Harry me ne ha raccontate tantissime, ma non me ne viene in mente nemmeno una. Però c'era quella con Chuck Norris! "Non è Chuck Norris che si bagna. E' l'acqua che si Chuck Norris".
Sì, minchia, è perfetta! Solo a pensarla, rido. Non che stia ridendo, adesso. Però detta a voce alta può funzionare.
Gigi irrompe, senza che nessuno gliel'abbia mai chiesto. «Ecco il tuo frullato, Louis. Mary, perché non mi segui in cucina?».
«No, grazie. Rimarrò qui».
Mi fa l'occhiolino. «Devo dirti una cosa».
Alzo gli occhi al cielo e lo spingo via. «Non scassare i maroni, Giggì».
«Prego, siediti», m'invita Louis. Finalmente!
Sorrido, sedendomi davanti a lui. «Dunque. Stamattina stavo passando davanti alla spiaggia, e indovina un po'?! Ho visto Chuck Norris».
Lui sembra illuminarsi. «L'attore che faceva Walker Texas Ranger?».
«Bingo, gnocchetto di patata, bingo!», annuisco.
«Gnocchetto di patata?».
Diamine. L'ho detto a voce alta? «Chi? Dove?».
"Tu. Mi hai chiamato "gnocchetto di patata"».
Rido. «Ma non è vero! Ho detto: "ho una bella patata"». Mi tappo la bocca. Sto peggiorando tutto, accicazzo.
Louis scuote la testa, ridendo. «Dicevi?».
«Si. L'ho visto in spiaggia, uscendo giusto in quell'istante dall'acqua. Allora gli ho chiesto: "Chuck, ma sei tutto bagnato!". E lui mi ha risposto: "Non è Chuck Norris che si bagna. Ma è l'acqua che si Chuck Norris!"».
Lui ridacchia, divertito. Sarebbe gradevole, se non sputacchiasse frullato di fragola a destra, manca e al centro. Ma c'est la vié.
«E tu lo sapevi che Chuck Norris può leccare la crema dei Ringo senza aprirli?», mi chiede.
Scoppio a ridere, battendo un pugno sul tavolino e facendo tremare tutto. «Questa era bellissima, accipene!», urlo.
Il cane mi abbia contro, di nuovo.
«Già. Devo essere sincero, le tue battute sono davvero squallide. Però mi piacciono», mi sorride.
Ah, bene. Senti chi parla. «Grazie», sibilo.
«Ti va di uscire, domani?».
Domani? Domani? Certo. Peccato che domani non ti ricorderai di me. Minchia, che schifo.
«C'è qualcosa che non va?», mi chiede, preoccupato.
Oh, niente, davvero. «No. Però domani non posso...».
«Dopodomani?».
Ancora peggio. «Stasera?».
Ci pensa qualche secondo. «Ok. Ci vediamo davanti alla spiaggia», mi fa l'occhiolino.
«Va bueno. Io sono Mary, comunque».
«Louis».
Mi alzo e torno da Gigi, saltellando molto anonimamente. Sempre che il tutto abbia un senso. «Ho un appuntamento!», gli dico.
«Ah, davvero? E con chi?».
Per l'amor del cielo. «Con Lady Gaga, Gìggì. Con chi vuoi che ce l'abbia? Con Louis-smemorino».
Sorride. «Sono contento», fa una pausa. «Vuoi un accompagnamento musicale per festeggiare?».
Sono tentata di dirgli "no", ma devo compiere qualche buona azione, giusto per rimanere fedele alla promessa fatta a Babbo Natale qualche anno fa.
«D'accordo», sospiro, accasciandomi sul bancone con aria stanca.
«Farò girare il mondo intorno a noi. Arriverà Natale senza nuvole. E le domeniche d'agosto quanta neve che cadrà. E nel tempo che verrà, il mio cuore ti sorprenderà».
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13th June.
Romance"Louis un anno fa ha avuto un incidente. E' stato investito da un camion, la notte del 13 giugno. Da quel giorno lui vive sempre il 14 giugno. La notte è come se il suo cervello cancellasse la giornata che ha vissuto, facendogli dimenticare con chi...