Siamo quelli con le Vans e le Superga colorate. Quelli con le magliette a stampe floreali e i quattro a scuola. Siamo quelli che fumano sui muretti e lasciano anche il cartone della pizza con la birra. Siamo quelli che nei corsi pomeridiani si addormentano, quelli sempre con le gomme, con gli occhi spenti e i sorrisi falsi. Siamo quelli da "Vaffanculo pezzo di merda" e da "Sei la mia vita. Abbracciami." Quelli con i diari rotti e consumati, con le scritte ovunque e senza assegno. Siamo quelli sempre con i telefoni, perché le persone che amiamo sono a distanza, con le traduzioni su internet e le formule di chimica scritte sul banco. Siamo quelli che lanciano palline di carta, quelli che urlano, ridono e sono sempre "i peggiori dell'istituto". Siamo quelli che scrivono lettere infinite, messaggi strappalacrime e poi in italiano, vanno male. Siamo quelli sempre incazzati, sempre scontrosi, quelli che di mattina, non sorridono mai. Quelli con zaini sulle spalle per partire e le borse firmate. Siamo quelli che al mare, non ci vanno mai ma sembra che con il mare, convivono. Siamo quelli da: "mi fai una foto?" e poi non ti piace nessuna. Siamo quelli che ormai non c'è speranza, con i sogni distrutti e le scritte sui binari. Quelli che ascoltano il Rap, che copiano le loro frasi ovunque. Siamo quelli spenti, senza il coraggio di cambiare, di fare un passo. Siamo quelli con i succhiotti sul collo, i morsi sulle braccia. Quelli con le cicatrici, lividi, il cuore rotto. Siamo adolescenti, abbiamo paura, cerchiamo il coraggio, cerchiamo di vivere. Siamo quelli, che ancora respirano