Capitolo 1

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Strinsi le braccia al petto e sospirai: una nuvoletta di condensa prese forma davanti al mio viso, a causa del freddo. Cercai di rimediare un po' di calore contando sull'imbottitura del cappotto e lo sbattere frenetico ed incontrollato dei denti. Stropicciai il bigliettino azzurro che tenevo in mano, decisa a strapparlo personalmente prima di riuscire ad arrivare all'entrata.

Il botteghino era stata già un'esperienza irritante: una coda improvvisata di persone fin troppo emozionate e che non vedevano l'ora di scavalcarti per riuscire ad accaparrarsi ciò che bramavano. Come se non ci fossero stati biglietti a sufficienza.
Un'altra magnifica spunta alla "Lista delle meraviglie del giorno" fu l'incredibile scalciare e spintonare dei più giovani per riuscire ad avere dei posti accettabili. Come se qualcuno avesse avuto intenzione di fregarli.

Alexa, una delle amiche a me più care, sorrise in segno di scuse: a quanto pareva si stava assumendo la colpa di tutta la confusione e il caos che ci stavano girando attorno. Si sistemò i lunghi e lisci capelli color cioccolato dietro l'orecchio, poi schiuse le labbra per liberarsi di un lamento concitato:-Insomma... Proviamo a considerare il bicchiere mezzo pieno. Lo spettacolo non sarà mai caotico quanto questa attesa-.
Risi e le diedi una gomitata, consapevole di essermi voluta cacciare in quel guaio tanto quanto l'aveva voluto lei.
"The World Of Fun", un circo degli orrori, aveva tappezzato tutta la città di manifesti con raffigurazioni di inquietanti clown e spettacolari acrobati. Anche le televisioni e le radio locali non facevano altro che parlare di quello spettacolo. Si trattava dell'evento dell'anno, in quanto, in una città piccola come la nostra, non si poteva sperare in altro se non in fiere agricole, piccoli concerti, eventi di band locali e, in quel caso, un circo horror.
Una canzoncina monotona ed inquietante continuava a ripetersi da varie casse tutt'attorno, facendomi dubitare della mia pazienza e sanità mentale. Senza rendermene conto, dopo un paio di minuti mi ritrovai a canticchiarla sottovoce, e così la mia accompagnatrice.

-Mettetevi in fila, coglioni !- una voce gracchiante fece cessare in men che non si dica il rumoreggiare continuo, facendomi sospirare di sollievo. La preoccupazione, però, trovò un altro punto debole su cui fare leva: era infatti il momento di entrare, accompagnati da insulti di ogni genere da parte del personale del circo che fecero ridere me ed Alexa. Non avevamo mai partecipato a niente del genere, eppure ci piaceva già da impazzire.
Lentamente, poiché i controllori non permettevano l'ammassarsi di persone, ci avvicinammo al piccolo cancello che fungeva da tramite per consentire alla gente di potersi sistemare in una fila ordinata in attesa dello strappo dei biglietti.

-Secondo te come sarà?- chiesi eccitata, non vedendo l'ora di godermi lo show.
Controllai l'orologio e aggrottai la fronte: erano le nove, e lo spettacolo non sarebbe iniziato prima delle nove e mezza. Che ci stessero facendo entrare prima per consentirci di scegliere i posti e/o prendere qualcosa da bere o mangiare?
-A dire il vero, non so cosa aspettarmi. Per ora è divertente, comunque, mi piace che lo staff si prenda questa confidenza- mi prese per mano e la sua attenzione virò alle punte del tendone che si stiracchiavano pigre verso il cielo notturno. A causa delle luci intense emanate dai riflettori si riuscivano a scorgere poche stelle nello sfondo bluastro privo di nuvole.
Un'altra folata di vento gelido mi costrinse ad un tremore improvviso, che fece ridacchiare Alexa:-Suvvia, tesoro, non dirmi che hai così tanta paura- mi prese in giro, ben consapevole che stavo tremando a causa del freddo. Le diedi un'ennesima gomitata, ridendo con lei.

Arrivate finalmente all'inizio del tunnel, dopo una decina di minuti, sorridemmo cordiali agli uomini che si occupavano dello strappo dei biglietti, e ricambiarono, visibilmente sollevati dal fatto che quella sera fosse presente qualcuno di educato.
-Buona serata, signorine- ci salutò uno dei due prima di scostare la tenda plastificata per permetterci di entrare. Una volta dentro a quello spazio semicircolare, io e Alexa ridacchiammo emozionate, spostandoci su di un lato per sistemare il contenuto delle borse ma consentendo comunque alla gente di passare senza che risultassimo d'intralcio.
-Che cazzo ridi?!- un urlo proveniente dall'interno del tendone fece sobbalzare entrambe, seguito da un pesante tonfo che sembrava quello di una catena sbattuta sul pavimento, dal momento che pochi secondi dopo udimmo un lento strascicare metallico.
Ci guardando esterrefatte, mentre qualche urlo e risata isterica giungevano alle nostre orecchie e una sempre minore quantità di gente ci superava raggiungendo la loro agognata meta, segno che ormai mancavano praticamente solo noi.
-Non penso che ci abbiano fatto entrare venti minuti prima per scegliere i posti- mormorò Alexa nella luce fioca guardandomi con gli occhi che scintillavano:-L'hanno fatto per darci un assaggio-.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 18, 2016 ⏰

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