Ancora mamma che litiga con il marito, non posso crederci. È da stamattina che sono partita per scuola che litigano, solo per la gelosia insensata che ha lui.
So che devo lasciarli solo, sono cavoli loro e non voglio nemmeno sentirli. Mi dispiace tantissimo per mamma, so che è debole e che ha bisogno di persone al suo fianco ma non posso stare ad ascoltarli, mi incazzerei solo di più e andrebbe a finire male. Quindi salgo le scale e me ne vado in camera. La mia bellissima camera, con il mio bellissimo lettone che se potessi me lo sposerei. Starei li, sotto le coperte al calduccio a vita. Infatti è proprio quello che faccio
Mi levo velocemente le scarpe e mi butto nel letto, prendo le cuffiette e mi estraneo un po da mondo che mi circonda e dalle urla che provengono da di sotto.
'Nor Afraid' di Eminem, Dio solo sa cos'è quella canzone e quel cantante, è tutta la mia vita. Sto quasi per addormentarmi che mi vibra il telefono.
'Bzzzzz... Bzzzzz... Bzzzzz' apisco che è una chiamata, quindi apro gli occhi e prendo il telefono rispondendo velocemente.Chiamata telefonica:
"Pronto chi è?" Chiedo con la voce ancora assonnata mentre trattengo uno sbadiglio.
"Come chi è? Ahahah Hai pure eliminato il mio numero?"
Appena sento quella voce mi raddrizza e poggio la schiena sulla spalliera del letto. Allontano il telefono dall'orecchio per guardare lo schermo e assicurarmi che sia davvero Manuel.
"Manu.. " già ho la voce che mi trema e mi sta prendendo l'ansia. "Oi piccola tutto apposto? Perche Sta mattina non mi hai risposto al messaggio?"
Già, perché Non gli avevo risposto al messaggio? Forse perché volevo sembrare e meno distrutta di quello che sono davanti a tutta la classe. Non potevo pensare a lui tutta la mattinata, dovevo fare bella impressione su i prof, anche se mi pare che i nuovi già mi odiano.
Mi aveva chiesto se stavo bene e non potevo dirgli realmente come stavo. Non potevo fargli capire che ancora i pezzetti del mio cuore sono divisi tra loro e buttati al vento. No. Dovevo essere forte, almeno provarci. Dovevo fargli vedere che anche se lui mi ha lasciato io sto ancora bene, che non posso rovinarmi le giornate, le settimane e magari anche i mesi per una cosa del genere. Non dovevovfarmi mettere i piedi in testa. Mai.
"Si dai tutto apposto tu?" Cerco di nascondere la mia voce un po cromata e rispondo in modo sicuro come se nulla fosse successo.
"No è che.. volevo sapere se stavo bene. Ieri ri distrutta e mi sento una merda per questo, davvero scusami di tutto." Si sente dalla voce che si è pentito di come mi ha trattato e di quello che sta facendo.
'"Comunque perché Sta mattina non mi hai risposto? Ti ho dato un semplice buongiorno." Insiste. Forse è anche per quello che non gli ho scritto. Già se mi aveva detto 'piccola voglio tornare con te mi manchi' allora gli avrei anche risposto aaltando dalla gioia. Ma uno che dopo avermi lasciato mi continua a dare il buongiorno, a darmi nomignoli dolci e a preoccuparsi per come sto, allora è proprio uno stronzo cazzo, continua a illudermi cosi.
"Semplicemente perché ero non classe Manuel e non potevo risponderti. "Gli dico secca e lui si ammutolisce.
"So che sei arrabbiata e me li merito tutti gli insulti che mi stai mandando ma sai che sono incasinato e non ho le idee ben chiare su quello da fare. "
"Tranquillo non preoccuparti, tanto so come va a finire" Sono veramente incazzata e si sente dalla mia voce, ma non posso farci niente, lo odio quando mi dice le cazzate un questo modo.
È proprio un coglione e io sono pure più stupida di lui che ancora gli sto dietro. Ma quando sento la sua risata, la sua voce e solamente il suo nome mi ritornano in mente tutte le giornate belle passate insieme abbracciati a baciarsi sul letto a fare 'l'amore', a tenerci per mano, a dormire insieme, a farci le coccole e ridere a crepapelle, farci gli scherzi e andare al mare insieme. Dio cosa mi manca. Troppo, davvero troppo.
Ed ecco la lacrima scendere con troppa facilità.
"Oi Gre dai, lo sai che torneremo insieme, devo solo pensarci su un po"
"Manu basta per favore, non ce la faccio più" sto singhiozzando e mi esce un fiumi di lacrime dagli occhi "mi sono stufata devi dirmi cosa vuoi fare senno me ne vado e finisce qui" so che non sarà così, so che gli starò dietro finché non si deciderà.
"Scusa davvero piccola ma sto male anche io con me stesso"
Dio mio quella voce, che una volta mi sussurrava cose belle e dolci, che diceva di amarmi. Lo voglio ma non posso stargli più di tanto dietro anche se sarà difficile.
"Ok Manu, ora devo andare. Ciao" non reggeva più la sua voce e le sue scusa. Sto continuando a piangere e a singhiozzare. Proprio la persona di cui ho bisogno è la causa di tutto il mio dolore.
"Ok piccola, ci sentiamo"Chiudo la chiamata e mi butto nel letto facendo respiri profondi per calmarmi, anche se mi resta difficile.
Chiudo gli occhi per un attimo dopo che mi son calmata, mi alzo da letto e vado in bagno. Per fortuna mamma non sta ancora litigando, perché già la testa mi scoppia senza sentire le loro urla. Appena dono in bagno chiudo a chiave la porta, Mi spoglio e apro l'acqua fredda della doccia. Ora mi ci vuole proprio rinfrescarsi le idee. Mi godo tutto il tempo che sto sotto quella cascata e ascolto attentamente l'acqua cadere a terra. In un certo senso mi rilassa.
Esco mi metto un asciugamano addosso e vado in camera.
Non ho pranzato, e infatti ho un po fame, ma non mi va di andare a cucinare visto che sicuramente come ogni volta che mamma e il compagno Derek litigano, lei non cucina mai niente.Apro i cassetti e mi metto dell'intimo, una paio di short e una canottiera. Anche se è metà settembre qui a San Francisco fa davvero caldo.
Decido di uscire, quindi chiamo la mia migliore amica Alexis e ci mettiamo d'accordo per vederci a casa sua.
Torno in bagno, mi asciugo i miei rasta e mi trucco appena con un po di mascara.
Dopo una mezz'ora buona di preparativi per uscire, sento un clacson e capisco che è Ale, così mi infilo le vans bordeux e corro verso la porta di casa e appena vedo la mia amica le salto addosso per salutarla.
"Siamo da sole a casa vero?"
"Tranquilla Gre, lui non c'è e anche se arriva noi tanto stiamo in taverna."Partiamo con suo bolide e arriviamo davanti alla sua enorme casa, saluto i genitori, il cane e ce la filiamo nel nostro piccolo rifugio. La nostra taverna. Sono convinta che qua ci verrò a vivere con la mia vera seconda metà, Alexis. Ci sono davvero troppo ricordi qui dentro, belli e brutti, ma che si limitano a me e Ale. Non ci può entrare nessun'altro.
Mi butto sul divano e mi levo le scarpe, metto la musica a palla e prendo una sigaretta. Mi ci voleva proprio cazzo. Adesso si che si sta bene.
Da quanto fumo c'è qui dentro neanche riesco a vedere Ale, che adesso credo stia ballando.
Mi alzo lentamente e con una Camel il bocca vado in cucina prendo della vodka alla pesca e me ne torno sul divano.
Ci passiamo la bottiglia in continuo io e Ale e dopo 5 minuti è già finita. A me serviva proprio bere, almeno per un pomeriggio mi diverto per bene.
Ultimamente le giornate qui le passiamo cosi, a non fare un cazzo. Beviamo, fumiamo e ci bruciamo un po di neuroni.
Prendo un pezzo di stagnola che ho in tasca, la apro e la mostro ad Ale.
"Cazzo zi me gasi!" gli si illuminano gli occhi a vedere quella pallina verde che tengo tra le mani. Ci starebbe proprio una bella canna adesso, una di quelle pesanti.
Finisco di rullare la cartina, mi appoggiò tutto sto ben di Dio tra le labbra, e finalmente iniziò a spassarmela per bene.
Mi sta già salendo la botta dell'alcol e Ale de già ubriaca fradicia. Io non reggo un cazzo e lei pure di meno.
Sento già la bocca asciuttabe la fame arrivare, forse perché Non ho neanche pranzato.
Mi alzo dal divano e mi metto a ballare in mezzo alla sala e Ale mi segue. Ondeggiamo per un po, ridiamo e sparano cazzate. Si sta veramente troppo bene. Magari tutta la vita così, tutti incannati, felice, che non capiscono un cazzo. Sarebbe un mondo migliore, senza alcun problema.
Esauste e stanche tre ci buttiamo sul divano e collassiamo di botto.
"Cazzo Falcio svegliati! Sono le 7.30 di sera! I tuoi saranno anche arrivati da un bel pezzo." Ci chiamiamo 'Falcio' da quando lei è venuta con me in Italia, nella mia città natale. Roma. È una storia veramente lunga del perché di quel soprannome che forse neanche ricordo bene. Ma è così importante per me quella ragazza che mi sono tatuata il nostro soprannome appena sotto il seno. Proprio sopra il cuore.
"Oh Falcio! Dio madò te devi sveglia!" La spingo dal letto e lei sbiascicando e rialsandosi goffamente mi chiede che ore sono.
"Beh tesoro mio è praticamente ora di cena, i tuoi ti stanno chiamando e non sei in condizione di presentarti a loro così ahahahah" scoppio a ridere è davvero buffa con quella faccia.
"Perché cosa ho?"
"Ale vatti a lavare almeno il viso. Ahahahah guarda come sei ridotta." Spero davvero che i genitori non si accorgano, sennò Non mi faranno mettere più piede qui dentro e a lei la leggeranno a vita dentro casa.
A tutti gli occhi gonfi, mezzi chiusi e ancora rossi.
Ale esce dal bagno e mi spunta un sorriso in faccia nel vederla così distrutta ahahaha. Penso che per sembrare normale si dovrà spalmare chili di trucco in faccia e aprire quei cavolo di occhi.
"Sono pronta Falcio!" Mi urla dall'altra stanza e corendomi in contro.
"Allora andiamo, muoviti, che ti staranno ad aspettare."
Chiudiamo a chiave il nostro rifugio e saliamo di corsa le scale a chiocciola per arrivare in salotto. Andiamo in cucina dove sono tutti a tavola. La madre Penny, il padre Josh e.. il fratello Manuel. Cazzo no. Ora mi prende male.
Ok. Se saluto tutti velocemente posso cavarmela.
"Ciao Gre come stai?" Mi chiedono Penny e Josh.
"Bene grazie" sforzo un sorriso e cerco di andare via il prima possibile per non continuare a guardare quei occhi verdi che mi mancano da morire. Mi giro velocemente e non faccio in tempo ad aprire bocca per salutare tutti e andarmene che sento prima un rumore di una sedia strisciare per terra e poi una mano sul fianco per fermarmi e non farmi andare via.
A quel tocco mi blocco all'istante e mi vengono i brividi che peggiorano quando sento la sua voce calda sussurrarmi all'orecchio.
"Piccola devo parlarti".
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Sempre Qualcosa Di Più
Romance*TRATTA DA UNA STORIA VERA.* Greta, una ragazza che vive a San Francisco ha appena iniziato il suo terzo anno di liceo e le cose non gli vanno affatto per il verso giusto. Il ragazzo che amava l'ha lasciata poco prima dell'inizio della scuola, ma...