CAPITOLO 13

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Avete presente quando nelle serie TV succede sempre qualcosa che interrompe le scene più belle? E vorreste scagliare un mattone o polverizzare il televisore o il PC? Bene...io in quel momento avrei voluto polverizzare il suo cellulare.

Quei pochi millimetri che separano le nostre bocche cominciano ad aumentare fino a diventare centimetri mentre nell'aria si diffonde la suoneria del suo ultimo modello di iPhone. La sua espressione è indecifrabile invece la mia è di pura vergogna.

Prende l'oggetto dalla sua tasca, guarda il nome sullo schermo e rifiuta la chiamata. Si riavvicina a me, anche se più velocemente di prima, nell'arco di mezzo secondo le nostre fronti sono in contatto, ma il cellulare ricomincia a squillare. Ma dai...! Apriamo gli occhi di nuovo e lui si gira verso il cellulare che ha lasciato sul letto dietro di lui.

-dovresti rispondere...- mi guarda come se fossi una marziana, forse perché le sue amichette lo avrebbero preso a calci...ma sarebbe inutile, ormai l'atmosfera è andata, meglio non rovinarla ancora di più.

-davvero?- sembra offeso più che felice di quel che gli ho detto. So che ha frainteso quindi gli annuisco con il sorriso più sincero che abbia mai fatto. Il suoi viso è rilassato, non teso come poco fa.

-ok- risponde alla chiamata con evidente scocciatura, e mi fa sorridere.

CHIAMATA...

-mamma?!- non è più scocciato, ma...spaventato- calmati che è successo?- sento dei singhiozzi provenire dal cellulare.

-come?! Quando è successo?!-....-dov'è papà?-....-ok ,ok...tranquilla ci sentiamo dopo un bacio, ciao- chiude la chiamata. Il suo sguardo è spaventato, sconvolto.

-cos'è successo?!- gli chiedo in preda all'agitazione- mio padre...i miei zii...Zoe...Rory...-

-Brian, tranquillo...mi stai spaventando!- ha gli occhi lucidi e si morde le labbra per non far scendere le lacrime, sta lottando contro se stesso. Ho un impulso, dopo pochi secondi, giusto il tempo di pensarci, gli strigo le braccia al collo, più forte che posso, per fargli sentire che ci sono. Rimane con le braccia aperte, ma quando elabora la situazione, mi stringe a sé, forte ma senza farmi male. Posso sentire di nuovo il suo respiro straziato sull'orecchio, il suo cuore battere all'impazzata, e il suo profumo mi fa venire la voglia di non mollarlo più.

-Hanno avuto un incidente, mio padre è andato a prenderli all'aeroporto ma mentre tornavano a casa sono stati tamponati- dice tutto d'un fiato con la testa appoggiata sulla mia spalla ma senza una lacrima –sono molto gravi, sono arrivati incoscienti all'ospedale...tutti tranne Rory e Zoe che sono scesi poco prima per fare pipì. A quanto pare Rory che 13 anni è sceso e la sorellina di 5 anni l'ha seguito, perché non lo molla mai, mentre la macchina era ferma un'altra gli è arrivata addosso ed è stato mio cugino a chiamare l'ambulanza.- mi stacco dalla sua stretta, gli metto le mani sulle guance ancora asciutte e anche io con gli occhi lucidi gli dico –devi piangere...-

- perché?- mi chiede con gli occhi rossi.

- perché io ho tenuto tutto dentro per un sacco di anni...e non è servito a niente...-

Ho un altro impulso, ma questa volta non ho bisogno di pensarci, prendo tutto il coraggio e lascio che mentre la mia bocca si avvicina alla sua, le sua labbra  trovino le mie. Un movimento lento, quasi sento a malapena la sua lingua...è più forte il sapore delle sue lacrime che irrompono nelle nostre bocche, che ormai sono una sola. Appena sento quel gusto, mi lascio prendere per i fianchi con... delicatezza,  da parte sua, per non rovinare il momento, e mettere a cavalcioni sulle sue gambe. Lui ancora seduto con i piedi a terra e io seduta a cavalcioni imbraccio a lui con le gambe attorcigliate alla sua schiena, e le nostre bocche, unite in una sola che diventano più prepotenti. Sento il suo sorriso sulle labbra e un GRAZIE .

-perché grazie?-

-per non avermi lasciato piangere da solo- si stacca da me e sento un brivido...non mi ero accorta di piangere...ma non c'entra...non l'ho abbandonato al suo pianto come con mio fratello, mi sento fiera di me, perché per la prima volta o pensato a qualcun' altro anzi che a me, a come reagire a qualcosa di forte; ho pensato a lui e  sono riuscita a farlo sentire meglio. Mi asciuga le lacrime con i pollici e quando con uno stupido sorriso, sospiro, libera da ogni pensiero, mi stringe a sé.

Dopo l'ombra...la tua luceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora