Capitolo 8

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A svegliarmi è il rumore fastidioso della sveglia, la odio a morte, infatti se non si trattasse del mio cellulare chissà in questo momento che fine avrebbe fatto.
Mi alzo dal letto e come ogni mattina vado in bagno per farmi una doccia veloce.
Una volta ritornata in camera resto per almeno 5 minuti davanti l'armadio,come al solito non so cosa indossare, opto per un jeans stretto, una maglia bianca e le converse bianche.
Per quanto riguarda il trucco applico solo l'eyeliner e il mascara.
Scendo in cucina e trovo mia madre che prepara la colazione
-Buongiorno- mi siedo a tavola.
-Buongiorno tesoro-
-Cosa prepari di buono?-
-Ho preparato i muffin con la nutella e una spremuta d'arancia.- poggia il piatto sul tavolo.
- Cavolo, sono buonissimi- dico dopo averlo addentato.
Mangio velocemente e mi dirigo in camera, indosso un cardigan, non molto pesante, blu.  Prendo lo zaino, le chiavi del motorino e scendo.             -Ciao mamma- Chiudo la porta e vado in garage a prendere il motorino.

#A scuola#

Stranamente arrivo in orario, chiudo il motorino e metto la catena, guardo verso l' edificio e noto Matthew che parla con una ragazza.
Che nervi.
-"Mmh...sei gelosa?!"- dice la vocina nella mia testa.
.Vedo Maggie raggiungermi e fermarsi proprio dinanzi a me.
-Ehi, cosa è successo oggi?-
-Cosa intendi?- alzo un sopracciglio non capendo.
-Che sei in orario.-
-Ah- ridacchia. -incidente di percorso.-                                                    Dopo aver visto Matthew parlare con la bionda la mia felicitá si è trasformata in rabbia.             
-Cosa è successo? - mi chiede Maggie.  -Oh, nulla.- scuoto il capo ignorando, fortunatamente suona la campanella, almeno non dovrò dare spiegazioni che non voglio dare.
Le prime 3 ore passano velocemente, infatti suona la campanella che segna la ricreazione. Appena esco dalla classe noto Matthew uscire dal bagno delle femmine, proprio quando penso a quello che ha potuto fare sento chiamarlo il mio nome.
-Daisy-
Mi giro verso di lui e mi avvicino alla porta -che vuoi?- chiedo incazzata. 
-Vieni-  mi fa segno di entrare nel bagno, nei dintorni non c'era nessuno, erano tutti in mensa.
Sbuffo ed entro in bagno con lui.         -Cosa vuoi?- ripeto e incrocio le braccia al petto.                                           -Mi sei mancata!- si avvicina alle mie labbra.                                                          -Oh si!,certo!- mi allontano. -Ti scopi prima qualcuna e poi ti ricordi me, vattene.- Poggio le mani sul suo petto per allontanarlo quando si avvicina.    -Non capisco, che hai?-                             -Certo, fai pure finta di non capire-       -Ma non ho fatto nulla, perchè ti incazzi?-
-Seh vabbè Matthew, prima stai fuori con quella biondina a ridere e scherzare e poi hai anche il coraggio di venire da me e dirmi che ti manco?! Ma veramente fai?-  Mi avvio verso la porta. 
-Daisy, fammi spiegare.-                           -No, vaffanculo- esco sbattendo la porta.

Corro in cortile e l'unica cosa che riesco a fare è piangere.
È un bastardo prima sta con le ragazze e poi dice che le sono mancata, andasse al quel paese, non sono la sua bambolina che può usare a suo piacimento, ho pur sempre dei sentimenti.
Sento dei tacchi, alzo la testa e vedo l' ultima persona che vorrei vedere in questo momento, Sharon.
E' la più popolare della scuola ed ha una cotta per Matthew dal primo anno, non so quante volte sono andati a letto insieme, ma sicuramente tante. Si ferma dinanzi a me vedendomi alto dato che ero seduta a terra, sull'erba fresca.                                            
-Ehy, perchè piangi?-                               -Non sono fatti che ti riguardano.-       -Aah!, povera hai litigato con il tuo fidanzatino?! Lui è mio.-                           -Non rompere e poi per la cronaca non sono fidanzata con nessuno e anche se lo fossi non te ne deve fregar di meno.-                         
 -Povera verginella.-
A quella parola mi alzo lasciandola lì da sola, a certe provocazioni è meglio non rispondere perchè quando l' ignoranza parla l' intelligenza tace.
Mi dirigo in classe, sapevo benissimo che da come ero irritata se restavo ancora un pò l'avrei presa a sberle, davvero non la sopporto.                         Per mia fortuna le ultime due ore finiscono velocemente, non ne potevo più di stare lì, volevo tornare a casa; quando suona la campanella, infatti, mi dirigo al motorino e senza degnare di uno sguardo a nessuno metto il casco e vado via.

Spazio autrice
Questo è un altro capitolo che ho modificato, scusate l' attesa ma l' università mi impegna molto.

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