Capitolo 11

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Brendan Bishop sputò uno stecchino bianco e mordicchiato dritto nel cestino della spazzatura, centrandolo in pieno. Anni passati a fare il cecchino iniziavano a rivelarsi utili anche adesso che passava la maggior parte del suo tempo seduto ad una scrivania traballante per le troppe scartoffie sopra.

Non era il tipo d'uomo da attrarre le donne, anzi, la maggior parte, si teneva a debita distanza da quel tipo burbero, rozzo e con un senso dell'umorismo discutibile, nemmeno particolarmente gradevole per gli occhi. Tutte tranne quella tizia fuori di testa che si ostinava a dirgli sì nonostante fossero a quota tre appuntamenti interrotti a metà, quarantasette silenzi imbarazzati e tante frasi di circostanza. Non avevano nulla in comune ed era legata ad uno dei suoi casi, ma il fatto che non gli avesse ancora proposto giochi con le manette poteva essere un punto a suo favore.

Un foglio apparì sotto ai suoi occhi. "Una firma."

Lui lo strappò di mano all'altro agente, lesse velocemente e lo restituì intonso. "Non è necessario" sbottò.

"Lo manda il procuratore" ribatté timidamente l'altro.

"Non me ne sbatte." Come se si facesse intimidire da quella stronza incapace, buona solo a intrattenere giornalisti con contorti sermoni.

"Non mi faccia perdere tempo, la prego!"

Bishop riprese il documento, già dall'oggetto e dal nome un paio di righe sotto, era chiaro che non era affatto necessario.

"Perché?"

L'agente si strinse nelle spalle. "Ordinaria amministrazione..."

"Bah" ma per quanto non fosse convinto, mise una firma pur di togliersi di mezzo quel pivellino ed evitare di dover aver a che fare con la Veels.

"Allora, chi è?" incalzò Hilary maliziosa.

"Chi?" chiese Laura.

"Dai, come chi? Tu ti vedi con qualcuno, è chiaro. Chi è lui?"

"L'unico uomo nella mia vita, è Dirac!"

"Ahah, non mi freghi. L'uomo di cui parlo io non è un adorabile marshmallow con le zampe!" rispose, accarezzando la testa del gatto che, in una settimana, aveva raddoppiato tutte le sue dimensioni.

"Davvero, Hil, non c'è nessuno" continuò a negare, ma dentro si chiedeva come diamine avesse fatto a capirlo. "Tu piuttosto? Che mi dici del tuo uomo?"

Hilary sospirò. "È odioso, burbero e vivo nel terrore di quello che potrebbe sapere di me! Uscire con lui è una stressante noia mortale!"

"Tagliala!"

"Sì, dovrei, però... tutto quel mistero che gli aleggia attorno è dannatamente sexy. E poi devo ottenere informazioni, no?"

"Come se non ti faresti sgamare al primo tentativo!"

"Ehi!" si imbronciò l'altra. "Ti ricordo che sulla carta sono una brava attrice..." e spalancò lo sguardo per la gioia. "Oltre che un'ottima fantastica insegnante!"

Laura rise. "Non te la tirare troppo, però! Non sei l'unica!"

Poteva essere fiera di sé: prima del suo arrivo, la Leanne non vinceva un premio da anni, ora erano tra le scuole più premiate ed erano solo all'inizio. La prima rassegna canora era stata vinta da Daniel e Caitlin, seguiti da Paige e Logan e i primi avevano superato anche la prima fase di quel concorso con cui Marc la ossessionava parlandone di continuo; nel contemporaneo Logan e Schuyler si erano piazzati ovunque tra i primi tre, mentre Caitlin e Nicholas avevano ottenuto un ottimo piazzamento; Charles e Taylor erano riusciti ad andare avanti nelle loro competizioni e, nel moderno, Hilary poteva vantare quattro studenti qualificati per la fase finale di uno dei concorsi più importanti sul piano nazionale. Forse non era proprio merito diretto di Laura, ma non poteva essere un caso che arrivasse lei e cominciassero a spuntare premi!

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