Ocean's Song - La Canzone del Mare

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Le ore erano scorse rapide da quando aveva lasciato Stefaniya nelle mani di Iestyn e Davin non vedeva l'ora di raggiungerla per la caccia serale. Sapeva che Eilis e Cristin si erano prese cura di lei fino a poco prima, e adesso smaniava dalla voglia di sottrarre la sirena dalle loro premurose grinfie.

Riprendere in mano la Colonia era stato facile, la cosa difficile era stata non pensare alla bionda bretone insieme al tritone dalla fulgida bellezza. Nonostante lo avesse salvato, Davin ne era sempre stato sospettoso: i suoi modi di fare così cordiali non rispecchiavano il luccichio bramoso dei suoi occhi. Era strano, ma non avrebbe saputo dire se fosse anche pericoloso e questo lo teneva sempre in allerta quando l'altro era nei dintorni... Di certo, lasciare Stefaniya nelle sue mani era stata una delle decisioni più sofferte che avesse mai preso. Soprattutto dal momento che anche lei sembrava non voler restare sola con lui.

Lasciarli insieme lo aveva profondamente turbato, a maggior ragione vedendo come il tritone la stringeva a sé. Le parole di Stefaniya poi gli avevano dato il colpo di grazia e lui si era ritirato al Tempio nel tentativo fallimentare di scacciare quella brutta sensazione di delusione che lo aveva colto, cercando di fare mente locale e capire come agire per sconfiggere quel male globale che li aveva colti alla sprovvista.

Dovevano studiare un piano d'azione e aveva radunato i diplomatici degli altri Oceani per discutere con gli altri Guardiani il punto della situazione attuale.

"Abbiamo riconquistato il Baltico, ma dobbiamo ancora scoprire dove si nascondono. Nessun Oceano è al sicuro. Occorrerà formare delle squadre che pattuglino a tappeto tutte le aree." riferì il diplomatico dei Siniharmaat.

"Concordo. Anche se l'ultima volta non ha dato molti risultati." disse il rosso Nila-ungu.

"Questo perché non eravamo preparati. Non conoscevamo la vera ingenza delle loro forze, adesso invece sappiamo contro quanti ci dovremo battere." affermò con decisione l'Aħdar del Mediterraneo.

"Vuoi dire contro quanti sono rimasti da combattere. Non so quale sia la vostra situazione, ma da noi le cecaelie sono state sterminate. Tutte." la voce era quella della sirena mandata dall'Antartico e che rispecchiava quindi la superbia della Guardiana Xantical.

Davin si lanciò uno sguardo con gli altri presenti e capì che la pensavano tutti allo stesso modo: quella donna aveva seri problemi di autocontrollo. Probabilmente il suo era un complesso di inferiorità, essendo l'unica donna a capo di una Colonia, ma lui non era sicuro che questo potesse giustificare tanta aggressività.

"Allora potresti essere così gentile da inviare alcune delle tue guerriere ad aiutarci. Se da voi il problema delle cecaelie è stato risolto è bene che mettiate a disposizione le vostre conoscenze con noi." era il Guardiano dell'Atlantico che parlava, e sebbene il suo tono fosse smorzato da quello più umile del suo diplomatico, era evidente che non approvasse quella tirata di saccenza e volesse rimettere al suo posto la sirena.

L'espressione della diplomatica che doveva riferire per bocca della Guardiana la disse lunga su cosa doveva stare ascoltando, e dopo un sospiro e un'occhiata di scuse, lasciò trapelare con più tatto possibile quello che doveva essere stato un acceso scambio.

"Certamente. Qualcuno dovrà pur mostrarvi come ci si muove in certi frangenti."

Ci fu un mormorio tra i diplomatici, che probabilmente rispecchiava quello dei Guardiani, poi un'altra voce si fece sentire.

"Apprezziamo tutti la tua disponibilità, Vaiṟṟ ṭeyl Xantical, e sappiamo quanto questo ti costi. Ma ti pregherei di non trattarci come se non sapessimo cosa fare. Ognuno di noi ha rischiato molto battendosi per la sua Colonia e non tutti hanno avuto la fortuna di uscirne indenni. Questo non fa di noi guerrieri incapaci, ma solo impreparati. Forse se ci fossimo tenuti in contatto da prima, si sarebbero potute evitare molte complicazioni e anche molte morti."