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La tensione nei muscoli di Davin era qualcosa che continuava a preoccuparla. Da quando si era separata da lui, sciogliendosi da quel tenero abbraccio, Stefaniya continuava a pensare che forse la causa poteva essere proprio la sua vicinanza. Eppure non riusciva a fare a meno di stargli così vicina. Qualunque promessa si fosse fatta prima di venire rapita da Actane, si era dissolta come krill durante una tempesta in alto mare.

Amava Davin. Adesso ne era più che sicura. E nonostante il rischio di poter mandare in frantumi quella fragile tregua che si era instaurata nel loro complicato rapporto, sapeva che non sarebbe riuscita a trattenere ancora a lungo i propri sentimenti. Non era mai stata un'amante del rischio, preferiva di gran lunga rimanere sospesa nel limbo della razionalità e delle giuste scelte piuttosto che lanciarsi nell'ignoto. Ma con Davin sentiva di poter rischiare. Anzi, che doveva rischiare.

Stringendo più forte il braccio del tritone, Stefaniya lasciò che il suo Guardiano la trasportasse verso il Tempio e poi oltre, alle Fosse. Avrebbe voluto potergli dire qualcosa per tranquillizzarlo o forse per introdurre quell'argomento tanto delicato quanto spinoso. Ma per la prima volta in tanti decenni perfino lei era confusa e incapace di riordinare le proprie idee. Gli eventi l'avevano scombussolata forse un po' troppo, o magari era stata la reazione violenta di Davin a scuoterla, arrivata fino a lei tramite il riecheggiare delle onde, ma in ogni caso non era decisamente pronta a intavolare quella discussione con lui. Non al momento, almeno. L'unica cosa di cui era sicura, era che voleva rimanergli accanto.

La decisione che aveva preso non era stata facile, lo aveva intuito da come tutto il suo corpo si era teso mentre vagliava la possibilità di mettere fine alla vita di quelle cecaelie redente, ed era perfettamente consapevole del fatto che la Colonia non avrebbe capito. Non subito perlomeno. Ma Stefaniya sapeva che Davin l'aveva fatto per lei. Si era dimostrato superiore al suo nemico non una, ma cento volte solo quel giorno, e lei non poteva far altro che amarlo profondamente per questo.

Quando Davin la fece depositare sulla morbida sabbia, la sirena sentì una stretta al cuore. Stava per lasciarla lì, in compagnia di persone che poteva solo sentire senza vederle, per andare a fare qualcosa di molto più pericoloso dello scontro con le streghe del mare: evocare Poseidone e chiedere il suo aiuto. Senza rendersene conto, Stefaniya si aggrappò con più forza al suo Guardiano, che per contro si fece preoccupato. Era evidente che anche lui voleva dirle qualche cosa, quel qualcosa che non era riuscito ad esprimere per colpa delle successive incombenze e che adesso aleggiava tra loro come una cortina d'inchiostro di seppia. Era una sensazione densa e spiacevole ed entrambi avrebbero voluto dissiparla, ma allo stesso tempo avevano paura di scoprire cosa si nascondesse oltre quel velo opaco.

Le mani di Davin si posarono sulle sue e delicatamente sciolsero la presa che Stefaniya aveva apposto sul braccio del Guardiano, trattenendole poi prima che le sue labbra trovassero la fronte crucciata della sirena. Quel contatto così dolce e inaspettato le fermò il respiro, ma subito dopo le voci concitate di Cristin, Eilis e Áine la strapparono a quel momento silenzioso eppure così eloquente.

"Non starò via molto. Tornerò appena avrò capito come fare con... loro."

La rassicurò il Guardiano, sciogliendo poi le mani dalle sue. In un gesto istintivo, Stefaniya cercò di afferrarlo di nuovo e lui parve alquanto turbato da quel suo fare impulsivo.

"Davin... quando tornerai vorrei... parlarti..."

Sentì l'acqua smuoversi dopo un attimo di esitazione e capì che lui aveva acconsentito.

"Lo faremo. Parleremo."

Quella sua promessa la mise in subbuglio nonostante fosse stata lei a chiederglielo e lentamente lasciò andare la presa per permettere al tritone di dirigersi verso il Tempio dove le cecaelie erano state radunate in attesa di quella convocazione del Padre. Avvertendo la presenza di Davin farsi sempre più labile, Stefaniya si accasciò mollemente al Fondale. Senza il suo Guardiano si sentiva quasi priva di energia o forse di spina dorsale. Improvvisamente gli eventi appena subiti le si riversarono addosso come una colata incandescente e la sirena si sentì spossata e pronta a scivolare nell'oblio; fu solo grazie all'arrivo delle tre sorelle che riuscì a restare lucida. Áine la sollevò da dietro, trattenendola con delicatezza e decisione al tempo stesso, mentre Cristin ed Eilis la tempestavano di domande su quanto accaduto e su quali fossero le sue condizioni.

Ocean's Song - La Canzone del MareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora