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Il cuore di Davin batteva rapido nel suo petto. Non tanto per l'apprensione, quanto per la nuova consapevolezza dell'amore contraccambiato di Stefaniya. A volte, la realtà poteva essere meglio di un sogno. Anche se presto o tardi, qualche spiraglio di incubo sarebbe tornato ad appannare la felicità. In quel momento, però, nonostante il timore di quanto si stavano apprestando a fare, il Guardiano del Mare del Nord non si sentiva vulnerabile e preda degli eventi, ma piuttosto il promotore delle circostanze. Era lui la forza trainante, non il Destino capriccioso. Lui avrebbe avuto in mano le sorti di quelle persone e avrebbe fatto in modo che tutti avessero l'adeguato compenso.

Lanciando un'occhiata alla sua sorellina, sentì ancora una volta il cuore perdere un battito. Non era facile accettare che Áine volesse cambiare radicalmente per quel tritone straniero, ma ormai conosceva bene i desideri e gli impulsi del cuore, ed era certo che se non avesse acconsentito, sua sorella avrebbe finito sicuramente con l'abbandonare la Colonia per diventare un'Errante, pur di restare con Chinua. E d'altronde, chi era lui per separare due cuori innamorati?

Áine gli restituì un'occhiata tesa, ma subito dopo gli sorrise stringendosi ancor di più al suo innamorato. Il Diplomatico dalla pelle d'ebano la strinse a sé in un gesto protettivo e questo fu sufficiente per il Guardiano. Negli occhi di entrambi riverberava quella luce che Davin era conscio illuminasse anche i suoi quando si volgeva verso Stefaniya. La bionda sirena si era sistemata in disparte rispetto al gruppetto che avrebbe chiesto udienza al Padre degli Oceani, e con le mani in grembo attendeva silenziosamente lo svolgersi degli avvenimenti. Perfino da lì poteva intuire il sottile filo di agitazione che la teneva rigida sulla schiena, e Davin desiderò per l'ennesima volta poterle stare accanto mentre evocava Poseidone. Ma le circostanze prevedevano che fosse lui il primo a farsi vedere e riconoscere dal Signore dei Mari e così a malincuore si era ritrovato a capeggiare il gruppo di mezza dozzina di cecaelie.

Fortunatamente nella notte non era accaduto quanto di peggio si fosse prospettato, ma al suo arrivo alla Grotta, Moreen, la strega del mare che si era erta a paladina delle sue compagne, aveva svelato che Tecmele era a conoscenza dei loro piani a causa di Paul e che presto sarebbe probabilmente venuta in prima persona a vendicare la morte della sua Prima Figlia. Davin sapeva che la Madre delle streghe del mare avrebbe voluto farsi giustizia e aveva appreso la notizia con una calma glaciale che di sicuro non gli era familiare. Ma era grazie a Stefaniya che aveva scoperto di possedere tanta forza e autocontrollo. Era per lei che voleva mettere fine a quella guerra, rendere nuovamente sicuro l'Oceano e poter tornare a vivere serenamente.

Con quella convinzione, Davin passò la levigata e seghettata pietra di selce sul proprio palmo aprendosi una ferita non troppo profonda dalla quale iniziò subito a sgorgare il sangue. Subito dopo, posò la mano sul cerchio runico scavato nella roccia della caverna e mentalmente recitò la formula d'evocazione consegnata solo ai Guardiani a loro unico ed esclusivo uso. Convocare Poseidone non doveva essere uno spasso o una leggerezza, ma una questione di urgenza o emergenza. Inoltre, la convocazione poteva non riuscire o portare a conseguenze ben peggiori della situazione attuale: non solo il Dio dei Mari poteva rifiutarsi di presentarsi, ma se non fosse stato dell'umore giusto a concedere il suo benestare avrebbe potuto punire duramente il Guardiano che l'aveva chiamato o perfino l'intera Colonia che sorvegliava. E Davin non aveva intenzione di fare la fine del suo predecessore...

Una luce azzurra avvolse dunque le dita del Guardiano e un attimo dopo, un rumore di onde che si infrangevano roboanti contro le pareti risuonò nella Grotta. Una scossa poderosa fece tremare le fondamenta su cui poggiava la caverna e da un punto poco lontano cominciò a estendersi una luce della stessa tonalità di quella che aveva accarezzato la mano del Guardiano. Affascinato, Davin rimase immobile dov'era osservando quella bolla luminescente diventare sempre più grande per poi vederne sbucare fuori l'imponente figura del Padre Divino un pezzo alla volta. L'unica volta in cui si era resa necessaria la presenza di Poseidone, era stato quando gli aveva affidato la cura e la responsaibilità di guidare la Colonia del Nord, ed allora non era stato lui a richiamare il Dio degli Abissi. Era strano rivederlo dopo tutti quei secoli... ma non quanto la sensazione di dejà-vu che quella visione evocava.

Ocean's Song - La Canzone del MareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora