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Arrivare a quella nave affondata non era stato un problema. Non appena lo avevano visto, le cecaelie di guardia lungo il perimetro li avevano fatti passare e poi scortati fino in presenza di Actane. Se aveva mai pensato che qualcuna di quelle creature potesse essere anche minimamente attraente a modo suo, quella donna-polpo gli aveva tolto del tutto quell'idea strampalata: la sua pelle violacea era costellata di miradi di cicatrici bianche e il volto solcato da rughe che non avevano niente a che vedere con l'età; i capelli che un tempo potevano essere stati serici come quelli di qualunque altra fanciulla erano secchi e stopposi, privi di quella lucentezza che li avrebbero resi simili ad ali di corvo, e sembravano semplicemente appesi alla sua testa come rametti carbonizzati. E i suoi occhi, come quelli di qualunque altra strega del mare, erano di un rosso acceso, come il sangue che le piaceva veder scorrere.

Il cuore aveva iniziato a martellargli forte nel petto mentre rimaneva fermo a diverse pinne di distanza da lei, con due dei suoi migliori guerrieri alle spalle a proteggerlo lancia alla mano. Lui era venuto disarmato: di certo non c'era bisogno di apparire più aggressivi di quanto necessario, considerando che sarebbe dovuto riuscire a intrattenere quella donna e le sue adepte il più possibile.

"E così tu saresti il Guardiano del Mare del Nord?" aveva esordito la donna spalleggiata da altre due creature tentacolate. "Poseidone deve essere proprio disperato se ha messo un ragazzino a Capo di uno dei suoi Fondali."

Lui non aveva reagito alla provocazione. Era perfettamente consapevole di come appariva agli occhi di quelle streghe e riteneva che più l'avessero sottovalutato, maggiori probabilità avrebbero avuto di sopraffarle.

"Non meno di Tecmele vista la scelta di tenere te come suo luogotenente."

L'espressione della donna era mutata subito: da divertita e spavalda era divenuta truce, segno che Davin aveva in qualche modo colpito un nervo scoperto.

"Madre Tecmele mi ha dato la vita. Le devo ogni obbedienza. Se decidesse di destituirmi, non la biasimerei. Ma non esiste cecaelia più fedele e abile di me, e lo dimostra il fatto che dopo più di trecento anni di battaglie, io sono ancora il suo braccio destro."

Farla parlare, alla fin fine, non sembrava essere un ostacolo insormontabile. Ciò che però glielo rendeva ostico erano le voci intermittenti di Stefaniya e Iestyn, che perfino a quella distanza dall'imbarcazione infossata poteva avvertire. E ciò che aveva percepito non gli piaceva neanche un po'.

Con il cuore in tumulto, Davin cercò di mantenere la facciata indecifrabile che aveva messo su da quando erano partiti dal Tempio mentre la voce della sua bionda sirena si diffondeva a tratti nella sua mente, facendogli carpire i suoi piani suicidi di fuga.

Avrebbe voluto fermarli, dire loro di non muovere una squama perché presto sarebbe andato lui da loro, ma doveva rimanere concentrato su Actane e su quanto poteva fare per trattenerla. A maggior ragione adesso che sapeva quali erano le intenzioni di quei due sconsiderati tenuti in ostaggio.

"Il suo braccio allora è molto presuntuoso, soprattutto se crede che basti questo a impressionarmi. Non sono le battaglie a rendere migliore una persona, ma gli ideali per cui combatte. E voi avete iniziato questa guerra per i motivi sbagliati."

Anche se sapeva che non ci sarebbe riuscito facilmente, voleva far vacillare la sicurezza della donna quel tanto che bastava per tergiversare e farle scoprire le sue carte. La piega che prese la bocca della strega del mare non lasciava presagire niente di buono, ma Davin fu contento di constatare che aveva toccato le corde giuste, sebbene pericolose.

"Tu non puoi minimamente capire quali ragioni ci abbiano spinte a intraprendere questa guerra. Superano qualunque idea tu ti sia fatto di noi, piccola aringa che non sei altro. E non ti permetto di insudiciarle con la tua tracotanza di Guardiano."

Ocean's Song - La Canzone del MareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora