Prologo

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Mauntal era, per molti aspetti, un villaggio insignificante. Coperto di neve otto mesi l'anno e sferzato dalle piogge per i restanti quattro, era separato dalla capitale da un'aspra catena montuosa, su cui neanche gli stambecchi osavano avventurarsi. Gli abitanti, scorbutici e solitari, erano superati largamente in numero dal bestiame, e non rimanevano mai fuori casa più del necessario. Ma questo fu un bene, perché forse, se qualcuno quella sera avesse buttato l'occhio sulla via principale, avrebbe visto l'uomo spuntare dal terreno.

Era appena calato il sole, quando in mezzo alla neve si aprì un buco di almeno un metro di diametro. Ne  uscì lentamente una figura alta e fine, come se sotto ci fosse una pedana a spingerlo. Appena arrivò a livello terra, incrociò le mani dietro la schiena e si avviò fra le case, come se non fosse successo nulla di anormale. Solo dai suoi movimenti controllati si poteva capire che chiunque fosse, era una figura molto più distinta degli abitanti del posto. Sotto la luce della luna erano visibili capelli neri lunghi fino al petto, occhi duri come la pietra e un'espressione infastidita, che deformava un volto altrimenti mozzafiato. Aveva addosso solo un elegante completo di velluto nero, con bottoni d'avorio e cuciture di filo d'argento che brillavano come stelle: non proprio un abbigliamento da montagna, insomma. L'uomo sembrava non fare caso al freddo, e con le mani strette su un piccolo fagotto di lana si incamminò per la strada che portava in cima alla montagna.

Arrivò sulla vetta a mezzanotte passata: la scalata, che per una persona normale sarebbe stata tremendamente faticosa, non sembrava aver richiesto all'uomo il minimo sforzo. Il suo completo era splendente e senza neanche un graffio. Cominciò a vagare fra gli abeti con aria via via più eccitata e impaziente, come se avesse quasi finito un puzzle e dovesse trovare solo l'ultimo pezzo. Dopo una buona mezz'ora di ricerca si immobilizzò davanti a un albero che altrimenti sarebbe passato inosservato: probabilmente morto da tempo, pareva stare in piedi per miracolo. L'unico particolare era nei nodi del legno, che sembravano formare una "D" quasi perfetta. Il giovane si avvicinò al segno, e, tutto tremante di euforia, premette la mano sulla corteccia. Quella intorno al nodo venne via subito, rivelando una nicchia perfettamente sferica e chiaramente artificiale.
L'espressione estatica dell'uomo si trasformò in un ghigno vittorioso. -Finalmente- Disse. Aveva una voce roca e profonda come quella di un vecchio, che mal si addiceva al suo aspetto giovanile. Dal suo fagotto estrasse con estrema delicatezza una sfera che sembrava di cristallo; dentro vi volteggiavano strane nebbie, di tutte le tonalità del blu. L'uomo se la portò davanti agli occhi per ammirarla, poi la poggiò nella piccola conca dell'albero. Senza preavviso, dall'abete partì una fiammata più luminosa del sole, che probabilmente accecò tutta la vallata già stordita dall'esplosione: quando il fascio di luce svanì, c'era qualcosa -o meglio, qualcuno- al posto dell'albero.
-Mio signore!- L'uomo si buttò in ginocchio davanti alla figura. -La stavamo aspettando. Ho fatto come mi ha chiesto, ho radunato tutti gli alleati.- Fissò dritto negli occhi il misterioso personaggio nell'ombra. -Siamo pronti ad attaccare-
Fra le montagne risuonò una risata terrificante, seguita dal ruggito malefico di un drago.

N.d.A
E qui comincia la revisione! Riguarderò tutti i capitoli, e quando avrò finito la storia continuerà ❤️
Perché, credetemi, ancora molto deve succedere.

SPIRIT DRAGONS || I primi CinqueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora