Per il villaggio di Gils quello era un giorno importante: Rein, la figlia del capoclan che governava la regione, aveva scelto di fare lì la sua Cerimonia del Nettare, nel pittoresco paesino dove la famiglia passava l'estate. Per l'occasione suo padre aveva organizzato una grande festa a cui tutti erano invitati, piena di buon cibo, canti, balli e divertimento, sia che Rein avesse richiamato un drago, sia che fosse rimasta senza. Quale uomo sano di mente se la sarebbe persa?
A dir la verità, c'era davvero un ragazzo che non aveva nessuna voglia di partecipare.
Kesmir stava correndo per le vie del paese, intenzionato il più possibile a allontanarsi da tutta quella gente. Sicuramente da qualche parte dietro di lui la sua famiglia lo stava cercando, ma era lo stesso deciso a non fermarsi. Non voleva far capire a nessuno in che stato era. Quando pensò di essersi allontanato abbastanza trovò una pila di botti piene di vino e ci si nascose dietro, sicuro che nessuno l'avrebbe mai trovato. Da un spiraglio fra le botti fissò le strade deserte di Gils: erano tutti alla Cerimonia. La sua Cerimonia.
Meno di un'ora fa anche lui si stava preparando per salire sul piccolo palco e ricevere il nettare -nonostante non nutrisse grandi speranze di richiamare un drago- insieme a Rein ed altre due ragazze, ma mentre si stava sistemando l'abito dei ragazzi più grandi l'avevano accerchiato. Gli ripeterono le stesse cose che gli urlavano ogni giorno a scuola, con tanto di spinte e ghigni, ma se gli altri giorni aveva imparato ad ignorarli, in quel momento gli fecero particolarmente male. Possibile che non potessero lasciarlo in pace neanche prima della sua Cerimonia? Ma tanto a nessuno a parte la sua famiglia interessava che ci fosse anche lui: volevano Rein, non uno stupido pastore sordo, come l'avevano chiamato quei ragazzi.
Con la "maledizione" del non sentire Kesmir ci era nato, di conseguenza nei suoi dodici anni di vita non aveva mai sentito un solo suono che non venisse dalla sua testa. Appena fu in età da apprendimento, suo nonno -Il suo fantastico e defunto nonno Litrus- gli aveva insegnato il linguaggio dei segni, ma Kes imparò presto che trovare qualcuno che lo sapeva era più difficile di trovare un altro sordo. Per necessità imparò quindi a leggere le labbra e riprodurre i movimenti che vedeva: la gioia dei suoi genitori quando scoprirono che Kes riusciva a parlare fu indescrivibile. Leggere le labbra aveva comunque un difetto: Kes poteva capire solo le persone nel suo campo visivo, pertanto se qualcuno gli parlava all'orecchio era per lui impossibile sentirlo. Guarda caso, quella era una delle torture preferite dei suoi bulli.
Il ragazzino avrebbe voluto restare lì nascosto per almeno i prossimi dieci anni, ma ovviamente il suo desiderio non si avverò: dopo qualche secondo sentì una mano che gli tirava la manica. Scattò, pensando che fossero di nuovo quei teppisti, e invece si vide apparire davanti uno dei suoi quattro fratelli maggiori, Francis. Il diciassettenne C ominciò a segnare: "Dov'eri?! Ti stavamo cercando!". Anche senza poter sentire il tono di voce, Kes riusciva a percepire la sua preoccupazione."Perché sei scappato un quel modo?" Chiese Francis.
"Non... Mi sentivo tanto bene" Rispose il fratellino. Avrebbe potuto parlare, ma in quel momento non aveva voglia di sentire la misera vibrazione che era la sua voce.
Francis lo guardò con aria truce."Kes, abbiamo visto cosa è successo. L'hanno visto tutti. Se invece di fuggire fossi rimasto un altro po' avresti visto che lavata di capo abbiamo fatto io e Harold a quei bulletti di strada!"
Kes chinò il capo, in silenzio, e il fratello gli rialzò gentilmente il mento."Non lasciare che ti rovinino la tua Cerimonia. È il tuo momento, ragazzino. Sfruttalo."
"Ma a che serve se..."
"A scoprire un drago fantastico come te." Gli tese la mano, e cominciò a parlare normalmente. -Dai, un altro paio d'anni e sarai alto due palmi più di loro, e cento volte più maturo. Allora potrai stroncarli-
-Dici?- Disse il ragazzo, scettico.
-Certo!- rispose Francis -E ora andiamo, non vedo l'ora di scoprire qual è il tuo drago!-
Kesmir sospirò, ma si tirò in piedi e uscì dal suo nascondiglio.-Secondo me non vedi solo l'ora di mangiare il cibo del capoclan- Lo stuzzicò.
Francis gli scompigliò la zazzera bionda ridendo (ma non negando) e lo ricondusse in Piazza.
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SPIRIT DRAGONS || I primi Cinque
FantasyIn un mondo dove umani e draghi possono legarsi in modo unico e indissolubile, la vita sembra perfetta. Ma è solo un'apparenza. Scoppia la Prima Guerra del Continente: migliaia di uomini, capeggiati da un leader sanguinario, mettono in ginocchio met...