Ambra e Yong'in

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Ambra restò impalata, con ancora la coppa che conteneva il Nettare in mano, a fissare il drago che le era apparso davanti. Non un drago, il drago. La silhouette snella e curva, le scaglie rosso fuoco e i pennacchi fiammeggianti che gli sormontavano zampe e muso erano inconfondibili: lei aveva richiamato Yong'in, il Drago Protettore dell'Impero del Fuoco. Chi si sarebbe immaginato che Ambra Yu, la timida e mansueta figlia del fabbro, avrebbe richiamato l'impulsivo e coraggioso Yong'in, Capo dei guerrieri, Padre della Patria? Di certo non lei. Dietro le sue spalle il pubblico si era ammutolito: molti degli abitanti non si erano neanche presentati, tanto doveva essere monotona la cerimonia. Dentro di sé Ambra aveva sempre sperato in un drago, ma non si sarebbe mai aspettata di ricevere addirittura il drago protettore del suo paese. Intanto Yong'in la fissava con aria di sfida, in attesa della sua prossima mossa.
Il Mantello Verde del paese, Arvan, un ragazzo sulla ventina con la pelle scura e i capelli neri come il carbone, reagì prontamente, mandando tutti a casa e dicendo che doveva andare subito a fare rapporto al Centro Mantelli Verdi della provincia.
—Aspetta!— Gli urlò dietro Ambra.—E io cosa dovrei fare con... Lui?—
Arvan non la guardò nemmeno. Sembrava quasi apatico mentre rimetteva a posto le sue cose, ma i suoi occhi tradivano preoccupazione.—Dagli da mangiare e andrà tutto bene, sarò di ritorno domattina presto— Disse, prima di andarsene.
La folla ormai era quasi del tutto scemata, ansiosa di riportare la notizia, e i pochi che restavano le lanciavano degli sguardi di curiosità, paura e addirittura rispetto; non era abituata a questo tipo di attenzioni.
Si strinse le spalle e fissò gli occhi verde giada di Yong'in. —Bene, ehm... Andiamo a casa?— Propose. Non era sicura che potesse capirla, ma il drago sbuffò e si alzò in volo, lasciandola sola e confusa.

Arrivò a passo svelto davanti alla vetrina dell'officina di famiglia, dove suo padre la stava aspettando a braccia conserte. Accanto a lui sedeva Erdene, il suo spirito drago: era una draghessa del Calore, con le scaglie rosso scuro e le ali blu come la notte.
—Prevedo guai, una montagna di guai...— Borbottò l'uomo, guardando Yong'in atterrare. Ambra corse ad abbracciarlo, in cerca di conforto. L'unica cosa che voleva sentire ora erano le braccia muscolose del padre che la confortavano con un abbraccio e la sua vociona bonaria.
—Forse non significa niente. Forse... Resterà tutto normale— Ipotizzò Ambra, non osando toccare il drago rosso.
Suo padre scosse la testa. —Dove ci sono affari dei Mantelli Verdi ci sono problemi, ricordatelo— Sentenziò con uno sguardo di pietra.
La dodicenne non sapeva bene da dove venisse l'odio che suo padre provava per i sacerdoti, ma aveva il sospetto che c'entrasse qualcosa con sua madre, morta quando lei era piccola...
—Sono quasi le undici, è ora di dormire— Disse piano suo padre. Probabilmente aveva notato il turbamento della figlia, e credeva che un po' di sonno le avrebbe fatto bene. Spinse gentilmente Ambra verso le scale che portavano al loro appartamento. —Domani sembrerà tutto migliore— Promise. La ragazza neanche protestò, come se il solo sforzo di ragionare fosse troppo faticoso.

Da sola, nella sua camera buia, Ambra fissava il soffitto a volta e intanto pensava a cosa sarebbe successo ora che Yong'in era con lei. L'imperatrice Channary avrebbe voluto vederla? Avrebbe dovuto trasferirsi nella capitale?
Quella sarebbe dovuta essere una sera felice: se avesse richiamato un drago suo padre sarebbe venuto a prenderla per portarla fuori (lui alla cerimonia non era venuto, troppa roba dei Mantelli Verdi), e se non avesse richiamato nulla sarebbero usciti lo stesso, a mangiare ravioli, zuppa di miso, pesce vulcanico e tutti gli altri piatti preferiti di Ambra.
E invece era a casa, legata a un salvatore nazionale impulsivo e  ultramillenario.
Si mise seduta sul letto, senza un briciolo di sonno, e guardando fuori dalla finestra quasi non le venne un colpo: Yong'in era seduto sul davanzale, come una sfinge a guardia della casa. Sospirò. Suo padre le aveva sempre detto che tutto ciò che riguardava i Mantelli Verdi era da evitare, e adesso lei c'era dentro fino al collo. Dal piano terra riusciva a sentire l'uomo che parlava con Erdene. Sembrava... Preoccupato. Aveva gli stessi pensieri della figlia? Ambra chiuse gli occhi e inspirò profondamente. Domani Arvan tornerà e sapremo cosa fare. Non ti lascerò, papà...

SPIRIT DRAGONS || I primi CinqueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora