Illyria e Nova

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Illyria si svegliò con la sua tata, Renee, che torreggiava su di lei. Di norma si sarebbe ritirata le coperte sulla testa, ma quello non era un giorno qualsiasi.
—Buongiorno, principessa. Siete eccitata per la cerimonia?— Le chiese Renee, che intanto era andata ad aprire le tende delle imponenti finestre.
La ragazza saltò fuori dal letto e iniziò a volteggiare per l'enorme camera, sorridendo.—E come potrei non esserlo? Mi preparo per questo giorno da tutta la vita!— Esclamò, su di giri.
—Allora vi conviene muovervi, fra meno di mezz'ora arriverà il Mantello Verde di corte...
Mezz'ora?— Illyria si bloccò. Avrebbe dovuto svegliarsi due ore prima! —Come posso prepararmi in mezz'ora?—Si chiese, agitata.
Per fortuna la sua tata non era una che si lasciava prendere alla sprovvista: aveva già preparato tutto l'occorrente per lavarsi e acconciarsi, e su una poltrona era steso un bellissimo vestito al ginocchio color malva. —Renee, sei il mio drago protettore— Sospirò la Principessa.

Come ogni ragazzo e ragazza del mondo, Illyria era speranzosa riguardo al suo spirito drago. Rispetto agli altri, però, aveva una marcia in più: veniva da una lunga stirpe di Legati, e, inoltre, i funzionari di suo padre facevano di tutto per garantirle uno Spirito Drago. Non una leggenda era stata mancata -infatti da un mese Illyria dormiva con un maledetto ciottolo dal Continente sotto il cuscino, e non usciva mai senza qualcosa di Viola addosso. Tutti volevano per lei un drago maestoso, che desse valore alla sua dinastia, ma nel profondo la ragazza dagli occhi più belli del Regno non era d'accordo. Se qualcuno si fosse scomodato a chiedere cosa voleva lei, la ragazza avrebbe risposto semplicemente di essere come sua madre: la regina Calliope, amica del popolo, era diventata una grande donna senza bisogno di un drago, e ormai da anni stava viaggiando per il Continente nei paesi più poveri. Anche se Illyria, bloccata in quelle isole spaziali che erano la Galassia Infinita, non vedeva la madre da secoli, provava ogni giorno ad assomigliare di più. Visto che la somiglianza fisica era già impressionante (stessi occhi verdi, stessi capelli rossi rilucenti come stelle, stessa pelle pallida) provava a fare del bene. Dava via vecchi vestiti, parlava con i servitori e aiutava le altre ragazze. Avrebbe voluto fare di più, ma "purtroppo" il suo Regno non conosceva povertà: su nello spazio, coperta da cupole biosferiche, l'insieme di isole che formavano la Galassia Infinita avevano la concentrazione più alta in assoluto di benestanti e acculturati. Il fatto di poter raggiungere il Continente solo con i Portali aveva reso il Regno estraneo a guerre, carestie, degrado e molto altro; in pratica, un mondo perfetto. Perfetto come la sua famiglia reale, e soprattutto come la principessa. Ma Illyria era stanca di essere considerata la figlia viziata di sua madre, e magari, pensava, non richiamare un drago avrebbe aprire gli occhi del popolo sulle sue vere capacità... Che a dirla tutta doveva ancora scoprire lei stessa.

—Ed ora acclamiamo Marco e Orione, figli del consigliere reale Stanislaus, e soprattuto la nostra amata principessa ed erede al trono, Illyria!—
Dal salone si levarono esclamazioni di gioia, e tutti applaudirono i tre ragazzi. Sotto quelle decine di sguardi, Illyria avrebbe voluto scappare e nascondersi fra le braccia di Renee, ma non poteva. Una principessa non scappa mai davanti ai suoi doveri, s'impose. La sua nuova vita stava per cominciare. Drago o non drago, quel giorno avrebbe cambiato tutto.
Arrivarono finalmente davanti ai troni, dove ad aspettarli su un altare elaborato c'era l'anziano Mantello Verde di corte, grasso e senza capelli. Dalla sua espressione sembrava che non ridesse da anni. Sul suo avambraccio c'era il tatuaggio di un drago Bizuriano, cioè un robusto drago viola e verde a due teste. Il vecchio allargò le braccia, e un bambino, probabilmente il suo assistente, gli portò un'anfora d'oro piena di liquido viola. Lentamente e con gesti simbolici, il Mantello Verde ne riempì tre ampolle fino all'orlo, per poi porgerle ai tre ragazzi. Illyria sarebbe stata l'ultima: un mito diceva che le avrebbe portato fortuna.

I due gemelli vollero berlo insieme: al primo, Marco, non accadde niente, ma invece a Orione, dopo una piccola esplosione, apparve davanti un drago Cometa, le verdi scaglie infuocate che rilucevano come cristalli. Tutti i presenti rimasero immobili per qualche secondo, poi cominciarono ad acclamarlo e Marco lo abbracciò. Da sotto l'altare, Illyria vide la madre dei gemelli che già rilasciava dichiarazioni alla stampa, con le lacrime agli occhi.
Anche lei applaudì e sorrise, ma dentro era in ansia e non sapeva neanche perché.
Forse perché muori dalla voglia di avere un drago, ma continui ad indossare la maschera della principessa gentile e caritatevole! Le sussurrava una voce nella testa.
Scacciò il pensiero. Era sicura di essere degna di sua madre... O no?
—Principessa?—La chiamò impaziente il Mantello Verde.
La ragazza si riscosse, e voltandosi notò che stavano tutti aspettando lei. Era questo il momento topico della serata, per quanto bella fosse stata la cerimonia di Orione. Con la coda dell'occhio vide suo padre, un uomo basso ma robusto e dalla faccia gentile, che la rassicurò con uno sguardo solidale.
Fece qualche nervoso passo avanti -nulla a che vedere con la camminata aggraziata che avevano provato- e prese l'ampolla dalle mani del vecchio, poi mandò giù il Nettare tutto d'un fiato: invece del dolce sapore di torta descritto dal padre, si ritrovò la gola in fiamme. Quella roba era mostruosamente piccante!
Illyria represse le urla e tornò al suo posto. Aspettarono cinque secondi o più, ma non accadde niente. La rossa si sentì stringere il cuore: era quello che voleva, no? Ma allora perché si sentiva così delusa?
Tutt'a un tratto una luce proveniente dallo spazio la accecò. La principessa restò a bocca aperta: davanti a lei c'era una stella cadente mostruosamente vicina, che veniva dritta verso la biosfera. Come avevano fatto gli astrofisica a non prevederla?! Sotto gli occhi sgranati dei presenti, il corpo celeste trapassò la cupola e le mura del palazzo come fossero aria, e atterrò proprio sopra l'altare. Non ci fu nessuno schianto: anzi, man mano che il fumo si diradava, quella che sembrava una stella era in realtà una draghessa giallastra, con ali e artigli viola e ben sei occhi che sembravano racchiudere l'universo intero.
Illyria rimase a bocca aperta. Conosceva quella faccia più di quella della sua stessa madre. —Tu sei Nova— Sussurrò.
La folla di nobili cominciò a riprendersi dallo schock e a bisbigliare.
—Nova? Quella Nova?—
—La guardiana della Galassia Infinita, Protettrice del tempo?—
—È impossibile, la vera Nova è morta anni fa! Sarà un drago selvatico—
—Idiota, nessuno può evocare un drago della razza del Protettore della sua terra!—
Piano piano smisero di sussurrare e cominciarono a inneggiare il nome della principessa, prima piano e poi sempre più forte, ma lei non ci badò. Tutta la sua concentrazione era su quel drago: ora che aveva richiamato una draghessa così regale poteva dire addio all'idea di essere uguale a sua madre. Distolse lo sguardo, ancora confusa, per poi posarlo sul Mantello Verde: anche lui la guardava, ma in un modo tutt'altro che amichevole.

—Devo andarmene?— Ripeté allibita Illyria, mentre seguiva il vecchio nei tortuosi corridoi del palazzo.
Subito dopo la cerimonia, il Mantello verde l'aveva portata con sé nel loro quartier generale, dicendo solo che non c'era tempo da perdere.
—Esatto— Rispose l'uomo —Qui non siete più al sicuro—
—Non più al sicuro della Galassia Infinita? Ma per favore! Io vedo solo un maniaco che ha rapito dalla sua festa la Principessa! Mio padre lo verrà a sapere!—Lo minacciò rabbiosa la ragazza, urlando l'ultima parte. Intanto Nova le camminava leggiadra accanto, felice di potersi sgranchire le zampe dopo tanto tempo.
L'uomo la guardò con espressione glaciale. —Non ha la minima idea di quanti pericoli abbia attirato richiamando un Drago Protettore. Il re sarà d'accordo con me. L'unico posto dove può stare, adesso, è la nostra Roccaforte, nella Repubblica della Luce. Lì troverà altri come lei. Qua fuori c'è già un Mantello Verde pronto ad accompagnarla nel portale...
Illyria piantò i piedi a terra e non lo fece finire. Sapeva che era un comportamento infantile, ma non poteva farne a meno: se quell'uomo voleva portarla via da casa avrebbe dovuto passare su di lei.—Lei non ha nessun diritto di mandarmi in un altro paese. Possono proteggermi benissimo qui senza "altri come me", e Nova dovrebbe restare nel Regno invece di essere spedita lontano dalla sua gente!—
—Principessa...—
—Silenzio! Non credo a una parola di ciò che ha detto, e se non mi riporterà subito a palazzo la farò arrestare! Chi crede che farebbe mai del male a una dodicenne?— Ringhiò Illyria, incapace di immaginare una cosa simile e risoluta come una regina.

Proprio in quel momento una freccia trapassò il braccio del vecchio, facendolo cadere agonizzante a terra. La ragazza urlò, terrorizzata, mentre tre figure in nero si calavano nella sala e correvano dritte verso di lei. Anche se non l'aveva mai fatto, Illyria si preparò a dare un pugno, ma non ce ne fu bisogno: una Nova ringhiante saltò addosso agli aggressori, frantumandogli le ossa con dei sonori CRACK.
La principessa la guardò con un misto di riconoscenza, rabbia e orrore, ma non era il momento per discutere. Così, seguita dalla draghessa, corse verso l'esterno, dove trovò il portale ma nessun Mantello Verde. Sperando che i tre sicari non l'avessero ucciso, si strinse a Nova, selezionò le coordinate preimpostate della Roccaforte e si tuffò senza pensare in quella mistica luce azzurra.

SPIRIT DRAGONS || I primi CinqueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora