Capitolo 3

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Sono passate ore da quando l'ho visto ai colloqui. Nemmeno lo stare con le amiche mi ha fatto dimenticare Lorenzo. Chissà perché proprio ora doveva arrivare un raggazzo nella mia vita. Era da mesi oramai che non avevo interesse per qualcuno, ed invece punto e a capo.
Non so nemmeno se io lo possa chiamare interesse questo. Del resto non sono passate neanche 12 ore. Eppure è nel mio cervello, e non ha intenzione di andar via questo bellissimo ricordo.
Basta, devo smetterla di ossessionarmi ogni volta però.
Non ne posso più, scrivo a Sofi e vedo se può parlare, lei saprà cosa fare. Di sicuro non mi rispondrà ora, però ci provo. Magari temporeggio su facebook, vediamo se hanno pubblicato qualcosa Mengoni o Bernabei...almeno mi distraggo.
Non capisco che senso abbia pubblicare foto di musicisti nella propria pagina facebook...io voglio vedere la persona che seguo non i suoi musicistiiiiii! Evitiamo di impazzire per cose così futili, manteniamo un minimo di serietà e distraiamoci.
Mi è appena arrivata una richiesta di amicizia. Quasi sicuramente è uno di quelli pervertiti, che se accetti l'amicizia ti iniziano a scrivere 'ciao piacere tizio. Sei fida?! Vuoi conoscermi?'
Ma cosa!?! Morti di figa....
Ah no, non sembra uno di quelli. Lorenzo Rossi....Lorenzo... Oh. Cazzo. Lorenzo.
Di accettarla l'ho accettata, però no, non gli scriverò mai. Ha risposto Sofia, devo dirgli tutto in poche parole, prima che lasci un'altra volta il teleono.
'Eli scusa, sono appena tornata in hotel. Dimmi tutto in maniera sintetica!'
'Sofiii...allora in poche parole.
Ai colloqui ho scontrato un ragazzo molto carino, e mi è cascato il telefono vicino a lui. Me lo ha raccolto lui, e poi mi ha raggiunto alla macchina per darmi due scontrini che erano cascati dalla cover. Li per li è stato imbarazzante e ci siamo presentati, ora ho appena accetato la richiesta a Lorenzo Rossi, il ragazzo dei colloqui.'

Come sospettavo ci ho messo troppo. Sofia ha spento il 3G poco prima che io inviassi il messaggio. È passata mezz'ora ormai. Dubito che mi arrivi presto la risposta.
Vabbe meglio mettere fine a questa giornata. Domani ne dovrò affrontare una peggiore da quanto ho capito.

7.20
È giovedì, ho il treno fra 10 minuti e sono ancora a casa. Oggi per fortuna a scuola ho solo cinque ore, ma non sono una passeggiata. Sto facendo ritardo perché come sempre ho perso tempo nello scegliere cosa indossare. Alla fine ho optato per i soliti jeans boyfriend, la maglia bianca della Vans e anche le scarpe Vans,ma nere. Naturalmente non trovo gli auricolari...ma mi rifiuto di uscire di casa senza, non sarei tranquilla.
Ho preso tutto, ma sono già passati cinque minuti. Per fortuna abito poco distante dalla stazione quindi come previsto sono arrivata due minuti prima dell'arrivo del treno.
Oggi sono sola, i miei amici non sono venuti perché hanno la febbre.
Odio dover fare il viaggio in treno in piedi, adoro trascorrerlo però con la musica nelle orecchie e senza distrazioni. Eppure non ci riesco oggi, sento qualcosa di strano nell'aria...vabbe, non starò poi così bene nemmeno io.
Ha iniziato a piovere, devo scendere dal treno per raggiungere la scuola, ma non ho nè ombrello nè cappuccio, mi bagnerò tutta. Che disagio.
Gocce di acqua fredda scorrono sul mio viso e sto correndo per evitare di passare troppo tempo sotto questa pioggia. Un qualcosa di azzurro compare sulla mia testa, e come per istinto tolgo gli auricolari voltandomi. Devo ammettere che di prima mattina queste cose ti fanno migliorare di gran lunga l'umore.
Lorenzo è avanti a me con un'ombrello in mano e un sorriso affascinante stampato in volto.
"Buongiorno, ti chiamavo da due minuti ma non mi sentivi, stavo rischiando di cadere per raggiungerti"
"Ah...buongiorno a te. Scusami Lorenzo avevo le cuffie, grazie mille per avermi raggiunto"
"E di che?!? Come potevo lasciare una ragazza, bella e indifesa, in balia della pioggia?"
Mi sento subito avvampare, scommetto tutto ciò che ho, che la mia faccia è rossa come un peperone; non sono solita ricevere complimenti.
Mi fa sempre lo stesso effetto.
"Direi di incamminarci altrimenti saremo costretti ad entrare alla seconda ora di questo passo"
Cerco di cambiare argomento, ma guadagno solo la comparsa di un sorriso mozzafiato e malizioso sul volto di Lorenzo.
"Indirettamente, mi stai proponendo di andare a fare colazione insieme e perdere un'ora straziante di lezione?"
"Non ho mai detto questo" sorrido con lui.
"Bhe, allora te lo propongo io. La signorina vorrebbe degnarmi della sua compagnia per un'ora?"
"Ne sarei estasiata...ma purtroppo non ho ancora 18 anni, non posso entrare a scuola senza permesso."
"Si da' il caso che una persona fra noi due abbia compiuto diciott'anni meno di un mese fa, se ti va ti firmo io il permesso"
"Eh va bene, ma solo perché stamattina no ho fatto colazione."
Stiamo camminando spalla contro spalla, o meglio spalla contro braccio, sotto un ombrello molto piccolo. Ma va benissimo così. Anche se nell'aria si sente quel velo di imbarazzo costantemente presente, riesco a cogliere ogni attimo, ammirando Lorenzo con la coda dell'occhio.
È più alto di me di circa 20 centimetri, ha occhi e capelli marroni. Lineamenti perfetti circondano i suoi occhi piccoli ma infinitamente espressivi.
È vestito perfettamente in linea a ciò che la società ritiene alla moda. Pantaloni neri, scendono sulle gambe, finendo in risvoltini perfettamente simmetrici. Adidas bianche e nere, richiamano la maglia bianca che sbuca da sotto al maglioncino nero. Poi quel tocco, quel giubbotto di jeans, che apparentemente non centra nulla, ma gli sta infinitamente bene. È un po' più chiaro di quello che ho deciso di indossare io come giacca. Questo puro caso, fa comparire sul mio volto un accenno di sorriso. Lorenzo sembra rendersene conto e si volta verso di me con gli occhi pieni di curiosità.

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Spero che questo capitolo vi piaccia, non vedo l'ora di arrivare ai momenti importanti di questa storia.
Lasciate una setellina se vi è piaciuto, e commentate per suggerimenti vari o per dirmi cosa ne pensate. Un bacio😘💘

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