AURORAC H E G I O R N A T A O R R I B I L E.
Dire addio a Vittoria, anche se sapevo che era piu un arrivederci che un definito saluto, non cambio molto la situazione. Essere li all aeroporto aveva reso tutto cosi reale. Il pensiero di questo giorno mi aveva accompagnato nell ultimo periodo, immaginando come potesse essere, ma la mia immaginazione era stata piuttosto buona emettendo la parte più brutta: il vuoto che mi aveva lasciato. Anche se non avevo pianto. E a peggiorare il tutto era stato vedere Manuel cosi.. distrutto. Non l avevo mai visto in quello stato. Cosi decisi di andare a bere un caffè con lui. Non avrei mai potuto lasciarlo in quello stato, sarei stata con lui finché non sarebbe stato emotivamente più stabile. Poco dopo pero chiamo Noah. Fui la prima a spingerlo a raggiungerlo, anche se il suo amico non mi piaceva, sapevo che aveva bisogno di lui. Se mi fossi trovata in quella situazione avrei voluto avere accanto anche io il mio migliore amico. A quel pensiero rabbrividì. Io non potevo averlo vicino.Arrivata a casa ero emotivamente distrutta. Volevo solo andarmene a letto e dormire, ma i miei piani si distrussero quando vidi tutta la mia famiglia riunita in salotto. Non avevo proprio voglio di discutere con loro, soprattutto perché questa volta non avevo fatto nulla per una ramanzina. La mia stanza brillava, la cucina era impeccabile e avevo avvertito Donatella che non avrei pranzato a casa, ma nonostante il mio comportamento impeccabile, sapevo che avrebbero comunque trovato qualcosa che non andava. Cercai di ignorarli e dopo averli salutati con un comune "ciao" mi avviai verso la mia camera. Stavo varcando la soglia della camera quando senti mio padre chiamarmi. Alzai gli occhi al cielo e a braccia conserte feci marcia indietro.
Le loro facce erano un mix di preoccupazione e tensione. Nulla di nuovo. I gemelli erano seduti sui divanetti laterali, mentre mio papa teneva le mani a sua morosa sul divano. Io mi sedetti sul mobiletto della televisione e poco dopo mi raggiunse il gatto.
Dopo un po nessuno aveva ancora aperto bocca e io iniziai a spazientirmi parecchio.
<<cosa ho fatto sta volta?>> sbottai io
Mio padre si rabbui e corrugo la fronte.
<<Rora. Non hai fatto nulla di male, per il momento>> scandì quest ultime parole molto lentamente, il che mi irrito ancora di più. << vogliamo solo condividere con te una bellissima notizia>> si fermo osservando la mia espressione, ma ero impassibile, cosi continuo.
<<beh ecco e successo un piccolo miracolo e..>>
Donatella lo interruppe e continuo la frase per lui << sono incinta>>
Mio padre la guardo stupito, Federico tratteneva una risata e Giorgio diete una gomitata al fratello. Li guardai uno ad uno, sperando che fosse uno scherzo o qualcosa di simile. Mio padre aveva quasi cinquanta anni e lei 44 come diavolo avevano fatto a cacciarsi in questa situazione!? E poi avevano il coraggio di farci a noi il discorsetto su usare le precauzioni, di stare attenti e cose cosi. Poi pero quella che era incinta non ero io, ma lei ed era stato mio padre a renderla tale. Avevano gia unito due famiglie da un giorno all altro e dopo tutto questo tempo avevamo ancora molti problemi da risolvere, dato che non avevano previsto che la convivenza di cinque persone e un gatto non andasse cosi. E ora lei era pure incinta. Il che avrebbe significato una bocca in piu da sfamare e mi domandai come avremmo fatto dato che gia adesso avevamo alcuni problemi economici.
Non potevo crederci.
<<Aurora di qualcosa>> mi supplico mio padre.
<< siete stati due irresponsabili! Come pensate di mantenere un bambino e dove dormirà?! Inoltre siete entrambi troppo vecchi! Quando avrà vent anni vi scambieranno per i suoi nonni!>>
Tutti raggelarono. Le parole mi uscirono in tono gelido, freddo e distaccato. Non sembravo neanche umana. Sapevo che cio che dissi li ferì, soprattutto Donatella che inizio a singhiozzare, ma non ce l avrei mai fatta a fare la bella faccia. Se loro non affrontavano la realtà l avrei fatto io per loro. Ancora una volta.
Mio padre si alzo in piedi e inizio a urlarmi contro <<non ti permettere piu. Sono tuo padre e non ti permetterò di trattarmi, di trattarci in questo modo. Il tuo comportamento e disgustoso. Dovresti solo vergognarti.>>
Sentivo la rabbia ribollirmi dentro. Alzai gli occhi verso di lui e lo guardai. << Mi dispiace se il mio comportamento e stato cosi orribile, ma sono stata cresciuta da te. Era inevitabile>>
Avevo esagerato, lo sapevo perfettamente, ma ero stufa di questa situazione. Non erano mai stata la mia famiglia e quella non era mai stata la mia casa. Ero stanca di trattenere tutto dentro e cercare di far andare tutto bene. Loro non mi avevano mai trattato bene, non avevano mai cercato di farmi diventare parte di loro, quindi nonostante vedere quanto li avevo feriti con le mie parole mi facesse altrettanto male, non potevo fargli passare anche questo. Loro non si erano mai riguardati con gli insulti o le osservazioni poo carine. Gli stavo solamente rendendo pan per focaccia.
<< ESCI DA QUESTA CASA!>> urlo mio padre << E NON TORNARE.>>
Non obbiettai mi alzai, andai in camera mia e presi il necessario: un pigiama, una coperta e il cambio per il giorno dopo e varcai quella porta. Per l ultima volta.
Mio padre mi aveva cacciato di casa. Aveva rinnegato il suo stesso sangue per loro, probabilmente l aveva fatto dal primo istante in cui aveva conosciuto quella donna. Era cambiato e la colpa era solo sua. Anche se litigavamo spesso non mi aveva mai e dico mai cacciato di casa e sgridato in quella maniera, ma nonostante tutto lui era mia padre e io gli volevo bene e gli avevo permesso di ferirmi ancora. Lui mi aveva ferita, l uomo che avrebbe dovuto proteggere e amare incondizionatamente la propria figlia. Avrebbe dovuto essere l mio primo amore e l uomo a cui volessi che il mio futuro marito assomigliasse, ma mi stava ferendo e mi aveva lasciato sotto un ponte.
Il panico si impossesò di me. Dove avrei dormito? Vittoria se n era appena andata e non volevo disturbare nessuno dei miei vecchi amici, neanche le ragazze con cui tutto sommato avevo mantenuto alcuni rapporti. Non volevo neanche contattare mio zio o i miei nonni perché se la sarebbero presa con mio padre. Risi di me stessa, nonostante tutto lo stavo proteggendo, ancora.
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Second Chance
RomanceAurora è una ragazza complicata, dal passato traumatico, che nasconde molti segreti che pochi conoscono. Indipendente e molto forte cerca di affrontare ogni cosa a testa alta, nonostante le insicurezze e le paure. Noah è un ricco ragazzo, all appare...