Capitolo 17

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NOAH

La sera leoni, la mattina...

Mai detto fu più vero!

Non mi abituerò mai al mal di testa post sbornia. Un martello che ti trapassa la testa, una fitta continua. Per non parlare della nausea che ti sale, il mondo mi girava attorno, un po' sfocato, ma diversamente dalle altre volte non perfettamente libero con la testa. C'era sicuramente qualcosa di cui mi stavo dimenticando, ma non riuscivo a mettere a fuoco i miei pensieri con questo mal di testa.

Presi coraggio e decisi di alzarmi dal letto, ma quando lo feci notai un'altra figura sdraiata sul mio letto, una gran bella figura a dire il vero, con un gran bel di dietro. La brunetta dormiva beata, peccato non ricordarsi nulla aveva l'aria di una che ci sapeva fare, magari avremmo potuto fare il bis questa mattina, così giusto per vedere se ho ragione o meno.

Come se mi avesse letto nel pensiero, si girò all'istante.

"buongiorno mio stallone".

Mio stallone

Mio stallone

Mio stallone

Radunai tutte le mie forze per far in modo di non scoppiarle a riderle in faccia.

Credeva veramente che mi sarei eccitato?

Ma soprattutto, ci sono veramente uomini che si eccitano venendo chiamati mio stallone, toro, o qualsiasi altro animale sulla faccia della terra. Troglodita.

Fu un secondo. Quel nomignolo, o meglio quell'insulto, mi fece subito venir in mente Aurora. Un solo nome, che fece risvegliare la mia mente e i ricordi legati a ieri sera. La litigata, il troppo whisky, il bar, la ragazza al bancone, così simile a lei, all'acida che viveva con me, che deve aver sentito tutto.

L'alcool aveva annebbiato i miei pensieri ieri sera e nonostante nella mia testa Aurora non mi lasciava, io mi ero dimenticato che vivevamo assieme.

Fregandomene della bruna stesa sul mio letto, andai subito in salotto, ma Aurora non c'era. Le sue cose erano ancora lì, quindi voleva dire che non se ne era andata, ma il divano era intatto, nessun segno che lei avesse dormito a casa.

La preoccupazione si fece spazio in me. E se non fosse tornata a casa? Dove aveva dormito? Se le fosse successo qualcosa per colpa mia? Manuel non me l'avrebbe mai perdonato, ed ad essere sincero neppure io.

Forse stavo esagerando.

Così provai a chiamarla, ma non avevo il suo numero. Erano giorno che viveva da me e non avevo il suo numero di cellulare?

Beh non ti era mai servito prima d'ora, mi ricordò la mia coscienza.

<<ehi, che ne dici ti tornare a letto? Sai come dicono, se il buon giorno si vede dal mattino>> mi chiese la brunetta.

<<.. quindi oggi sarà una giornata del cazzo. Quindi vestiti e vattene. Ho altre cose a cui pensare.>> Non la degnai neanche di uno sguardo, non mi interessava.

Senza neppure pensarci chiamai Manuel, lui sicuramente aveva il suo numero. Lo feci senza rifletterci su, di getto, mentre la brunetta se ne andava.

Mi sentivo in colpa.

Forse ero stato troppo duro con le parole e forse aveva ragione lei: non erano affari miei. Sarà che la storia di Aurora era così simile alla mia, sarà che quando c'è lei nei paraggi faccio fatica a restare lucido.

Dopo neanche uno squillo Manuel mi rispose <<Noah, sono le 11 di mattina, cosa c'è?>> chiese con una voce addormentata.

Era tarda mattinata eppure lui era ancora a letto! Bella la vita degli universitari: festa ogni sera e poi sveglia alle due! Lo sapevo io che avrei dovuto iscrivermi al collage!

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