CAPITOLO 10

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AURORA

Come aveva previsto Noah, Manuel era arrivato all appartamento prima di noi e dopo avermi squadrato da cima in fondo, aveva chiesto, o meglio imposto all amico di andare nella sua stanza. Cosi eccomi qui, seduta sul divano di un ragazzo che non sopportavo dopo essermi sfogata, con lo stesso ragazzo, mentre i due discutevano animatamente in camera di Noah. Non avevo neanche provato a origliare, anche se dal tono di voce non cosi basso avrei potuto capire benissimo di cosa stavano parlando, ma non ero stupida e immaginavo che Noah gli stesse raccontando quello che gli avevo detto. Altro che non lo dirò a nessuno.
Mi stavo veramente annoiando a stare qui seduta cosi mi guardai intorno e dovevo ammettere che quello stronzo aveva proprio una bella casa. L appartamento era molto Luminoso e a pochi minuti a Piedi da Piazza Bra. Noah aveva sicuramente molti soldi e dato che, per esperienza, Otto non pagava una cifra enorme, la sua famiglia doveva stare molto bene a livello economico. Il colore bianco panna era predominante nel salotto che era diviso dall angolo cucina solamente da un banco snack. Era un appartamento stranamente grande per trovarsi in pieno centro, e inoltre era dotato di un garage, cosa piu unica che rara. Alla parete c erano molti quadri, ma nessuna foto. Pur essendo una bellissima casa, per lo meno la parte che avevo visto, era molto fredda e impersonale. Presa nei miei pensieri, non mi accorsi che non sentivo più nessun rumore dalla camera e finalmente uscirono. Noah si appoggio allo stipite della porta con le braccia incrociate al petto, mentre Manuel si sedette vicino a me sul divano e mi abbraccio.
<<Oh Rora>> sospiro stringendomi ancora di piu. Aveva un cuore grandissimo quel ragazzo e capivo perché piacesse tanto a Vittoria. Era una ragazza fortunata.
Vittoria. Il mio cellulare era morto poco dopo che me ne andai da casa cosi non avevo potuto chiamarla e non che avessi voluto chiamarla e raccontarle ciò che era successo . Si era appena trasferita in un altro stato, in una nuova casa con persone che non conosceva, doveva pensare ad ambientarsi, ma se le avessi raccontato tutto, o meglio se Manuel l avesse fatto si sarebbe preoccupata per me. Non poteva permettersi di avere distrazioni, per lo meno ora.
Mi scostai da Manuel e lo guardai negl'occhi. <<Vittoria non deve sapere che mio padre mi ha cacciato di casa oK?>>
Manu sbarro gli occhi, quasi fosse sorpreso. << cosaaaa?>> urlo.
Ero ufficialmente confusa. Guardai Noah e poi il mio amico. Lui non sapeva nulla e la conferma me la diete poco dopo il padrone di casa << ti avevo detto che sarei stato zitto.>> disse con non curanza. Manuel sul divano si stava agitando un po troppo ed ora ero costretta a raccontargli tutto. Noah ci lascio soli, con la scusa di andare a fare la spesa o qualcosa di simile, non ci prestai molta attenzione ero ancora sorpresa che avesse mantenuto la segretezza. Non ci conoscevamo affatto, ci eravamo visti due volte e in quei casi, beh non erano andati bene, eppure mi aveva rispettato, standosene zitto. Mi domandai cosa avessi fatto io al suo posto, pur sapendo bene la risposta: a Manuel glielo avrei detto, anche se lui mi avesse chiesto di starmene zitta. Non eravamo amici quindi avrei capito se gli avesse raccontato qualcosa, anzi mi ero aspettata che l avesse fatto.
Appena ci lascio soli iniziai a raccontargli tutto, dalla gravidanza alla furiosa litigata con mio papa. Cosi come Noah mi ascolto in silenzio, concentrandosi su cio che gli stavo dicendo, omettendo il fatto che da giorni vivevo praticamente in macchina. Per par condicio non gli specificai neanche il giorno del litigio, evitando cosi eventuali domande sul dove dormissi ora.
Cercai con tutta me stessa di trattenere le lacrime e il groviglio di emozioni che provavo dentro e per la seconda volta in quella giornata, ce la feci. Ormai ero diventata talmente brava a nascondere cio che provavo che iniziai a domandarmi se cio fosse un bene.
<<Rora? A cosa stai pensando?>>
Alzai lo sguardo verso il mio amico. <<non lo so. A tutto e a niente forse. Pero non proferire parole con Vittoria non voglio che si preoccupi.>>Sospiro. << sai cosa mi stai chiedendo vero?>>
Si, lo sapevo benissimo. Gli stavo chiedendo di nascondere alla sua ragazza qualcosa che sicuramente avrebbe voluto sapere e se ne fosse venuta a conoscenza se la sarebbe presa soprattutto con lui. L' ultima cosa che volevo fare era interferire o creare problemi tra di loro, pero non era proprio il momento.
<<si, e ti prometto che gliene parlerò! Ma ora ha altro a cui pensare e..>> in quel momento Noah rientro. Alzo un sopracciglio e mi guardo, probabilmente stupito di non vedermi in lacrime. Silenziosamente si avvio verso la cucina e inizio a sistemare la spesa. Dovevo ammettere che stavo rivalutando molto quel ragazzo, anche se mi stava ancora antipatico, almeno ora eravamo in grado di stare nella stessa stanza senza scannarci.
<<restate a mangiare?>> chiese poco dopo.
Manuel mi guardo, lasciandomi la scelta. L idea mi allettava molto. In questi giorni avevo mangiato solo sandwich o un gelato qua e là. Il mio stomaco mi supplico di accettare e mangiare un piatto decente, ma aveva già fatto troppo per me e non volevo essere in debito, soprattutto con lui.
<<no, ma grazie dell invito. Sei.. sei stato gentile>> dissi.
<<sicura di voler andare a casa? Per lo meno sta sera. Forse dovresti aspettare che le acque si calmino>> aggiunse Manuel. In quel momento Noah fece cadere qualcosa, dal rumore probabilmente qualche pentola. Io gli lanciai un occhiataccia e non tanto per il trambusto, ma per intimarlo a starsene zitto e buono. Quasi certamente non si aspettava che avessi omesso il particolare della macchina, ma anche questa volta non parlo e si giro, continuando a trafficare qualcosa in cucina. Feci per andarmene prima che la situazione degenerasse, ma Manuel parlo. << c e altro che dovrei sapere?>> chiese in tono minaccioso. Merda. Guardo prima l' amico, ma davanti al suo silenzio si giro verso di me. Avrei voluto rispondergli di no, che per il resto andava tutto bene e tranquilizzarlo, ma la mia bocca non emise alcun suono, confermando i suoi sospetti. Si alzo in piedi e disse:
<<Aurora! Sputa il rospo o giuro che non farai in tempo ad arrivare a casa che Vittoria sapra gia tutto!>>
Il suo tono mi fece rabbrividire. Ero in un vicolo cieco. Se Manuel avesse detto qualcosa Vittoria sarebbe riuscita a farmi parlare, se invece avessi parlato lei non avrebbe saputo niente, ma il suo ragazzo si. In ogni caso uno dei due l'avrebbe saputo, dovevo solo scegliere chi e in emtrambi i casi rischiavo che lo venissero a sapere tutti e due. Vittoria da Manuel e quest' ultimo dalla sua ragazza e da Noah. Maledetta quella volta che mi ero fatta amici una coppia sdolcinata e troppo innamorata! Sapevo di far un torto alla mia amica, ma speravo che mi perdonasse e se non l' avesse fatto, non sarebbe stata la prima persona. Alzai gli occhi e incrociati quelli nocciola di Manuel. Stringeva i pugni tremanti e aveva il respiro pesante, il dolce e tenero Manuel aveva lasciato spazio a quello detrerminato, impetuoso e incazzato, che era da un po che non vedevo. Avrei avuto anche un altra strada, ma non ne avevo le forze, ero stanca, affamanta e psicologiamente esausta. La mia vita, ora come ora e un casino e non dovrei essere sorpresa di tutta questa stanchezza, eppure lo ero. Avevo affrontato il peggio ed ero soppravissuta, e allora perche piu il tempo passa, piu ogni cosa che mi ferisce, mi fa sempre piu male? Il detto non era "cio che non ti uccide ti fortifica". Perche invece, a me, cio che non mi ha ucciso mi sta indebolendo? Io che non dovrei permettermi di esserlo. Mi alzai in piedi e feci segno a Manuel di risedersi con un cenno della mano, con gentilezza. Aspettai pazientemente finche non si sedette, pesantemente e sgraziosamente sul divano, quel gesto mi fece pensare a un elefante. A stento trattenei una risata, non era il momento di fare questi strani paragoni. Mi accomodai affianco a lui e gli presi le mani, era un gesto molto intimo, ma il mio intento era quello di fargli comprendere fino in fondo quanto io tenessi alla riservatezza. Al suo cenno del capo iniziai a raccontargli tutto, questa volta nei minimi particolari, compresa la mia nuova abitazione. Come Noah, Manuel non parlo, ma stette in silenzio e cosi rimase quando finii di parlare.
<<Manuel?>>
<<zitta sto pensando.>>
<< a cosa?>> chiesi. Non c'era molto da domandarsi i fatti parlavano da se.
<< a come risolvere questa situazione>> Gli presi il viso con la mano destra e appoggiai la sinistra sulle sue mani.
<<Manuel sono problemi miei non ti torturare per me. Me la cavero, lo sai. Trovero un lavoro, mollero l' universita e piano piano mi ricostuiro una vita>>
Alzo gli occhi verso i miei, non so cosa dissi di sbagliato, ma l' avevo fatto arrabbiare e tanto, potevo quasi vedere le fiamme nei suoi occhi. << io non ti faro dormire un minuto in piu in quella macchina! Hai capito?>> disse urlando. Mi alzai di colpo e feci qualche passo indietro dallo spavento. Era fuori controllo, ma non poteva essere solo per colpa mia. Poi ricordai che anche per lui questi giorni non erano stati facili: la partenza di Vittoria e il vuoto che gli aveva lasciato. Che egoista che ero stata. Stavo pensando solamente ai miei problemi senza accorgermi di quelli dei miei amici. E vero io non avevo una casa, ma lui aveva perso l' amore della sua vita. Senza neanche rendermi conto di come avessi fatto, lo stavo abbracciando. Lui si irrigidi, preso alla sprovvista, poi pero ricambio l' abbraccio.
<< usciremo da questo casino assieme ok?>> mi sussuro all' orecchio.Feci un cenno col capo e poco dopo ci staccammo, io mi risedetti sul divano, dovevo ammettere che era molto comodo, mentre Manuel tiro fuori il suo cellulare e si avvio in corridoio a chiamare qualcuno. Lo senti imprecare, gridare e chiudere le conversazioni in faccia, ma non sapevo con chi stesse parlando e non mi stavo concentrando affatto nel capire cosa stesse dicendo.
Sentivo gli occhi farsi sempre piu pesanti e diamine se era comodo quel divano.

Mi svegliai di soprassalto. Quando aprii gli occhi non ricobbi dove mi trovavo, ma senti un odorino molto gradevole: chillii con carne e la reazione del mio stomaco fu immediata. Qualche secondo dopo mi ricordai dove mi trovavo, assieme alle varie vicende del giorno e i pensieri iniziarono a riempirmi la testa, fino a darmi la sensazione che stesse per scoppiare. Riluttante mi alzai e segui il delizioso odorino che proveniva dalla cucina e mi ritrovai davanti un Noah con grembiale e intento a servire la cena. Io mi sedetti vicino a Manuel, cercando di non ridere. Lui non ci fece neanche caso, mentre Noah non mi toglieva gli occhi di dosso, porgendomi i piatti. Il mio era quello piu pieno e silenziosamente lo rigraziai per quel gesto. Solamente quando gli passai il piatto Manuel si risveglio dai suo pensieri.
<<Manuel che ti prende?>> domandai inforcando un pezzo di carne. Era squisito! E cosi mi cimentai sul piatto e in poco meno di due minuti fini la mia porzione.
<< il padrone del mio appartamento non accetta altre persone al di fuori dei miei conquilini perche secondo lui sarebbe abusare di qualcosa o che altro ne so. Ho chiamato anche Filippo, Ivan o chiunque avesse un proprio appartamento, ma nessuno ha un posto letto in piu o puo ospitarti. Non ho altre idee al momento Rora, mi dispiace>>
Cercai di confortarlo il piu possibile, ma aveva preso questa facenda troppo sul personale e non c era modo di fargli cambiare idea.
Ora che Vittoria se ne era andata l unica cosa che lo avvicinava a lei ero io. Ero arrivata a questa conclusione prima di addormentarmi. Mi aveva preso sotto le sue ali, come una bambina. Ma io non sono una bimba e non avevo bisogno della protezione di nessuno.
<<Manuel ascoltami. Apprezzo quello che stai facendo, ma e solo una cosa temporanea. >> dissi cercando di assumere un tono autoritario e deciso. Se avessi vacilatto avrebbe visto la mia debolezza e all'ora nessuno l'avrebbe disuaso a cambiare idea.
<<non me ne frega un cazzo. Tu in macchina non ci dormi piu! Sai quanti pericoli correresti?>>mi rispose, avvicinandosi a me. Se gli occhi avessero potuto uccidere, beh i suoi l' avrebbero fatto. Non si rendeva conto di quanto cio fosse sbagliato, che prendersi carico dei problemi degli altri era dannoso per lui e l' avrebbe distrutto piano, piano. Lui era cosi buono e con un cuore tanto grande che a volte pensavo fosse uscito da qualche film Disney, il giovane eroe che salva tutti. Peccato che le favole non raccontino mai come il voler salvare tutti, porti alla morte dell' eroe.
<<Ragazzi>> esclamo Noah, cercando di calmare gli animi, ma nessuno dei due gli diede retta. Come ero finita a discutere con Manuel e non con lui, ancora non l avevo capito, ma ora era l' ultimo dei miei pensieri. Iniziai a parlare quando Manu mi interruppe in malo modo. Io ribattei acida e finimmo per litigare, con toni di voce non cosi pacifici. Lui mi dava della stupida, io gli davo dell' ingenuo. Era un botta e risposta continuo, e piu andavamo avanti piu urlavamo.
<<RAGAZZI!!!>> fu la voce del padrone di casa, sovrastando le nostre, a riportarci alla realta.
<< che c'e?>> chiedemmo entrambi, seccati dalla sua intromissione.
<<Aurora stara da me.>>


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