Capitolo 8

669 33 2
                                    

Emma

Puntuale come sempre, alle 20 esatte bussa alla mia porta. La apro, e lo trovo li, con addosso una semplice camicia bianca, una giacca nera, e dei jeans. Anche io ho messo i jeans, e un top nero. "Sei pronta?", mi chiede.
Annuisco, e usciamo.
Ha chiamato un taxi, che ci aspetta all'entrata sul retro dell'albergo.
"Dove andiamo?", chiedo.
"Dove nessuno potrà vederci".
Arriviamo davanti ad uno dei vecchi palazzi che si trovano nel centro di Roma.
Prendiamo l'ascensore, e vedo che Mattia preme l'ultimo bottone.
"Adesso puoi dirmi dove siamo?", chiedo ancora.
"Un attimo e vedrai".
Usciamo dall'ascensore, e Mattia tira fuori le chiavi e apre la porta.
"Questa è casa mia. Non è niente di speciale, è solo un loft, ma per me è casa", mi dice facendomi entrare.
È una specie di mansarda, però molto grande.
"È bellissima", dico.
"Già. Siediti, così io posso preparare la cena", mi dice imdicandomi il divano.
"Cosa mi prepari di buono?", chiedo.
"La carbonara, mi sembra ovvio! Te l'avevo detto che ti avrei fatto mangiare la carbonara più buona di Roma!".
Lo guardo mentre cucina. Certo che è proprio bello. Vederlo li, che mi prepara la cena... Non so, mi fa uno strano effetto.
"Signorina Brown, la cena è pronta", dice, facendomi poi accomodare al tavolo.
Parliamo di noi. Lui mi parla della sua famiglia, in particolare di sua mamma, e di sua sorella Rebecca, al quale è molto legato. Anche io gli parlo dei miei, di quanto mi manchi la mia terra, casa mia.
"Avevi ragione, questa è davvero la carbonara più buona del mondo!", gli dico dopo che entrambi abbiamo finito di mangiare.
"Adesso se non sbaglio ti avevo promesso che ti avrei portata su ponte milvio", mi dice alzandosi.
Mi prende la mano e fa alzare anche me.
"Lo sai che non possiamo farci vedere in giro!", gli dico.
"E infatti non usciamo!", mi dice conducendomi in camera da letto.
All'inizio non capisco cosa voglia fare, ma poi vedo un terrazzino, con due sedie, ricoperto di candele.
"Eccolo la, ponte Milvio, come promesso", mi dice, continuando a tenermi la mano.
Rimango a fissare estasiata il panorama di Roma che si estende sotto di noi.
"Questo... tutto questo è bellissimo Mattia".
"Mai quanto quello che sto guardando io", mi sussurra.
Mi volto, e sento i suoi occhi su di me. Rimaniamo così per un tempo indefinito, l'uno negli occhi dell'altra. Poi, con tutto il coraggio che ho dentro, mi faccio avanti.
"Credo che a questo punto tu mia abbia promesso anche un bacio se non sbaglio", dico, non distogliendo mai lo sguardo da lui.
Fa un mezzo sorriso, quello che mi fa impazzire, e poi si abbassa, fino ad arrivare sulle mie labbra.
È un tocco leggero quasi impercettibile, ma che mi rilascia come delle scariche elettriche in tutto il corpo.
Il bacio si fa sempre più passionale, non riesco più a fermarmi.
Lo so che è tutto sbagliato, che non dovrei essere qui, e tanto meno baciarmi con lui.
Ma per una sera voglio sbagliare.
E così, quando rientriamo in camera da letto non mi tiro indietro.

~Spero davvero che questa storia vi piaccia, però vi vedo un Po meno presenti che nelle altre storie.
Fatevi sentire, voglio il vostro parere!
Se per stasera vedrò che i vostri commenti sono aumentati vi posto un altro capitolo ☺☺

Arriverà l'amore (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora