Dopo aver avvertito mamma che andavo da Calum, uscii di casa e mi avvai a passo svelto da lui. A causa della fretta mi ero dimenticato di prendere le cuffiette ma fortunatamente avevo con me il telefono, così gli scrissi un messaggio per dirgli che stavo arrivando.
Misi le mani in tasca e il cappuccio della felpa nera sulla testa, e non so come mi ritrovai a pensare a Luke. Era un ragazzo davvero attraente ma forse Ashton aveva ragione, pareva noioso ma non potevo giudicarlo senza prima conoscerlo. Fatto sta che vorrei davvero fare amicizia con lui o forse di più, ma questo verrebbe dopo.
Il sole stava tramonando e l'oscurità si stava, piano piano, impossesando del cielo.
Arrivato a casa di Calum, suonai il campanello e mi aprì Ashton. «Ciao, amico!» ricambiai il saluto con un sorriso entrando in casa, mi avvicinai al divano e vidi che Calum aveva già preparato tutto: la tavoletta sul piccolo tavolo di legno, candele attorno ad esso e una vaschetta di pop-corn, metteva decisamente ansia.Poco dopo, il riccio ci raggiunse sedendosi accanto a me. «Allora, faccio le stesse procedure della scorse volta, Ashton ti spiegherò tutto di nuovo -disse seccato, non gli piaceva ripetere le cose due volte- e poi possiamo cominciare» annuimmo all'unisono.
Mise la planchette al centro della tavoletta, mentre il riccio stava guardando attentamente la sua struttura: l'alfabeto, i numeri, il 'sì' e il 'no' e la sezione addio. Mentre Calum fece girare la planchette per tre volte gli elencò le regole del gioco.
«Non si gioca mai da soli, in cimiteri e bisogna sempre salutare».«E questi?» indicò con il dito i graffi che erano sulla parola 'no', il moro alzò le spalle e Ashton deglutì. Recitammo la frase, e affogai la mano dentro la vaschetta dei pop-corn, afferandone un pugno, poi misi l'indice sull'oggetto.
«C'è qualcuno?» chiese ancora masticando i pop-corn, e la planchette si mosse con uno scatto fulmineo su 'sì'. Bene, che il gioco cominci.
«Sei L?», chiesi io, guardando l'espressione di Ashton, sembrava abbastanza rilassato. La planchette si mosse ancora su 'sì'.
«Dacci un segno della tua presenza», lo sfidò Calum, facendomi poi un sorrisetto. Attendemmo un poco, ma niente. Questo mi diede la prova che non c'era nessuno, forse era veramente Calum a prenderci in giro, ma continuammo a giocare. Pensai ad una domanda da fargli ma il riccio mi precedette.
«Che cosa si prova a vivere nel mondo degli spiriti?»
perchè non muori, così lo vedi direttamente?
Io e Calum scoppiammo a ridere vedendo l'espressione sconvolta e sbiancata di Ashton. Questo, irritato per la risposta spostò la planchette su 'addio' e salutò lo spirito. Lo guardai splancando la bocca,
«Perchè?», alzò gli occhi al cielo, sapevo che era una persona spiritosa e simpatica ma non pensavo se la fosse presa così tanto.
«Che maleducato», sbuffai spostando lo sguardo su Calum che ci guardava divertito.«Ma che hai nel braccio?», dissi avvinandomi a lui, proprio sotto il polso, aveva un segno viola. Corrugò la fronte «Ce l'hai anche tu», pure Ashton aveva il livido.
«Che sia stato L per darci la prova della sua presenza?»
TANTANTAAANN
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Ouija » muke
Fanfiction«Quindi, c'è un ragazzo che vaga senz'anima?» chiese Calum spostando lo sguardo prima sulla tavoletta ouija e poi su di me. «Vedo che sei intelligente.» ammisi, prendendo dalla ciotola un pugno di pop-corn, e lui sbuffò. «Abbiamo un caso da risolver...