Capitolo 3

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Asia's POV
Mi sveglio nel cuore della notte, non riuscendo a dormire per via del fusorario. Mi alzo lentamente dal letto, infilo le pantofole e vado in camera di Jade. Nel corridoio, proprio fuori camera sua, sbatto il mignolino nello spigolo della scarpiera in legno dell'appartamento e mi sfugge un urlo, che strozzo subito. La porta della camera della mia amica si apre e dietro di essa, nel buio, compare Jade tutta assonnata.
Jade: quali sono i tuoi problemi?
Io: non riesco a dormire...
Jade: e se andassimo in giro per la città?
Io: a quest'ora?
Jade: si
Io: ok, ci sto
Ci vestimmo in fretta e uscimmo dall'hotel, chiamammo un taxi e ci facemmo portare in centro. Una volta lì pagammo il tassista e cominciammo a fare il giro dei negozi. Entrammo in un piccolo negozio di tipo fandom, c'erano oggetti di ogni tipo: dai libri alle collane di Harry Potter, dai film di Percy Jackson ai costumi più strampalati. Jade sembrava essere entrata nel suo mondo, cominciò ad andare da una parte all'altra del negozio urlando ogni tanto: "Asia vieni a vedere che figata unica". Giuro che non mi sono mai sentita più stupida che in quel momento, il commesso ogni tanto mi guardava e rideva, dopo la terza volta che si mise a ridere gli urlai:"senti, quando hai finito avvisami" lui subito si fece serio e arrossì, mi voltai verso Jade che mi guardava con un sorrisetto sulla faccia.
Jade: abbiamo tirato fuori le palle eh?
Io: stai zitta va
Jade: di solito ero io quella che rispondeva male e che non si faceva problemi a dirle le cose, questa volta mi hai veramente sorpreso
Feci un inchino e un sorrisetto e poi continuai a guardarmi attorno. Jade decise di comprare un paio di occhiali alla Harry Potter mentre io non presi nulla, non mi interessavano quelle cosette.
Uscendo vediamo delle persone dirigersi tutte da una parte, io non ci feci più di tanto caso ma Jade, curiosa com'era, mi trascinò a vedere cosa ci fosse. Dopo cinque minuti che seguivamo la gente che camminava ci trovammo davanti ad un enorme bar chiamato "bar Lights".
Io: Jade, no
Jade: oh si, ora noi ci entreremo
Io: ma è pieno di gente, non si respirerà neanche
Jade: Asia non fare la guasta feste
Io: ok, se proprio ci tieni...
La mia pazza amica mi prese per mano e mi tirò in mezzo a tutte quelle persone. Faceva caldissimo, si faceva perfino fatica a respirare, una cosa incredibile. Arrivammo al bancone sane e salve per fortuna, ci sedemmo su degli sgabelli in pelle e ordinammo da bere.
Io: un acqua frizzante per favore
Jade: stai scherzando? Tu vai in un bar e ordini una bottiglia di acqua?!
Io: si, Jade
Jade: vabbe, io penso che prenderò una Vodka al limone
Perfetto, sapevo già come sarebbe andata a finire: lei si sarebbe ubriacata, non contenta di un solo bicchiere, e io sarei stata la stupida che l'avrebbe riportata a casa.
Ad un certo punto un ragazzo, mettendo una mano sulla spalla a Jade, dice: "ehi ciao Jade"
Jade: oh ciao Alex
Alex: ciao anche a te Asia
Io: ciao Alex
Dissi un po scocciata. Non mi piaceva molto questo Alex, sembrava un buffone, ma dato che stava simpatico a Jade, devo sopportarlo. I due "amiconi" si misero a chicchierare delle loro passioni e della musica e io li lasciai stare volentieri. Dopo poco mi squillò il cellulare, guardai il display: Nicholas. Mi allontanai e uscii dal bar, non volevo che si spaventasse per tutto quel fracasso. Risposi.
Io: ciao tesoro
Nicholas: ciao Asietta mia
Io: non chiamarmi così te l'ho già detto
Nicholas: ok scusa. Come va li?
Io: tutto bene grazie
Nicholas: Jade ha già cominciato a combinarne delle sue?
Io: non ancora, ma penso che non ci vorrà molto
Nicholas: ah ah immagino
Io: ora devo andare, ci sentiamo notte
Nicholas: notte tesoro
Chiusi la chiamata. Mi girai, pronta a rientrare in quel manicomio, presi fiato e mi buttai in mezzo alla gente che mi spingeva di qua e di la. A fatica arrivai da Jade e Alex e, credetemi, sarebbe stato meglio non esserci mai arrivata. Come avevo previsto, quei dieci minuti che ero rimasta fuori al telefono con Nicholas sono bastati per dare la possibilità a Jade di ubriacarsi. Mi incavolai con Alex, non era stato capace di fermarla? E ora invece di aiutarla le rideva dietro per le cose che faceva e diceva.
Io: invece di ridere non sei capace di farla smettere?
Alex: si ma è troppo divertente
Io: andiamo Jade, è ora di andare
Dissi guardando malissimo Alex che aveva ancora le lacrime agli occhi per le troppe risate.
Jade: e dove si va?
Io: a casa
Jade: noo, ma ci sono troppi bei culi qui, non possiamo andare via, ne dobbiamo prendere un po in prestito
La presi per un braccio e la feci alzare in piedi, cercai di trascinarla fuori ma, si sa, che le ragazze che fanno box sono più forti delle ragazze "normali", così Jade mi diede uno spintone e cademmo tutte e due, io perché sono stata spinta e lei perché, essendo ubriaca, non aveva equilibrio. A tirarci su arrivò Alex che ancora stava ridendo per il nostro capitombolo, insieme a lui c'era anche un altro ragazzo che però nessuno di noi tre conosceva, almeno credo, ma nonostante questo aveva un'aria familiare. Comunque non era importante adesso, Jade riesce a rialzarsi, si mette dritta in piedi e fa per andarsene insieme a me e Alex, ma si piega in avanti e vomita, proprio sulle scarpe dello sconosciuto.
Io: oddio, la perdoni, non è più in se
Xx: tranquille
E poi se ne va. Subito mi metto ad aiutare Alex ma mi fa capire che il mio aiuto non gli serviva, così decido di uscire e di aspettarli. Mentre mi voltavo per andarmene da quel posto noto un ragazzo, che mi guardava, era alto, castano chiaro, gli occhi blu che si vedevano da distante un kilometro. Mi sorrise e io rimasi incantata per qualche secondo, era molto bello, ma io ero già impegnata e follemente innamorata del mio fidanzato. Distolsi lo sguardo e me ne andai. Lasciandomi quel ragazzo alle spalle.

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