Capitolo 15

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Asia's POV
Mi svegliai con molta calma e guardai l'orologio. Erano le 9.30, Jade non sarebbe stata sicuramente sveglia. Uscii dunque dalla camera e mi diressi verso la cucina ma vidi un'ombra. Presa dall'ansia tornai in camera ed afferrai uno degli oggetti "pericolosi" che Jade collezionava. Non sapevo bene cosa fosse, sembrava una mazza da baseball ma tutta nera e con delle borchie appuntite sopra. Mentre tornavo in cucina cominciarono a spuntarmi in testa un sacco di dubbi. E se fosse armato? Come ha fatto ad entrare? E se mi facesse del male? Ovviamente non ricevetti nessun tipo di risposta. Mi affacciai all'uscio della cucina, sempre con la mazza fra le mani. Vidi un uomo. Era di spalle. Stava cercando qualcosa in cucina, non riuscivo però a capire cosa. Ad un certo punto si voltò e allora vidi che era Sebastian.
Io: se cerchi un piatto è nel mobiletto in alto a destra, se cerchi da mangiare è tutto in frigo.
Lui si voltò si scatto, mi notò e sorrise.
Seb: grazie ma cercavo semplicemente un foglio e una penna
Io: allora sono nell'ultimo cassetto ai tuoi piedi.
Lui si abbassò, aprì il cassetto e ne tirò fuori un foglio a righe e una penna biro. Si rialzò, si appoggiò al tavolo e scrisse un bigliettino. Io lo guardai da poco distante. Lui alzò poi gli occhi e mi osservò.
Seb: perché quella mazza in mano?
Solo alle sue parole mi resi conto di avere ancora la mazza di Jade in mano, così imbarazzata la appoggiai sul divano alla mia destra.
Io: emm... Niente. Niente
Rise.
Seb: vabbe ci si vede Asia
Lo salutai con un gesto della mano e gli aprii la porta per farlo uscire.

Subito dopo andai in camera di Jade per avvisarla che sarei uscita. Avevo una voglia matta di uscire da quell'appartamento e andarmi a prendere un bel gelato. Arrivai di fianco al suo letto, la scossi un po e poi le parlai a bassa voce.
Io: Jade guarda che esco per un po
In tutta risposta ricevetti un "mm lasciami in pace".
Presi il giacchetto e uscii così di casa. Scesi le scale e in un batterdocchio mi ritrovai sul marciapiede appena sotto casa mia. Cominciai cosi a camminare in cerca di una gelateria che mi attraesse più di un'altra. Mentre camminavo notai però Nicholas, felice di vederlo gli andai incontro ma appena mi avvicinai di qualche metro vidi che non era solo. Insieme a lui c'era una ragazza. Era alta, e con dei lunghi capelli biondi e dritti come spaghetti. I due erano vicini, troppo vicini. Ad un certo punto Nicholas le prese il viso tra le mani e in un attimo le labbra del mio ragazzo furono su quelle di quella barbie.
In quell'esatto momento sentii il rumore del mio cuore spezzarsi. Non volevo crederci. Non potevo crederci. Il ragazzo che fino al giorno prima diceva di amarmi ora era con un'altra. Con le lacrime agli occhi mi allontanai. Improvvisamente tutta la voglia di gelato che avevo era svanita. Entrai nel primo bar che trovai e, dopo essermi seduta al bancone, ordinai un bicchiere di vodka. Lo bevvi tutto in un sorso, sentii la gola bruciare, ma solo per un momento, poi passò. Dopo aver finito il primo bicchiere ne ordinai un altro, e poi un altro ancora. Volevo bere, bere fino a dimenticare ciò che avevo appena visto, ciò che avevo appena sentito, anche se sapevo già che sarebbe stato difficile, molto difficile.

Chris' POV
Uscii in quel momento dal set di un film, avevamo appena finito di girare una scena e stavo morendo di fame. Il cibo del set faceva veramente schifo perciò andai in giro per Los Angeles in cerca di un bar o qualcosa di simile per fare uno spuntino.
Entrai in un piccolo bar e, seduta al bancone, vidi Asia. Mi avvicinai un po incuriosito, ma appena le fui vicino mi accorsi che non era del tutto cosciente. La presi per un braccio e la tirai a me.
Io: Asia ma che cazzo fai?
Asia: lasciami stare, vattene
Io: io non vado da nessuna parte
Lei cominciò a dimenarsi, cercando di liberarsi dalla mia presa, inutilmente.
Io: andiamo a casa
La presi in braccio e la portai fuori da quel locale. Lei cercò di opporsi sul subito ma, vedendo che non cambiava assolutamente niente, si arrese e si accoccoló sul mio petto. Camminai in cerca della mia auto che, come al solito, non ricordavo dove l'avevo lasciata. Mi ricordai poi di avercela nello stabile dove giravamo quella mattina. Arrivati alla macchina con un po di fatica riuscii ad aprire lo sportello posteriore e la appoggiai sui sedili. Nel sonno borbottó un piccolo "lasciami stare" che però era troppo debole perché qualcuno potesse sentirlo. Mandai poi un messaggio al regista dicendogli che ho avuto un imprevisto e se le riprese si potessero rimandare di qualche ora. Spensi poi il display e posai il cellulare nella tasca della giacca. Prima di chiudere la portiera osservai Asia: dormiva beatamente rannicchiata sul sedile posteriore della mia auto. Era bella. Nonostante tutto era bella.

Asia's POV
Mi rivegliai con un fortissimo mal di testa sul sedile posteriore di un'auto guidata da Chris. Gli ultimi ricordi che avevo erano sfocati, non del tutto chiari e ben visibili nella mia mente. Ricordavo solamente il bacio che Nicholas diede alla barbie e che poi ero entrata in un bar, avevo bevuto, poi mi ricordai di Chris e che mi avevo portato via.
Io: dove siamo?
Lui si girò di scatto e sorrise.
Chris: a casa
Annuii anche se non poteva vedermi. Rimasi in silenzio per tutto il tragitto, chiedendomi per quale motivo mi stava aiutando dopo che gli avevo detto quelle cose e dopo averlo sbattuto fuori di casa mia.
Una volta davanti al mio condominio spense la macchina, scese e venne ad aprirmi la portiera.
Io: non serviva. Sono un po brilla non handicappata.
Gli scappò una risata ma non smise di fare ciò che stava facendo. Entrammo e salimmo le scale. Eravamo quasi arrivati alla porta del mio appartamento quando inciampai su un tappetino messo male e lui mi prese al volo. Le sue mani sui miei fianchi risvegliarono la solita sensazione che non provavo da molto tempo. Il mio stomaco cominciò a danzare come se al suo interno ci fossero delle piccole farfalle.
Io: grazie, ancora
Sorrise. Si avvicinò a me senza lasciare la presa sui miei fianchi ed io indietreggiai fino a trovarmi con le spalle al muro. Lo guardai. Il mio sguardo passò sulle sue labbra rosee ai suoi occhi blu oceano dove ne rimasero come incantati. Senza volerlo mi morsi un labbro e sulla sua dolce bocca spuntò un ennesimo sorriso. Mi avvicinai io questa volta. Volevo baciarglielo quel dannato sorriso una volta per tutte. Chris capì le mie intenzioni e mi precedette portando la sua bocca sulla mia. Per la seconda volta le nostre labbra erano di nuovo unite e, di nuovo, il mio stomaco cominciò a dimenarsi come un matto, come se dentro di esso vi fossero milioni di farfalle spaventate e gioiose allo stesso tempo. In quel momento mi accorsi dell'effetto che lui aveva si di me e di come mi piaceva davvero tanto. Era una cosa di cui non potevo farne a meno. Come una droga che senza di essa ti senti vuota dentro, da cui diventi dipendente e da cui poi è difficile separarsi.

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