capitolo 9. silenzio

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mi sento come un'alunna quando chiede alla professoressa se il compito svolto è andato bene.
l'ansia mi sta completamente divorando e davvero non so come calmarmi.
di certo non posso avvicinarmi a quella macchinetta per prendermi una camomilla, sai che figura ci farei!

una settimana è passata, per la sottoscritta anche fin troppo velocemente, e mi trovo in questo studio medico, anzi no asl, sola per di più.
diciamo sola, fino a tre secondi fa ero circondata da una marea di persone che tenevano lo sguardo fisso su di me, la quale loro indifferenza sa come mettere in soggezione me.

fortunatamente ho cercato di non essere in uno stato pietoso, dove l'ansia e la paura mi bloccherebbero. in un certo senso ho 'alterato' il mio cervello.

è da quando avevo 13 anni che faccio così.
eravamo a giugno, dovevo suonare il pianoforte davanti alla mia famiglia e alla famiglia dei miei compagni di corso. non ci tenevo a fare lezioni private sinceramente. in quel momento come sempre ero in uno stato d'agitazione enorme.
c'era un punto del mio brano, se non sbaglio proprio Schubert, che se non davo maggiore attenzione sbagliavo. L'ansia l'attenzione l'ha mandata a quel paese e ci sono rimasta malissimo.

Da quel momento ho deciso di cambiare. Ogni volta che mi accorgevo che l'ansia mi stava travolgendo, facevo un respiro liberatorio, anche piccolo, cacciavo una mia piccola parte di carattere forte, e da quel momento mi sentivo meglio.

Mi ha aiutato molto, anche durante le interrogazioni, oppure in qualche associazione quando presentavo io un film.

-signorina Martin, entri pure-

Annuisco semplicemente.
Riprendo la mia borsa ed entro dinuovo nella sala.

-Signorina lei è una ragazza ordinata?-

-Visto che devo essere sincera, solo alcune volte. Ma vi assicuro che sarà tutto al proprio posto, ordinato.-

-a noi servono le ragazze precise e ordinate. Perché siete qui?-

-s/scusate m/ma..-

Mi interrompo quando sento tutti ridere.
Mi state prendendo per il culo? Non capisco.

-signorina benvenuta! Qui dentro nessuno è ordinato, figuratevi se lo chiediamo a una giovane ragazza come voi! Vi aspettiamo dentro quando vuole, ovviamente prima è meglio-

Scusate non ho capito.
Mi hanno assunta? Non ci credo!
Apparte la presa per il culo, io sono senza parole.

-davvero?-

-si! Ripeto che potete iniziare benissimo da domani, ovviamente questa sarà una settimana dove le mostreremo come siamo abituati in questa asl.-

-state certi che domani staró qui. Grazie mille per la possibilità-

-grazie a te, che finalmente si è presentata una ragazza dalle buone doti! Tutti siamo stati daccordo nell'assumerla, apparte uno dei nostri medici che purtroppo in questo giorno è assente, ma già sappiamo cosa ne penserebbe!-

- sono troppo felice!-

-adesso puoi tornare a casa. Allora ci vediamo domani, alle 8 precise qui!-

-certo! A domani!-

Faccio un accenno e abbandono la sala.
Mi fermo a pensare a ciò che mi appena successo.
Sono più felice di una bambina che ha appena avuto il suo regalo di Navale che desiderava davvero tanto.

Esco definitivamente dall'asl e continuo a camminare senza una meta precisa. Pure la cosa più brutta e con più difetti di questa città la riesco a vedere in un modo diverso.
Ci trovo la bellezza assoluta.
Da precisate che questa è una delle poche volte, visto che quasi sempre il pensiero pessimistico entra dentro me.

L'assenza Di Ogni Peró || Marco MengoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora