Chapter two

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AZZURRA P.O.V.

Secondo giorno di scuola. Questa volta sono in perfetto orario. -Buongiorno mamma!- sorrido e lei sembra sorpresa -Buongiorno! Strano, tu che sorridi alle sette del mattino!- -Sono solo contenta perché ti vedo mammina!-

-Non ti darò i soldi per i biglietti del concerto. Non ci provare neanche.-

-Ma pensi sempre male tu! Ciao ma'!-

Afferro di corsa un cornetto e mi fiondo in strada, voglio arrivare prima di Ilaria per una volta! Sto tentando di convincere mia madre a comprarmi i biglietti per il concerto dei One Direction da circa un anno, i risultati non sono buoni. Dice che me li devo comprare da sola, "risparmia e poi fai ciò che vuoi", si facile a dirsi, come faccio a risparmiare se col mio lavoro pomeridiano guadagno quello che basta per prendere un pacchetto di cicche?

Lavoro dalle due alle cinque, tre giorni a settimana in una caffetteria non lontano dal centro, il che mi costringe pure a portare il the freddo ai miei compagni di scuola. Ci starebbe anche, se non fossi costretta a portarlo anche a Elena. Ho già parlato di lei? E' una schifosa, infima, stupida... vacca. Non trovo un altro termine così carino, ne ho in mente altri ma sono categoria "bad words". Abbiamo una relazione di puro odio da più o meno dieci anni. Dall'asilo ci scanniamo e ci facciamo ripicche e vendette a vicenda. Non nego di essere colpevole anche io, ma... Lei lo è di più. In quinta elementare sporcò di tempera marrone il sellino della mia bici e mi lasciò andare in giro per tutto il giorno con una macchia equivoca sul fondoschiena; in seconda media, negli spogliatoi della palestra appese un paio di mutandoni al muro e poi chiamò tutta la classe dicendo che appartenevano a me e che li avevo rubati a sua nonna. L'anno scorso però, in terza liceo, superò se stessa: nonostante mi avesse sempre rubato le varie cotte della mia vita (abbastanza insignificanti), questa volta fece di più. Allora ero completamente persa per un ragazzo più grande di me, un giorno mi arrivò un suo messaggio dove mi chiedeva di uscire con lui. Potete immaginare la mia reazione, non stavo più nella pelle, così accettai e il sabato seguente mi preparai per incontrarlo. Mi ero messa proprio "in tiro", ero super eccitata! Ma quando arrivai al luogo dell'incontro vidi quello che avrei dovuto aspettarmi: la vacca era avvinghiata a lui e lo baciava come se fosse stata indemoniata. Quando, finalmente, si staccarono, io ero immobile, scioccata e con le lacrime agli occhi. Lì capii quanto cattiva fosse, lo fece girare verso di me, gli sussurrò qualcosa all'orecchio e si misero a ridere. Di me.

Il dolore è passato, ho superato la questione che riguarda lui (anche se rimane un coglione) ma lei... sto ancora architettando la più crudele delle mie vendette. Sarà molto più di quanto abbia mai fatto, niente a che vedere con le lucertole nel reggiseno o l'inchiostro nello shampoo con cui mi sono divertita in passato. No, dovrà soffrire. E tanto.

Mentre penso al mio piano diabolico, un ghigno malefico dev'essersi dipinto sul mio viso perché vengo riportata alla realtà da un'Ilary parecchio spaventata.

-Azzu, stai bene?-

-Oh si, stavo solo pianificando la morte della vacca. Mi aiuterà vero mademoiselle?- Le sorrido e le faccio l'occhiolino

-Come potrei rifiutare, madame? Ora se non le dispiace dovremmo incamminarci verso l'odiato edificio denominato: Liceo Linguistico, un nome, un brivido lungo la schiena.-

Scoppiamo a ridere insieme e ci incamminiamo a braccetto canticchiando.

Per tutto il tragitto non ho fatto che pensare a quella sgualdrina e Harry. Ho visto ieri come gli si è spalmata addosso. Il pensiero di "quella" con lui mi fa venire i conati di vomito. Perché mi importi tanto non lo so...

"Si che lo sai Azzurra solo che non lo vuoi ammettere"

Perfetto ci mancava pure la mia vocina interiore a confondermi le idee! E, sentiamo, cos'è che saprei?

Those Green Eyes.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora