Capitolo diciasette- Atmosfera romantica

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Risulta alquanto complesso riuscire a scorgere qualcuno che ti possa comprendere al meglio, un singolo individuo che si differenzia da tutti gli altri, un essere umano che sia in grado di farti stare bene, anche con solo delle semplici parole, altresì insensate, seppur create con l'intento di far ridere la persona amata.

Parlando di me stessa, io avevo sempre idealizzato che nei singoli ci fosse una maggioranza di persone ipocrite e false, in grado di sfoderarti la lama quando meno te l'aspettassi, proprio nel momento in cui ti eri girata, e avevi voltato le spalle.

Perché quello è un gioco sporco. E le persone tendono a giocare proprio così per ottenere qualcosa. Qualsiasi cosa.

Riguardo Bryan, se proprio dovevo essere sincera, lui non mi aveva mai dato un'impressione negativa, anzi, il mio intuito aveva avuto la meglio questa volta, il chè era molto insolito, poichè, per le limitate volte che lo seguivo, mi portava a compiere sbagli.

Lui mi dava l'aspetto sia interiore che esteriore di un ragazzo fantastico, uno di quelle persone che fanno di tutto per proteggerti, e per vederti anche solo minimamente sorridere. Non volevo illudermi, ma lui era così dolce, tanto bello, troppo speciale....

-Cosa ordini?- mi destò dai miei sogni il ragazzo dagli color smeraldo, scrutandomi dolcemente e accarezzandomi il palmo di una mani con dei movimenti rotatori del pollice.

Al fine della conversazione, avevamo decretato, anzi, lui aveva deciso di andare a cenare in un ristorante, al coperto. Dato che costui si poteva valutare come un vero e proprio appuntamento, sicuramente voleva che quest'ultimo fosse perfetto, qualcosa che mi sarei rammentata per sempre.

Ma lui, realmente, non sapeva che in ogni dove, in qualsiasi luogo fossimo andati, io avrei custodito i ricordi dentro il mio cuore, per sempre...

-Quello che prendi tu.- feci con noncuranza, gesticolando alla meno peggio, sbracciandomi un po' la manica destra del coprispalle e adagiandola sul tavolo foderato da una tovaglia bianca, con delle posate smistate, situate lateralmente al piatto, decorato con dei disegnini dorati.

Il ristorante era parecchio carino. Lo stile era rustico, con delle pareti in pietra, costituito da porte in legno, ed un ampio parquet; un posto molto accogliente e rassicurante.

Bryan sfogliò tutte le pagine presenti nel menù, che era arrivato circa due minuti fa, con i molteplici pasti ed ingredienti elencati in esso, quando, tutto d'un tratto, egli avvisò il cameriere della sua scelta -Questo tipo di carne,- puntualizzò sul menù -con un po' d'insalata.- aggiunse, infine, consegnandogli il menù.

Il cameriere, poi, osservò me, attendendo pazientemente -La stessa cosa.- feci un sorrisino gentile, e mi voltai per intraprendere un dialogo con il ragazzo che avevo dinanzi. -Ti mantieni leggero, eh?- risi fragorosamente, prendendolo un po' in giro, e scrutando la sua espressione buffa.

-Devo. Ad esempio, mangiando un po' d'insalata mi mantengo in forma, voglio espellere i grassi che accumu..-

-Ma non farmi ridere!- lo precedetti, scuotendo la testa. Ormai gli occhi avevano iniziato a solleticarmi per la troppa ilarità, e molto probabilmente le persone cominciarono a guardarmi come se fossi una ragazza non tanto a posto con il cervello -Il grasso non esiste in te!- gli feci notare, abbassando il volume della voce, per non far brutte figure.

-Uhm.- vocalizzò il ragazzo, osservandosi l'addome, come se non avesse la consapevolezza della sua magrezza. Era davvero assurdo -Come dici tu.- si arrese, sorridendo sghembo, e analizzando il mio sguardo con fare molto irrestibile.

La Magia Dei Tuoi OcchiWhere stories live. Discover now