3°Capitolo

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Non ricordavo più bene entrambi i volti, ma di continuo li pensavo; oh cielo come potevo essermi infatuata di entrambi? Eppure era successo, io ero colpevole solo del mio amore, che tremavo un sentimento identico per due persone.
Fui tormentata per giorni da una specie di agitazione, finché finalmente la mia domanda non ebbe una risposta.
Passavo dal chioschetto con il mio amico fidato e non potetti fare a meno di notare che dentro di esso c'era lo stesso giovane che mi colpii per primo e non potetti fare a meno di notare che era vestito stirato. Ma certo, che sciocca ero stata, era ormai chiaro che egli era lo stesso del mercato e che quindi non ero stata altro che infatuata dello stesso giovane senza saperlo. Quella sera ebbi anche modo di osservarlo più a lungo, s'imponeva fin dal primo sguardo per la sua accortezza e per il suo aspetto imponente, sembrava insoddisfatto e scontento quasi esausto, ma era in egual modo ammaliante.
Quella sera potevo dar tregua al mio cuore e finalmente amare, ammiravo in tal modo quel giovane che i miei occhi sognavano. L'amore invase il mio petto. Guardarlo solo, con i suoi languidi tormenti ero sorda alla tempesta che si scatenava sotto il cielo, una vera passione agitava la mia anima la faceva commuovere. Andai a letto così allegra ed era solo lui a fare la mia felicità.
Egli non diede un leggero tocco alla mia vita, ben anzi, la scosse come solo la terra sa fare con la sua natura. Egli era un trepido spettacolo di cui non mi riuscii più possibile farne a meno; ogni attimo poteva risultare un istante fondamentale per scrutare e scoprire cosa celava egli nel suo cuore in quei panni da persona per bene.

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