8°Capitolo.

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7 giugno,
Passeggiavo con la compagnia di mia zia, ed erano le otto e dieci, egli era in anticipo, era già al chioschetto e mi offriva le spalle, era molto carino vestito elegante come sempre, dialogava con il gestore del chiosco, sembrava particolarmente interessato. Non nascondo di aver pensato anche solo per un istante che egli vi era recato lì in anticipo per vedermi. Proseguì la mia passeggiata a passo svelto senza molti pensieri.
Al ritorno del primo giro passai nuovamente di lì, egli era appoggiato con il braccio sinistro al bancone, voltato verso il lungomare dove passeggiavo, ci guardammo per due istanti forse più, poi mi girai a guardare davanti a me, era strano guardarlo con tanta normalità e fermezza. Era l'ultimo giro ed egli sta volta appoggiava la sua schiena al bancone e armeggiava con le mani all'altezza della vita con il telefono, mi guardò un istante poi riprese ad armeggiare. Chissa con chi comunicava, tutto indaffarato, forse con una donna... mi salì un amaro in gola di solitudine. In qualche modo il mio cuore si era legato a quel giovane e ne era gelosamente innamorato, che al sol pensiero che essi poteva essere di un'altra mi si straziava l'anima.

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