5°Capitolo

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L'estate se ne andò e arrivo presto l'inverno; lo incontravo poco e nulla e il cuor mio ne soffriva, così presi l'abitudine di memorizzare ogni cosa che vedevo di esso.
Ben presto imparai addirittura la targa della sua macchina senza accorgermene, L'unica questione che io non riuscivo a spiegarmi, era che le nostre abitudini e le nostre vite si intersecavano tra di loro di continuo, senza l'aiuto di nessun agente esterno.
Era ormai primavera e mia madre andava sempre più spesso al mercato, ovviamente io la seguivo per farle compagnia e mi pentivo puntualmente subito dopo; c'era sempre la calca di gente e le urla assordanti, per di più dovevi subire degli spintoni allucinanti. Andando al mercato spesso e volentieri mi capitava anche di beccare in lontananza quel bel giovane con i volantini e mi accorsi ben presto che egli non mancava un giorno, almeno che non piovesse.
Lo incontravo verso le dieci, dieci e trenta e potevo forse rivederlo fino le undici, raramente fino mezzogiorno. Era una questione di attimi ma comunque meglio di nulla.
Fu sempre al mercato che mi accorsi che egli si era tagliato i capelli, non li portava piu legati, ma bensì sciolti all'altezza del collo; stava altrettanto bene e mi ci abituai senza fatica e con notevole apprezzamento nonostante io amassi i capelli più lunghi. Era strano che mi interessassi così tanto ad un uomo e soprattutto ad un uomo di cui non sapevo nemmeno il nome. Egli mi piaceva dentro l'animo, era come se il mio cuore si legava con un nodo stretto ad ogni suo pensiero e ogni volta che i miei occhi lo guardavano i nodi si stringevano sempre di più.

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