Capitolo 8

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Dopo un interminabile giornata di lavoro scandita dal rumore delle scarpe col tacco delle iene, arriva finalmente l'ora di uscire.
Sto sistemando il mio portatile nello zaino quando vedo Karl avvicinarsi alla mia scrivania. Mi viene subito l'ansia. Se può, di solito, evita di parlarmi quindi già temo che mi voglia affidare uno di quei progetti che nessuno vuole fare.
"Iris" mi dice col suo accento teutonico "questa volta non potrai non ringraziarmi" mi dice posando sul tavolo un grosso fascicolo e io già penso che finirò col maledire questa sua inusuale gentilezza.
"Ti lascio il fascicolo da leggere. Domattina voglio una risposta". E se ne va, senza dare importanza alla mia espressione scocciata. Come sempre è riuscito a rovinarmi i programmi: la mia serata con Diletta dovrà ridursi ad un semplice aperitivo.
Stranamente sono di nuovo io ad arrivare in ritardo: è già seduta al tavolo intenta a digitare sul cellulare.
Mi basta uno sguardo per capire che qualcosa non va.
"Iris, fortuna che mi hai chiamata" mi dice mentre ordina due spritz. Ho il serio dubbio che siano entrambi per lei.
È stata licenziata dal suo capo nonché nuovo ragazzo. Il che implica la fine di entrambe le carriere.
"Guarda, mi ha fatto un favore" mi dice mentre mangia patatine senza fare pause e io non so a quale delle due carriere si riferisca. Ammiro il suo coraggio e la sua leggerezza: perdere un lavoro sicuro in una grande boutique del centro e vederla solo come l'occasione per dedicarsi a tempo pieno al suo blog di moda non è da tutti. Certo non da me, che desidero lasciare lo studio dal giorno stesso in cui ho cominciato ma non ne ho il coraggio.
Si fa tardi e contro voglia devo salutare Diletta perché il lavoro mi aspetta. Non sono riuscita nemmeno a nominare M., non ne ho il coraggio perché già immagino cosa mi direbbe.
Arrivò a casa. Sullo zerbino non c'è nulla. Tiro un sospiro di sollievo misto a delusione per poi darmi della cretina da sola. Fortuna che dietro alla porta c'è Cesare che mi accoglie leccandomi tutta la faccia dalla felicità.
Dopo aver fatto una passeggiata con lui è il momento del dovere. Prendo il fascicolo e comincio a leggere. Si tratta di dover progettare una nuova serra a riscaldamento geotermico. Il particolare principale è il luogo in cui sarà poi costruita: Parigi.
Prima di rifletterci, prima ancora di accettare, mando un messaggio a Dodo: "Ti va di passeggiare lungo la Senna questo week end?".
Forse Karl non mi detesta poi così tanto.

I battiti persi del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora