~ I can't belive in the past ~
È giunta l'ora di partire. Valigia pronta, anch'io lo sono, credo...
Scendo quatta quatta dalle scale appena scorgo una figura muoversi nella penombra... Mio padre! Non ci avevo pensato! Io non posso andarmene, lui è importante per me, fondamentale! Se dovessi partire dovrei rinunciare a l'unica persona che mi ha sostenuto dopo la morte di mia madre, ma se non lo dovessi fare Noemi renderà la mia vita mia un inferno. Chi scegliere Matteo o mio padre?
Sento dei miei passi, mio padre si dirige verso il suo studio. Questo è il momento giusto di decidere se ritornare in camera mia o verso l'aeroporto.
Il sole è sorto, proprio una bella giornata. Le nuove sono candide simili a zucchero filato e dal finestrino di un aereo si possono scrutare al meglio. Sì, ho deciso di partire con Matteo verso Londra dove alloggeremo in un bed and breakfast temporaneamente. Ho attivato la modalità aerea così da non ricevere telefonate spiacevoli da mio padre... Sono convinta di quello che sto facendo, lui sarà d'accordo, si fida di me. Sono felice... Finalmente.
Durante il volo Matteo mi guarda con dolcezza e vede che dai miei occhi scendono lacrime. Con voce sottile e preoccupata mi chiede il perché della mia tristezza e io, con un sorriso sulle labbra, rispondo: " Lacrime di gioia. Felice di stare con te", detto questo egli con aria di soddisfazione rizza lo sguardo e continua a sorridere. In realtà nel mio cuore sento una strana sensazione, non è amore, forse rimorso... Ho abbandonato mio padre, la scuola e i pochi amici che avevo. Ho " gettato " la mia vita per ricominciare, una vita nuova e felice. Magari sto sbagliando, Matteo forse non è per me e quello che sto facendo è solo una bravata. Quanti assilli!
Dopo essere arrivati ci dirigiamo verso il bed and breakfast. Durante il tragitto in bus prendo il coraggio e disattivo la modalità aerea:
21 chiamate da papà. La prima scritta che noto tra le tante notifiche. Decido di chiamarlo:
" Alessandra... Sei viva! Dove sei?
" Londra con Matteo"
" Con chi?"
" Il mio fidanzato"
" Io... Cosa?! Come lo hai conosciuto?"
" Tramite Noemi, è lei che me l'ha presentato "
" E perché siete lì? "
" Siamo fuggiti da Noemi e..."
Prima di completare la mia spiegazione il cellulare si spegne improvvisamente lasciando mio padre in sospeso. Ho veramente fatto la scelta giusta? In quel momento era più corretto salire le scale e ritornare in camera?
STAI LEGGENDO
" Un pomeriggio d'estate "
Literatura KobiecaUna ragazza come tante altre che vorrebbe lasciare un segno, un segno indelebile... Attraverso le parole