Capitolo 2

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Feci un grande respiro ed aprii la porta di casa, c'era bisogno di una preparazione psicologica prima di entrare in quel posto.
Marco, mio fratello minore, corse ad abbracciarmi come faceva ogni giorno.
- È pronta la cena! - Urlò mio padre dalla cucina.

Era un uomo burbero, aveva sempre qualcosa da contestare, ma tanto era un anno che non mi rivolgeva più la parola: era convinto che io fossi la causa della morte di mia madre. In effetti se non fossimo andate a surfare, quel giorno, lei non sarebbe morta. Ma non avevo mai realmente pensato che fosse vero, ero già abbastanza triste per i fatti miei.

Ci sedemmo a tavola. La solita minestina congelata. - Ma che schifo...- dissi, ma venni subito interrotta da Stefano, che divideva col gemello Paolo i diritti di primogenitura. Erano laureati da poco in medicina ed avevano uno studio in comune. Io invece avevo finito il liceo quest'anno e per ora non avevo alcuna voglia di continuare a studiare.
- Sai papà, oggi in ospedale mi è capitato... - .
Mio padre ascoltò quello che era capitato a Stefano in ospedale. Poi ascoltò quello che era capitato a Paolo ed infine quello che aveva detto la maestra a Marco.
Poi Stefano interruppe di nuovo il discorso per raccontare una barzelletta, che venne finita (come nella maggior parte delle frasi) da Pietro, questo buffo modo di parlare era molto apprezzato da Marco che scoppiava a ridere come un matto alla fine di ogni frase.

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