Era passata una settimana da quando avevamo surfato a Bolinas ed ormai avevo legato bene sia con Daniel che con i ragazzi ( era così che li chiamavamo).
Eravamo diventati parte del gruppo ed avevamo visitato tutte le spiagge di San Francisco lasciando per ultima la migliore: Ocean beach. Eravamo diretti proprio lì ed avevamo intenzione di starvi per qualche giorno, poi io mi sarei staccata dal gruppo per continuare il mio viaggio.
Con Daniel non avevo ancora parlato della questione, anche se lui aveva messo in ballo l'argomento già un paio di volte, ma sapevo con certezza che i ragazzi si sarebbero fermati a San Francisco ancora qualche settimana, mentre io non vedevo l'ora di trovare un posto un po' meno affollato dove surfare con tranquillità.
Arrivammo ad Ocean beach la mattina presto. Avevamo viaggiato durante la notte in modo da riuscire a prendere le prime onde della giornata. Daniel stava beatamente dormendo sul materasso nel retro (avevo guidato io), quindi, dopo aver parcheggiato, decisi di andare a fare un giro per dare un'occhiata alla spiaggia.
Dal parcheggio le onde sembravano quasi ragionevoli. Un tratto di costa di 6 km, un rettilineo perfetto, onde in abbondanza e banchi di sabbia molto promettenti. Sapevo che ad Ocean Beach giungessero una straordinaria quantità di mareggiate e che fosse percorsa da forti correnti dovute allo riempimento ed allo svuotamento della baia di San Francisco tramite il Golden Gate, proprio dietro l'angolo. Scendendo verso la spiaggia mi resi conto che fosse lo spot più complicato che avessi mai visto. Divenni sempre più cosciente di quanto le onde fossero imponenti, non come le onde californiane alle quali ero ampiamente abituata ma in stile Hawaii. Mi resi anche conto di quanto fosse irragionevole prendere quelle onde ma nonostante ciò avevo una voglia pazza di entrare in acqua.
Tornai al parcheggio dove mi aspettavano tutti per fare colazione. Mangiammo i favolosi pancake di John, che ormai avevamo eletto cuoco, e subito dopo ci preparammo per entrare in acqua.
Mentre ci incamminavamo per il sentiero che portava alla spiaggia notammo un cartello che diceva: OGNI ANNO SI VERIFICANO ANNEGAMENTI A CAUSA DELLE ONDE E DELLA FURIA DELLA RISACCA. SI PREGA DI MANTENERSI SULLA SPIAGGIA, GUARDIA FORESTALE DEGLI STATI UNITI.
Decidemmo di cominciare a surfare all' estremità nord della spiaggia, in uno spot chiamato Kelly's Cove. Fortunatamente Michael e Thomas avevano tavole adatte a quel tipo di onde, delle gun 7", e ne prestarono una anche a me ed a Daniel. Solo ora iniziavo a capire a cosa servissero tutte quelle tavole: le onde a Kelly erano davvero toste e se riuscivi a decifrarne le loro peculiarità potevano offrire dei tubi da urlo. Era lo spot più conosciuto ad Ocean Beach eppure non trovammo molta gente.
Entrammo in acqua, sentimmo l'acqua gelata entrare all'interno delle mute ed allo stesso tempo sentimmo l'adrenalina aumentare.
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Le Onde Della Vita
RomanceChiara, Chiara come il cielo, Chiara come l'acqua cristallina del mare. Questo era il suo nome, il nome che le aveva dato sua madre, ma ormai sua madre era morta e le aveva lasciato solo una tavola da surf, un van e tanta solitudine.