Capitolo 5- La svolta degli eventi

59 5 18
                                    

Nei giorni successivi, Ak fu più taciturna del solito; la gita al villaggio l'aveva colpita più di quanto volesse ammettere e, ogni volta che si trovava sola, rifletteva sulla sua infanzia e sull' insensato comportamento della madre. Fortunatamente, a causa del Jaanch quei momenti erano sporadici stralci di libertà che le erano concessi; all' inizio della seconda settimana degli esami, il ritmo si fece più serrato e i test crebbero come quantità e difficoltà: "Ubbidienza", "Adlox", "Combattimento armato"...tutte discipline nelle quali la ragazza non eccelleva, senza contare che li riteneva inutili, soprattutto il primo, in quanto fosse stato concepito come prova eclatante del potere che gli Aldux erano legittimati a esercitare.

Ma,il martedì della seconda settimana, vi fu un'aspettata sorpresa:la chiamata dall'esercito.

Ak era appena tornata dall'esame "Storia di Manaol", l'ennesimo test che richiedeva intelletto e non forza e che lei odiava: una prova scritta dove dovevi dimostrare di conoscere per filo e per segno tutti i fatti di maggior rilevanza della loro storia e,soprattutto, di quella degli Aldux e di come fosse stato doveroso e lecito intervenire e devastare totalmente le loro vite al fine di proteggerli ed evolverli.

Falso.L'ennesima informazione falsa che i dittatori imprimevano nelle menti per garantirsi un popolo impaurito, ignorante e, di conseguenza, ubbidiente e riconoscente.

Non appena entrò in Refettorio per un pasto-lampo, un tenente dell'esercito chiamò vari ragazzi e ragazze, tra cui Akenehi, in cui li invitava a trovarsi al Centro di Comando nei successivi dieci minuti.

Ak storse il naso: non voleva diventare una "soldatina" nelle mani dei generali. Era molto brava, su questo non vi era alcun dubbio, ma odiava seguire ordini che non provenissero dalla sua testa: era estremamente testarda.

Eppure,a quanto pareva, servivano elementi come lei e, un po' per evitare la forca, un po' per la speranza di soldi extra per Hilo e sua madre, si recò stancamente al Centro, un'immensa struttura presso la Hale nel quale si tenevano il Jaanch, l'addestramento militare e le più alte riunioni politiche e giuridiche di Manaol. Esternamente però era alquanto brutto: un altissimo parallelepipedo di vetro con varie nervature di acciaio antisismiche, lo facevano apparire come una creatura cristallina nella stretta morsa di gigantesche serpi nere, che la soffocavano e la tiravano verso il basso: tale e quale la situazione dei tre popoli in Manaol.

La ragazza entrò, salì al nono piano, bussò al massiccio portone di platino e rimase ad osservare le decorazioni sulla porta, in attesa della sua apertura.

Dopo pochi secondi, questa si spalancò, rivelando una sala immensa illuminata con una luce soffusa che andava dal rosso al giallo, come lingue di fuoco che danzavano sui pilastri che sostenevano il soffitto a volte archiacute in pietra bianca. A parte la struttura,tutto il resto era un po' più moderno: varie scrivanie sparse lungo il perimetro con sopra immense pile di manoscritti e scartoffie, un pulpito in marmo dal quale i maggiori esponenti degli Aldux compivano i loro discorsi convincenti, mappe dettagliate di Manaol e dati e tabelle ricavate dai censimenti annuali.

Tuttavia,fu l'immenso tavolo rotondo situato al centro della sala che colpì la ragazza: era in legno di noce, liscio e brillante, completamente ricoperto da libroni, articoli giuridici, borse e, da come in seguito constatò, anche qualche pistola abbandonata dai generali. Molto rassicurante.

Nella furia di catturare con un unico sguardo tutti quei dettagli, non notò che alla sua destra si era radunato un gruppetto di ragazzi, tutti dai sedici anni in su, che attendevano proprio lei per conoscere le istruzioni.

Non appena si avvicinò, il tenente che l'aveva chiamata iniziò a parlare e a spiegar loro gli orari degli allenamenti, gli avanzamenti di grado, l'importanza dell'esercito eccetera. Ak però trovò molto più costruttivo osservare i suoi futuri commilitoni: notò con gioia che anche Aditi, Ajit, Kris e Aukai erano stati ammessi (Nina evidentemente era stata scartata a causa della sua ignota provenienza) ma non fu altrettanto entusiasta quando intravide Kanai,il fratello di Aukai.

Non sapeva spiegarne il motivo, ma quel tipo non le andava a genio: era molto alto e abbronzato (apparteneva infatti agli Epoh anche lui), i capelli erano neri e portati a spazzola e gli occhi erano dello stesso meraviglioso colore di quelli del fratello, come se l'abisso del mare si fosse trasferito sul suo volto.

Se però il mare di Aukai era quello tranquillo, colorato e infinito,quello di Kanai era feroce, era l'onda che cancella una costa,l'uragano che si abbatte senza pietà sulle isole, il suo punto più basso, oscuro e inquietante, dove pochissime forme viventi riescono a vivere, e quelle poche sono alquanto mostruose.

Questo era quello che dicevano sulle iridi dei due fratelli; Ak non aveva mai visto il mare, non sapeva nemmeno cosa fosse, eppure le sembrava qualcosa di immenso, meraviglioso e al contempo inafferrabile.

Si soffermò sui suoi movimenti: erano rigidi, composti, addirittura le mani avevano scatti spastici e nervosi, segno di un grande turbamento dell'anima e voglia di puntare al potere. Infatti, tra tutti gli amici che la ragazza aveva, nessuno più di Kanai bramava alla fama e alla cieca ubbidienza verso gli Aldux, con la speranza che, un giorno, potesse essere ricambiato, in qualità di generale. Ed era proprio quel lato dell'uomo (perché di uomo si trattava, in quanto ventunenne) che inquietava Ak; non era sicura su cosa avrebbe scelto Kanai, tra la sua gloria personale e l'amore per la famiglia.

Ma erano solo fantasie, l'amico non aveva mai mostrato una tal mostruosità, nonostante seguisse volentieri le regole ed evitasse di fare battute sui dittatori: magari era solo il suo modo per mantenersi in vita evitando un sacco di impicci e complicazioni, chi poteva saperlo.

Immersa com'era in quei pensieri, quasi non notò l'entrata come una furia di suo fratello Hilo: era stanco, gli zigomi erano arrossati e aveva il volto incredulo e scioccato, e fu proprio questo a riscuotere Ak. Niente aveva mai scandalizzato suo fratello. Niente.

-Hilo,che succede? -gli domandò Ak con una punta di curiosità nella voce.

-Dovete venire subito...è successo...un fatto incredibile- riuscì a dire il fratello, la voce interrotta dal fiatone per la grande corsa- Nella zona Sud Est...vicino al Muro-.

Fu proprio quell'ultima informazione che azionò il cervello e i muscoli di Ak che, senza alcun consenso, si fiondò fuori dal Centro,tallonata da tutti i ragazzi e dai generali Aldux, per scoprire cosa avesse mai potuto spaventare in quel modo Hilo.

Non appena arrivarono a destinazione, Ak osservò la scena e non poté biasimare il fratello.

Lei,che esternamente appariva coraggiosa, fiera e sicura, adesso era letteralmente senza fiato e molto scioccata, per la prima volta in vita sua.

Epoh-Il MuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora