Capitolo 1

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Come tutti i giorni sento la campanella suonare.
Inizio a sistemarmi i libri dentro la cartella e mi alzo mettendomela in spalla.
"Ehi Nathan, buone vacanze" sospira la prof con soddisfazione: dopotutto sono sempre stato il primo della classe.
Mi dirigo verso i corridoi ed apro il mio armadietto. Mi prendo tutto ciò che c'è dentro così da svuotarlo, intanto l'anno prossimo io non sarò più qui e questo armadietto lo occuperà un altro ragazzo o ragazza.
Tutti i miei compagni mi salutano e io contraccambio, quest'estate dovrò cercare lavoro; i miei non vogliono che rimango a casa a giocare tutto il giorno a fifa.
Mi dicono sempre 'cerca lavoro e non fare lo scansa fatiche! Un giorno dovrai avere una famiglia anche tu e dovrai mantenerla!'...
Sono sul vialetto di casa, con la musica ad alto volume e mentre cerco le chiavi nello zaino vedo che dall'altra parte della strada c'è un camion dei traslochi.
Guardo incuriosito e vedo una ragazza. Mai vista prima.

È la cosa più bella a questo mondo. Capelli castani baciati dal sole, lunghe trecce, una maglietta del Hard Rock Cafè e jeans blu scuro. Un fisico da paura.

Penso di essere rimasto con la bocca aperta a guardarla fino a quando i suoi occhi non hanno incrociato i miei.
Imbarazzato faccio finta di niente ed entro in casa.
Butto la cartella in un angolo di camera mia e mi sdraio sul letto. Non riesco a non pensare a quella ragazza. E sarà la mia vicina di casa! Devo parlarci assolutamente. Devo conoscerla. L'estate quest'anno promette bene. Mi levo le cuffie e torno in un attimo in piedi.
Esco e mi dirigo verso il camion dei traslochi. È lì. Sta sollevando un cartone ma le sta per scivolare.
Mi affretto per andare ad aiutarla e glielo prendo prima che cada.
"Oh grazie"
"Non c'è di che"
Ci guardiamo sorridendo.
"Sei molto gentile con il vicinato"
"Oh bhe... ti ho vista in difficoltà e volevo dare una mano. Se vi serve io abito di fronte a voi. Per qualsiasi cosa chiamateci"
"Lo prenderò in considerazione".
È ancora più bella mentre ride.
Siamo rimasti per un po' a guardarci mentre tenevamo insieme il cartone.
"Scusa, non mi sono presentata: mi chiamo Elizabeth ma tutti mi chiamano Liz"
"Nathan, io sono Nathan"
"Il piacere è tutto mio".
Credo di continuare a ridere. Lei penserà che io abbia una paralisi facciale.
"Bene Nathan, se vuoi dare una mano aiutami a portare questi cartoni in casa così ti presento anche i miei genitori".
"S...Si... prendo quello la?"
"Si sono tutti da portare in casa vedi tu qual'è il cartone che ti sta più simpatico"
Io ripeto ad alta voce tra me e me: "più... simpatico" dopo un po' ci arrivo che era una battuta e le sorrido e lei contraccambia.
Entriamo in casa e i suoi genitori stanno pitturando.
"Liz ci hai messo tanto, e chi è questo bel giovanotto?" domanda sua madre.
"È il nostro nuovo vicino di casa... bhe abita di fronte... si chiama"
Insieme pronunciamo il mio nome e ci guardiamo ridendo.
"Bene Nathan" afferma suo padre: "visto che sei qui, se non hai nient'altro da fare, aiuta Liz con i cartoni e poi vieni a darci una mano a pitturare. Sempre se ti fa piacere."
"O...Ok... certo".
Per qualche ora io e Liz abbiamo scaricato i cartoni in casa sua. Intanto mentre lavoravamo abbiamo parlato e riso davvero tanto.
Mi ha dato subito confidenza... anche i suoi genitori mi hanno accettato subito. Sono veramente gentili.
È arrivato il momento di pitturare.
Io e Liz invece che colorare le pareti ci spruzziamo vernice addosso. Dopo qualche minuto anche i suoi genitori iniziano a fare come noi e ci divertiamo tutti insieme.
Ormai è tramonto e la casa è finita.
"Ragazzi. Ottimo lavoro!"
"Hai visto papà, in una giornata ce l'abbiamo fatta e tu che dicevi di no"
"Per fortuna c'era Nathan, ci ha dato una mano preziosa"
"Ma no... ho solo aiutato"
"Per ringraziarti vorremmo invitare te e la tua famiglia domani sera a cena, ti va? Ne ho parlato prima con mia moglie e mi sembra il minimo dopo che ci hai aiutato per tutto il pomeriggio"
Mi si illuminano gli occhi: "certo... chiedo prima a loro e vi faccio sapere"
"Ci farebbe davvero piacere. Liz dagli il tuo numero così ti dà la risposta. Magari ti scrive un messaggio su wazzap"
Scoppiamo a ridere: "mamma si dice whatsapp"
"Oh davvero? Che figura" e ridiamo tutti insieme.
"È il momento che vada... tra poco tornano i miei genitori"
"Oh si si certo. Liz accompagnalo alla porta".
Io e Liz ci avviciniamo all'entrata ma io aspetto prima di uscire.
"Allora, cosa aspetti?" Mi chiede lei con un sorriso che potrebbe illuminare un'intera città di notte.
"Aspetto il tuo numero"
"Nemmeno un giorno che ci conosciamo e sai già bene come attaccare bottone. Aiuti una ragazza in difficoltà con il trasloco. Ti fai amici i suoi genitori e ora le chiedi anche il numero"
"Se non vuoi dirmelo non fa niente. Abitiamo di fronte esco e vi suono"
"No, certo che voglio dartelo" mi prende il telefono dalla mano e mi salva il suo numero.
"A domani, Nathan"
"Ciao Liz".
Mi giro per vederla un'ultima volta prima che chiuda la porta.

Tornato a casa ceno con mia madre. Mio padre come al solito è in una riunione di lavoro e farà tardi.
Mi butto sul letto e ripenso alla giornata di oggi: erano anni che non mi sentivo così felice.
Liz è davvero fantastica. Voglio conoscerla meglio e... chissà... magari un giorno sarà lei la mia famiglia.

Ti prenderò tra le braccia ogni giorno, fino a che morte non ci separi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora