Capitolo 7

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Sveglia. Doccia. Lavoro. Casa. Divano.
Da 4 anni che sono sposato con Liz e la mia vita è diventata monotona, sempre uguale, ogni giorno la stessa identica storia.
Sveglia. Doccia. Lavoro. Casa. Divano.

Torno a casa, giornata pesante in ufficio. Mi squilla il telefono:

'Mamma'

Cosa mai vorrà dirmi a quest'ora?
"Mami dimmi" perché sta piangendo?
"Mamma, respira e dimmi cosa è successo".

...

Due giorni dopo la telefonata siamo tutti al funerale di mio padre. Liz e mia mamma si stringono la mano mentre piangono. Mia moglie cerca di consolare mia madre con ogni mezzo possibile. Io invece sono impassibile, neanche un'emozione, come gli avevo già detto non avrei pianto per lui e mai più per nessun'altro.

La bara viene coperta dalla terra e mia madre rimane lì a fissare la lapide per qualche ora.
Liz mi prende da parte: "Nathan ascoltami, per quanto sia stato un padre assente era pur sempre tuo padre, non hai nemmeno versato una lacrima. Mi dici cosa ti ha fatto di tanto male?"
"Non ne voglio parlare"
"Sono tua moglie se ti ricordi, con me puoi parlare di qualsiasi cosa"
Con tono un po' alterato le rispondo: "Non voglio va bene?! L'argomento è chiuso!".
Liz delusa torna da mia madre e la riaccompagna a casa mentre io invece vado al solito bar per bere qualcosa.

Quando torno a casa trovo Liz che sta pulendo la cucina. L'ho trattata malissimo.
"Amore... scusami. Solo che non voglio toccare l'argomento di mio padre. Mi fa stare male parlarne". Lei si avvicina tutta calorosa: "Ti fa più male tenere tutto dentro. Raccontami".
Le dico tutto: elementari, medie e perfino ciò che è successo 5 anni fa con Jane. Invece che criticarlo per non averlo detto a mia mamma, Liz mi consola e mi incoraggia: "non glielo hai detto per non farla stare male. Ma ora è il momento che lo sappia. Quando trovi il coraggio parlagliene. Vedrai che si sistemerà tutto per il meglio" intanto mi strofina le spalle. Io le prendo una mano e la guardo dritta negli occhi: "Come farei senza di te? Chi sarei senza te?". Sorridendomi risponde: "Saresti un uomo che non sta per diventare papà".
La guardo turbato: "P-p-papà?".
Inizia a ridere: "Sono incinta".
Sento un colpo al cuore: "Incinta?" Lei annuisce. "Quindi sto per diventare papà? Sarò papà? E da quanto lo sai?" Sprizzo gioia da tutti i pori.
"Sono al secondo mese, non sapevo se dirtelo. Visto che il lavoro non sta andando tanto bene non volevo crearti altri problemi e quindi ho aspettato".
Afferro Liz per la vita e la prendo in braccio facendo anche una giravolta: "diventeremo genitori. Tu sarai la mamma. Io diventerò papà. Ma ci pensi? Avremo un figlio tutto nostro! DIVENTERÒ PAPÀ!!!! " penso di urlare così tanto da farmi sentire in tutto il quartiere.

...

Dopo qualche mese.
"Questo è il progetto SkyLine. Cosa ne pensate?".
"Si potrebbe funzionare. Faremo affari con la sua azienda più spesso signor Andres"
"La ringrazio." Saluto gli agenti della BOP e torno a sedermi alla mia scrivania. Da quando mio padre è morto ho ereditato tutto: auto, soldi e anche la sua azienda.

DRIIIIIIN
"Pronto Liz dimmi.........cosa?.......
Vengo subito!"

Arrivato a casa prendo Liz con il borsone per l'ospedale.
"Quando si sono rotte le acque?"
"Circa 20 minuti fa... fa malissimo sbrigati portami in ospedale fai presto!"

Penso di non aver mai guidato così veloce.
Arrivati in ospedale entriamo in sala parto.
Liz grida tantissimo mentre mi stritola la mano (che oltretutto non sento più).

Dopo qualche ora ecco finalmente nostro figlio, un bel maschietto, il nostro James.
Liz lo prende in braccio, tutta sudata con i segni sul viso delle sue lacrime, gli sorride e gli presenta i suoi genitori: "Ehi James, piccolo, io sono la mamma e lui... lui è il tuo papà. Amore non è dolcissimo?".
Sono troppo emozionato: "Si lo è. Ehi ometto! Sono il tuo papà".
Io sarò un padre migliore di come lo è stato il mio, lo giuro.

...

"Ecco il nostro James che fa i primi passi! Vieni verso papà dai sforzati ".
Lui con i suoi piedini piccoli si avvicina a noi e ci cade tra le braccia: " Sei stato un grande. Sei il miglior camminatore della storia dei bambini"
"Nathan ma che dici" Liz scoppia a ridere.

Ho la vita migliore che ci sia: una bella casa, un lavoro solido visto che ormai il progetto SkyLine è famoso e lo comprano parecchie aziende anche straniere, l'auto dei miei sogni e la famiglia che ho sempre voluto.
Ho una moglie meravigliosa, non potevo chiedere di meglio.
E ora ho anche un figlio, il mio piccolo James, ha già 6 mesi, come vola il tempo mi sembra ieri che è nato.

...

Ormai James ha 6 anni e oggi è andato al suo primo giorno di elementari.
Liz gli ha fatto qualche foto e mi ha mandato anche un breve video.
Io purtroppo sono rimasto bloccato al lavoro per finire un progetto.
"A cosa pensi?"
"Mah... nulla... oggi James ha avuto il suo primo giorno di scuola. Ormai è grande va alle elementari"
"Di già sembra ieri quando tua moglie era incinta e veniva qua col pancione"
"Ahahahah già. E mi portava il caffè. Grazie Jane"
"E per cosa?"
"Ahahah che dopo ciò che era successo con mio padre sei rimasta e il tuo aiuto è prezioso in questa azienda"
"Grazie Nathan. Lo apprezzo. Ora vado a domani" Si alza ed esce.

...

"Papà sei tornato! Ti devo raccontare il mio primo giorno di scuola! Mi hanno messo vicino ad uno antipatico si chiama Sergio"
"Ometto" mentre lo prendo in braccio: "raccontami tutto, sta sera sono solo per te"
"E un po' di tempo per la mamma lo trovi?" Interrompe Liz ridendo.
"Ma certo come non potrei" col bambino in braccio mi avvicino a lei e la bacio.

Tutta la sera a giocare e raccontarci storie divertenti.
Dopo aver dato la buona notte al piccolo James io e Liz ci mettiamo a letto abbracciati.
"Liz, ci pensi se io non fossi venuto ad aiutarti quel giorno col trasloco? La nostra vita come sarebbe? Ci saremmo mai incontrati?"
"Non lo so. Ma non pensare al passato, pensa al presente".
Dopo aver detto questo si addormenta sul mio petto.

Ti prenderò tra le braccia ogni giorno, fino a che morte non ci separi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora