Capitolo 5

8 2 0
                                    

Un nuovo giorno.
Scendo a fare colazione e mio padre già non c'è.
"Non essere arrabbiato con lui... a suo modo cerca solo di darti il meglio"
"Insultando la mia futura moglie? Posso farne anche a meno dei suoi consigli!"
Esco sbattendo la porta e prima di chiuderla intravedo mia madre mettersi le mani sugli occhi e scuotere la testa.
Lei avrebbe sempre voluto che io e papà andassimo d'accordo ma è più forte di noi.
Alle elementari pretendeva che io andassi ad una scuola privata invece che stare con gli altri bambini.
Diceva che il mio quoziente intellettivo si sarebbe abbassato insieme a gente comune (come se io non lo fossi).

Alle medie invece mi ha fatto fare una figuraccia all'esame! Si è presentato dando soldi agli esaminatori comprandomi così il diploma.
Invece che dimostrare quanto avessi studiato lui mi fece passare per un venduto.

Mi metto in macchina e prima di partire mando un messaggio a Liz.

'Buongiorno principessa :-* '

Metto in moto l'auto e mi avvio al lavoro.
Oggi mi aspetta una giornata pesante, dobbiamo installare dei software per un'azienda importante.
"Ehi Nathan, ecco il tuo caffè. Oggi ci dobbiamo impegnare per far colpo alla CRT, da questa installazione potremmo partire col progetto SkyLine"
"Buongiorno anche a te Jane. Io sono ancora in coma e mi hai già detto troppe cose complesse e non non ho capito una mazza"
"Lascia fare a me, tu limitati ad installare il software, le parole lasciamele"
"Come vuoi tu"

Dopo metà mattinata arrivano gli agenti dell'agenzia CRT.
Sembrano dei men in black vestiti di nero con giacca e cravatta.
"Bene Signor...?"
"Andres... Leonard Andres"
"Siamo qui per il software SkyLine"
"Prego, lo ha ideato mio figlio Nathan"
Eccomi tutto impacciato: "Salve", subito mi taglia la strada Jane: "Piacere sono la sua assistente personale" io la guardo scioccato.
Poi lancio un'occhiata a mio padre: è stato lui, da capo reparto delle stagiste ha spostato Jane come mia assistente personale per avvicinarmi di più a lei.
Può fare quello che vuole che non cambio idea, i suoi tentativi sono inutili.
"Prego seguitemi"

Ci incamminiamo nella stanza dei server e gli mostro il software, poi glielo installo sul loro computer.
"Bene sembra che funzioni. Il progetto è approvato, la gente pagherà oro per averlo"
"Grazie, seguitemi nella mia stanza per firmare il contratto" mentre lo dice mio papà mi fa un occhiolino. È la prima volta che sembra fiero di me.

Anche se al momento sono contento di essere il figlio che ha sempre voluto, non ho ancora dimenticato ciò che ha detto ieri sera su Liz.
"Allora... oggi sei libero? Ti va una passeggiata? Andiamo al mare se preferisci"
"Grazie Jane ma ho da fare, io e Liz dobbiamo cominciare i preparativi per il nostro matrimonio"
"Matri... che? Vi sposate?"
"Si gliel'ho chiesto ieri"
"Auguri Nathan! Sono felice per voi e di sicuro anche tuo padre lo sarà"
Già... proprio lui.

...

Arrivato a casa parcheggio l'auto nel nostro garage. Guardo il telefono e Liz è da sta mattina che non mi risponde.
Invece che andare a casa, suono il suo campanello.
"Oh Nathan, vieni non stare lì accomodati" sua mamma mi fa entrare.
"Sei qui per vedere Liz?"
"Si... ieri non stava bene e oggi non mi risponde al telefono"
"È di sopra con la febbre, vai pure, una tua visita non può che farla stare meglio"
Salgo le scale e guardo il muro: mi ricordo quando l'anno scorso lo abbiamo pitturato insieme, penso di ridere in silenzio come un ebete.
"Ehi... permesso..."
Mi avvicino al letto. Dorme. Il telefono è sul comodino che si illumina. Deve essere il mio messaggio.
Le guardo la mano e vedo il mio anello, lo indossa fiera.
Non voglio disturbarla perché non sta bene. Le do un bacio sulla fronte e alzo i tacchi per andarmene.
"Ehi"
Mi giro e si è svegliata: "Ehi amore, non volevo svegliarti scusa, continua a riposare"
"Sono contenta che sei venuto. Il raffreddore è diminuito ma ora mi è salita la febbre, mi capita spesso di stare così, domani la mamma mi porta dal dottore. A te com'è andata la presentazione?"
Ah giusto! La vendita del software!
Le racconto tutto, anche di Jane.
"Certo che non piaccio proprio a tuo padre... cof cof"
"Amore. Ti lascio tranquilla. Vengo a trovarti di nuovo domani"
Mi fa un cenno con la testa e torna a dormire.
Scendo e ringrazio sua mamma per l'ospitalità.

Mi avvicino alla mia porta. Oh no. Ho dimenticato le chiavi in ufficio. Suono ma mia madre deve essere uscita con le sue amiche.
Prendo la macchina e torno in azienda.

Salgo le scale e mi avvicino alla mia scrivania. Prendo le chiavi. Le mie orecchie si addrizzano.
"C'è qualcuno?" Cosa sono questi rumori? Provengono dall'ufficio di mio padre.
Mi avvicino lentamente e apro la porta piano in modo da non far rumore.
Non credo ai miei occhi: è Jane insieme a mio padre! E non stanno solo facendo una chiacchierata d'ufficio! Lui le mette le mani dappertutto! Se solo lo sapesse mamma la smetterebbe di difenderlo così.
Spingo la porta più forte in modo da fargli prendere un coccolone.
Si fermano spaventati: "Nathan, non dovresti essere a casa? Che ci fai qui?"
"Potrei farti la stessa domanda papà. O meglio cosa fai qui tutti i giorni dopo il lavoro? Ora lo so"
Faccio per andarmene mentre Jane si riveste e mio padre si riallaccia i pantaloni.
Mi sento afferrare un braccio.
"Nathan non so quello che hai visto"
"Oh io penso proprio di sì e ho visto benissimo"
"Non dire nulla a tua madre, la prenderebbe malissimo"
"Ma dai? La tradisci e vuoi anche fare finta di niente? Tu sta sera non la passi liscia"
Quando me ne vado sento mio papà che urla: "se tu glielo dici allora non ti farò sposare Liz! Costi quel che costi!"
Mi fermo e lo guardo malissimo mentre lui mi sorride.

Sono davanti ad un bivio: cosa faccio?

Ti prenderò tra le braccia ogni giorno, fino a che morte non ci separi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora