Durante l'ora di chimica Michael non faceva altro che pensare a Daphne...finalmente ce l'aveva fatta ed era riuscito a guadagnarsi un mese in sua compagnia.
Era talmente preso che non vide quanto idrogeno stava mettendo nel glucosio già nell'ampolla, per creare una reazione acido-base, e dalla boccetta si levò uno strano fumo che aveva un irrespirabile odore da gas.
-Harris!- lo richiamò il professore :-Che stai combinando?!?-
Michael notò che disastro aveva fatto:- Ehm...io...ho versato troppo idrogeno.- provò a scusarsi il moro.
-Ho visto...prendi il tappo e chiudi quell'ampolla che questo odore ci uccida!-
-Sì, scusi.- velocemente il ragazzo afferrò il tappo e sigillò il piccolo contenitore. Quando si voltò notò Kenneth che lo fissava con un che di divertito.
Finita la lezione suonò la campanella della ricreazione perciò tutti si fiondarono in corridoio, tranne Daphne, che rimase ad aspettare Michael.
-Dammi qua.- gli prese i libri di mano e accellerò il passo.
-Hey, non serve che vieni ogni volta.-
-Se è un modo per farmi dire il mio segreto, sappi che non ci riuscirai.-
-Non voglio farti dire niente di niente, lo dico per te. A me vanno bene solo una o due volte che mi aiuti, non preoccuparti.-
La ragazza rimase un attimo interdetta:-Sei...sicuro?-
-Certo, se ho bisogno ti mando un messaggio.-
-Ah. Bene...allora...ti porto questi e per oggi ho finito?-
-Esatto.-
-Grazie.-
Michael la guardò bene dai suoi cinque centimetri in più di altezza, sorridendole, e lei ricambiò...era adorabile quella ragazza.
Quando Daphne depositò i libri nell'armadietto, Michael le diede una leggera spinta dalle spalle e la accompagnò dalle sua amiche, per poi andare verso Kenneth e Julie.
Questi ultimi appena lo videro arrivare lo bombardarono di domande, ma Michael rispose tranquillamente:- Vi racconto dopo.- non voleva dare nell'occhio proprio lì e mettersi a raccontare come stava andando con la ragazza che gli piaceva.
Così una volta usciti da scuola raccontò com'era andata. Entrambi si misero a ridere, era veramente strano che Michael parlasse così di una ragazza.
Appena lasciarono Julie sul cancello di casa, Kenneth prese la parola, stranamente serio:- Allora hai intenzioni serie con lei?-
-Cosa?- gli occhi smeraldini del moro fissavano confusi quelli turchini di Kenneth, che fissava un punto indefinito nel vuoto.
-Hai intenzione di fare il serio con Daphne?-
-Mh? Non sono nemmeno sicuro di volerci provare con lei.-
-Ma se sono tre anni che ci muori dietro!-
-Lo so...ma non vorrei risultare troppo sfacciato.-
-E a fare che? Bastano due o tre battuttine, qualche abbraccio ed è fatta...senza provarci spudoratamente.-
-Ascolta Matthews...non lo so. Ma perché sei saltato fuori così?-
-Da come ce ne hai parlato sembra una ragazza tanto...fragile...vulnerabile.-
-Mh? E da quando ti occupi di psicologia te?-
-E' un'impressione. Poi la conosco un po'...l'ho capito dal modo in cui si pone con le persone.-
-Sarà quel che sarà. Ma non le farei mai del male, se è a questo che volevi arrivare.-
Il suo amico sorrise, prima di fermarsi sul cancello e salutarlo:- E' solo questione di chimica, Harris. Ricorda.-
Il moro camminò ancora per qualche ventina di metri, fino ad arrivare a casa sua. Era davvero strano che Kenneth facesse queste uscite...strane.
Si fece mille viaggi mentali..che a Kenneth piacesse Daphne? Che Kenneth volesse evitargli una relazione? Che a Kenneth non poteva fregare niente ma per non rendere felice il suo amico gli facesse credere di non avere chance con Daphne? Ma se era suo amico, non lo avrebbe mai fatto. Alla fine si rispose che era solo semplice curiosità.
Giovedì.
Martedì e mercoledì furono due giorni molto monotoni, mentre quel giorno fu scosso da una piacevole sorpresa.
Julie, Kenneth e Michael erano già in classe, quando il professore Nicholson entrò con un sorriso a trentadue denti:- Ragazzi, oggi ho una sorpresa per voi!-
Tutti si guardarono in faccia preoccupati. Una sorpresa del professor Nicholson poteva essere solamente un compito.
L'uomo tese un braccio verso la porta, che si aprì facendo entrare una ragazza mai vista prima. Aveva l'età dei ragazzi, i capelli biondissimi lunghi fino a metà schiena accuratamente abboccolati sulle punte. Aveva una figura slanciata, poco più alta di Julie. Aveva delle cure ben assestate, messe in risalto dalla maglietta azzurra con una prosperosa scollatura a cuore. Portava dei jeans chiarissimi e dei graziosi stivaletti affusolati sulle punte. Sulla testa portava un cappello blu che le cingeva il capo. La cosa che più colpì i ragazzi furono i suoi occhi, profondi e celesti come il ghiaccio, evidenziati dalla spessa linea di eyeliner che le contornava tutta la palpebra. Era davvero una bella ragazza.
-Benvenuta nella 3^C! Presentati pure alla classe.-
La ragazza poggiò lo zaino a terra e fece un piccolo inchino:- Salve a tutti.- aveva una voce cristallina e leggera:- Io sono Jamie O'Connor. Vengo dall'Irlanda. I miei genitori si sono trasferiti qui per lavoro.-
-Bene, Jamie, puoi metterti seduta là...in banco con Hannah.-
-Va bene...- la biondina si caricò lo zaino sulle spalle e percorso il corridoio della classe si sedette a fianco di Hannah, che stava dietro a Michael e Hunter.
Quest'ultimo si girò non appena la ragazza si lasciò cadere sulla sedia:- Salve principessa! Io sono Hunter...-
-Ciao Hunter.- sorrise lei, tendendogli la mano:- Jamie.-
-Molto lieto.-
-Incantata.- rispose lei di rimando, sfoggiando un sorriso meraviglioso. Kenneth la guardava attentamente, era una ragazza davvero carina. D'altra parte, Julie aveva gli occhi ridotti a due fessure, che scrutavano la nuova arrivata. Pochi minuti prima, appena la biondina mise piede in quella classe, una parola si fece strada nella mente della rossa, chiara e nitida: troia. Aveva tutte le carte in regola: lineamenti aggraziati e formosi, occhi magnetici...E andiamo, non ci si poteva vestire così il "primo" giorno di scuola, pensò lei, osservando la maglietta esageratamene scollata e la spessa linea nera che contornava gli occhi. Non le andava proprio giù, soprattutto non le andava proprio giù il fatto che Kenneth la guardasse come se Dio fosse appena entrato in quell'aula.
Al suono della prima campanella Michael si girò verso Jamie, che ancora stava seduta sul suo banco.
-Heilà!- la salutò lui.
-Hey...piacere, Jamie.-
-Michael. Allora...come ti sembra qui?-
-Beh...bello. Mi sembra una bella classe.-
-Lo è, credimi.- Kenneth si avvicinò a Michael-Buondì! Sono Kenneth.-
-Jamie.- si strinsero le mani, sorridendo.
-Che ci racconti, Jamie?-
-Beh...niente in effetti. Sapete, è molto strano qui...in Irlanda le scuole sono molto diverse.-
-In che senso?-
-Nella mia vecchia scuola durante le pause non ci si poteva nemmeno alzare, se ci si doveva parlare lo si faceva a bassissima voce.-
-Dev'essere stata una scocciatura.- intervenne Julie, passiva.
-Abbastanza...- sorrise la biondina alzandosi dalla sedia e stringendo la mano di Julie:- Jamie.-
-L'avevo capito. Sono Julie.-
-Piacere!- sorrise di rimando. Julie non la guardava particolarmente bene, ma Jamie sembrava non darci peso.
-Emh...- Kenneth si schiarì la voce:- Ora però dobbiamo andare, ci aspetta geometria nell'aula C11.-
-Va bene...- Jamie si alzò dalla sedia e caricatosi lo zaino sulle spalle si sistemò la maglietta, tirando vistosamente una spallina più in giù. Julie la guardava come si guarda qualcuno vomitare. Tra se e se sibilò un:-Troia...-
-Hai detto qualcosa Julie?- le chiese Kenneth.
-Mh? No no...andiamo.- beccata.
Fuori dalla porta ad aspettare Michael c'era Daphne, presa da una strana fretta.
-Hey Daffy...- la salutò il moro.
-Hey. Dammi i libri.-
-Che ti prende?-
-Niente, dai, dammi i libri.- la ragazza prese con foga i libri dalle mani di Michael.
-Hey, stai calma...faccio io se vuoi.-
-No non preocuparti.- gli occhi nocciola della ragazza si soffermarono un attimo su quelli smeraldini del moro, che la guardavano interrogativi.
-Come vuoi...- lui fece strada fino al suo armadietto e lei si caricò i libri di geometria. Lui la stava studiando...il suo passo deciso e quell'espressione seria impressa sul viso.
Preso da un atto di bontà, le prese i libri di mano, ma lei opponeva una certa resistenza, come fosse questione di orgoglio. Lui però vantava di una forza materialmente maggiore e glieli strappò di mano.
-Che diavolo fai?!- s'irritò lei
-Cosa vuoi che faccia? Dai faccio io, non serve essere scontrosi, sai?-
La ragazza arrossì leggermente:- Grazie.-
Lui sorrise, senza proferire parola. Le piaceva quella ragzza, e non poco. Quando arrivò sulla porta dell'aula C11, prima che entrasse, la castana lo fermò per un polso:-Mike!-
Lui si girò, un'espressione addolcita sul volto:- Dimmi.-
-Dopo, per uscire...aspettami. Ok?- teneva lo sguardo basso, quasi le costasse pronunciare quella frase.
-Va bene. A dopo.- sorrise, contento.
Durante l'ora di geometria Jamie si sedette vicino a Kenneth, il quale seduto davanti Michael e Julie.
Per tutta la lezione la rossa fissava astiosa come quella Jamie faceva la gallina con il suo amico, anche se lui si comportava normalmente, come faceva con lei, con Michael, con Hunter o qualsiasi altra persona. Sapeva che se Jamie si fosse insediata tra di loro nulla sarebbe stato più come prima, avrebbe rovinato tutte le amcizie.
***
Michael uscì di fretta, sperava che Daphne uscisse dopo di lui per poter dimostrarle che ci teneva a fare la strada con lei, purtroppo però lei lo stava già aspettando sotto l'ombra di un platano lì vicino.
-Ciao Daffy!-
-Ciao Mike...tutto bene?-
-Tutto bene, tu?-
-Tutto bene. Andiamo?-
-Certo.- i due s'incamminarono per il vialone. Michael s'immaginava come sarebbe stato percorrere quel viale stringendo la mano della castana, dicendosi frasi sdolcinate da coppiette novelle. In un certo senso gli sarebbe anche piaciuto, nonostante non fosse tipo da troppe smancerie.
-Che hai fatto di bello oggi?- gli chiese lei.
-Di bello nulla, ho fatto lezione. Anzi, qualcosa di bello c'è stato oggi...-
-E sarebbe?-
-Quando ci siamo visti, al cambio della prima ora. E' stato bello.- oh, finalmente. Michael si sentì più leggero e più vicino al momento in cui avrebbe dovuto dichiararsi, perché di quel passo Daphne non ci avrebbe messo molto a capire come stavano le cose.
-E' vero. Sai, non stavo avendo una giornata troppo bella e parlare con te mi ha tirata su.-
-Sul serio?-
-Davvero. Te lo giuro.-
-Cosa...ti è capitato per avere questa brutta giornata?-
-Lascia stare. Ma non arrabbiarti...-
-No no, figurati. L'importante è che non sia più una brutta giornata, giusto?-
-Esatto!- rise la castana, tirando un sospiro di sollievo.
-Allora...hai imparato a suonare la chitarra?-
-Cosa...?-
-Da piccoli abbiamo fatto un corso di chitarra insieme. Ti ricordi?-
-Vagamente...-
-Come...? Non te lo ricordi?-
-Poco poco...Non ho dei ricordi nitidi di quel corso.-
-Ah, capito. Beh, comunque hai continuato a suonare?-
-No. Ho scordato tutto...- sorrise lei, leggermente confusa.
-Strano. Non ricordi nemmeno le basi?-
-Ti prego Michael, possiamo cambiare argomento?-
-Certo.-
-Grazie...Dove abiti?-
-St. James street. Tu?-
-Sto nella via qui di fianco.-
-Dorian Avenue?-
-Proprio quella. Però ora devo girare...-
-Va bene. A domani.-
-A domani...- la ragazza si mise sulle punte e diede un bacio sulla guancia a Michael, per poi sparire nel viale. Un bacio sulla guancia non era una gran cosa ma per Michael era una cosa grandiosa. L'adorava quella ragazza.
Così saltellò -senza essere visto da nessuno per fortuna- verso casa sua e una volta dentro si fiondò in camera sua, senza nemmeno mangiare, perché tutta la fame che aveva se ne era andata con quel bacio.
Forse era la volta buona che Michael si era...innamorato. In fondo, come tre giorni prima, capì che...era questione di chimica. Una perfetta chimica.
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Loveship
Teen FictionKenneth, Michael e Julie. Tre migliori amici... ...migliori amici finché... ...finché non arriveranno Daphne, Sean, Jamie e Will... ...finché l'amore non si prenderà il posto dell'amicizia. Tra litigi, pianti, risate, baci, abbracci e tante tante se...