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  La Donald riuscì subito a prendere possesso palla, e si portò senza problemi nell'area della Kingsley, tanto debole che era la difesa. Erano tutti sparpagliati senza un posto fisso per il campo. Non si sa se per l'agitazione, o per il semplice fatto che era una squadra mai affrontata nel girone.
Michael rimase a centrocampo, perché il coach due giorni prima gli aveva detto che per nessun motivo doveva andare in difesa, serviva di più nel centrocampo. Avrebbe voluto dare una mano, anche perché lo schema che gli avversari stavano usando era facilmente intuibile: usavano una rete di passaggi bassi e corti, impedendo così alla Kingsley di prendere palla.
Intanto, sugli spalti, Julie era con la schiena appoggiata alla spalla di Kenneth:-Dici che vinceremo?-
-C'è Michael in campo, ovvio che vinceremo.-
-Bah...sono forti quelli.-
-Beh, c'è anche da dire che sono di quarta.-
-Guarda...- la ragazza indicò un ragazzo biondo della Donald:-...lo vedi quello?-
-Sì...lo conosci?-
-Sì. Siamo stati insieme alle elementari.-
-Devo essere geloso?- sorrise teneramente il ragazzo.
-Ma va...si chiama Gideon. Io ci stavo insieme perché amo il nome Gideon. A te non piace?-
-Mh...Gideon...non era il nome del figlio dell'Enigmista in Saw?-
-Quello che non è mai nato? Sì, era il suo nome.-
-Quella parte dove c'è la videocassetta e ci sono Jill e Jhon che fanno il video per Gideon.-
-Ti confesso che ho pianto in quella scena.-
-Tu hai pianto...in una scena di un film horror?-
-E beh? Che c'è di male? Pensa com'è fare vedere il cattivo fare un video per un figlio che tu sai già che non arriverà mai.-
-Che poi non si è mai capito se John è il vero cattivo.-
-Già...Kenneth?-
-Dimmi.-
-Promettimi una cosa.-
-E sarebbe?-
-Se io e te avremmo mai un figlio, lo chiameremo Gideon.-
-Non è un po' presto?-
-Mah...io direi di no. Allora? Prometti?-
-Va bene. Nostro figlio si chiamerà Gideon.-
-Ti amo.-
-Anche io. E sai una cosa...Hai presente la canzone "Think about you"...quella scritta un anno fa?-
-Sì...è tanto che non la suoniamo.-
-Già...comunque sappi che l'ho scritta pensando a te.-
-Davvero?-
-Te lo giuro.-
-Oh grazie...-
Lui sorrise e poi le diede un bacio sulla bocca, seguito da una smorfia di Daphne:-Finché voi fate tutti i romanticoni Mike è arrivato in area.-
-Mamma mia Daphne...- scherzò Julie, sperando di evitare un possibile schiaffone:-Hai proprio un cuore di pietra.-
-Quello che ho è per quel ragazzino laggiù.- disse la castana indicando Michael.
-Aaaw...Allora non sei tutta di pietra!-
-Forse...ma di sicuro non chiamerò mio figlio Gideon.-
Gli altri due risero, magari a qualcuno non sarebbe piaciuto il nome Gideon, ma loro figlio si sarebbe chiamato Gideon. Poco ma sicuro.
La partita intanto proseguiva a senso unico. La Kingsley non riusciva mai a prendere palla: Michael era riuscito ad andare in area di rigore solo quattro volte in tre quarti d'ora. Invece la Donald riusciva ad andare in area come niente, e mandava sempre come punta il numero diciannove, un ragazzo alto e castano. Per questo il primo tempo finì sul tre a zero per gli avversari.
In spogliatoio erano tutti atterriti, mentre il coach cercava di spronarli.
Uno dei ragazzi, col capo chino, disse a bassa voce:-Si sente che non c'è Liam.-
Michael riuscì a sentirlo, così si alzò in piedi in uno scatto:-Sentite, mi dispiace che non ci sia Liam e che al suo posto ci sia io, ma non so cosa farci se lui è venuto a chiamare me!-
Il coach gli andò vicino:-Harris, Jaden ha fatto solo un commento, non era riferito a te.-
-Beh, non è nemmeno colpa mia se non facciamo nulla per riscattarci!-
-Che intendi dire?- chiese un ragazzo.
-Non hanno uno schema difficile di gioco, non hanno neppure tanta tecnica nel tiro! Non dovrebbe essere così difficile rubare loro la palla!-
-E quindi cosa dovremmo fare?-
-Beh...- sorrise il moro -...Una mezza idea ce l'avrei. Dobbiamo cambiare strategia. Ci serve una difesa più forte, almeno finché impediamo loro di proseguire, poi partiamo col contropiede.-
-Ma come facciamo se non riusciamo nemmeno a prendere la palla?-
-Dobbiamo fare il loro gioco. Loro ci hanno già squadrati, sanno quali sono i nostri punti deboli e li sfruttano, noi dobbiamo confonderli.-
-Per me è una pazzia....- commentò sadico un pel di carota di nome Kyle.
-A volte le pazzie funzionano.-
-Come vuoi...per me resta una follia.-
Dopo qualche istante di silenzio, intervenne il coach:-Ci possiamo provare ragazzi. Non è impossibile. Per il primo quarto d'ora proveremo la tattica di Michael, se poi va male, ritorniamo al gioco di sempre. Ora tutti in campo, vi voglio vedere fare scintille!-
Dalla squadra si levò un coro di mormorii, che però finì in un applauso di incoraggiamento.
Appena scesero in campo tutti i ragazzi sugli spalti si alzarono e fecero il tifo, ognuno per la propria squadra.
La partita riprese molto bene: i consigli di Michael portarono buon vento per la Kingsley. Di certo non li superavano, ma ora per lo meno giocavano alla pari.
Tutte e due le squadre si tenevano testa, mentre la stanchezza iniziava a farsi sentire. Grazie a questa nuova formazione andarono in area diverse volte, e al trentesimo minuto erano sul due a tre. Ad andare in area erano sempre Michael e James che facendo il giochetto dei passaggi corti riuscivano a superare la difesa. Il gol del pareggio lo segnò James, al quarantatreesimo minuto.
Così la partita finì alle cinque e mezza, sul tre a tre. I giocatori si strinsero le mani, e appena ne ebbe l'occasione, Daphne corse in campo. Michael era girato di spalle, intento a respirare un attimo, quando lei gli arrivò da dietro, facendolo sobbalzare. Lui si girò di scatto e, riconoscendola, la prese per la vita, alzandola da terra e facendole fare un giro.
-Michael, sei stato bravissimo!- lo abbracciò stretto.
-Perché c'eri tu a darmi la forza.- anche lui ricambiò la stretta.
La castana appoggiò la testa al petto del ragazzo:-Sei stato grande, davvero.-
Lui fece per baciarla sulla guancia, ma lei si girò di scatto e si lasciò baciare sulle labbra. Michael non se l'aspettava e così prese un bel colorito rosso sulle guance. A peggiorare le cose c'erano tutti i compagni di squadra a fare i coglioni tutt'intorno ai due.
Quando si staccarono, appoggiarono l'uno la fronte all'altra, e il moro sussurrò:-Beh, posto romantico per il primo bacio...-
-Ci puoi scommettere.- sorrise lei, prima di baciarlo di nuovo. Michael lo prese come il suo "premio" speciale, quanto lo era la ragazza. Cosa ci poteva fare se aveva un debole per lei da anni? Finalmente, dopo tanti casini, era riuscito ad ottenere quello che voleva.
La ragazza si sentì chiamare da Julie, così ritornò sugli spalti, permettendo al ragazzo di andare a farsi una meritata doccia.
Nello spogliatoio, George, uno dei ragazzi a cui Michael aveva tenuta nascosta quella pseudo-storia con Daphne, gli disse sarcastico:-Allora Michael...non c'era nulla tra te e Daphne, eh?!-
Michael sorrise leggermente:-Già...-
-Da quanto va avanti?-
-Oh beh, mi sono dichiarato mercoledì.-
-Compimenti, siete una bella coppia.-
-Grazie...- mormorò imbarazzato. Il coach gli si avvicinò:-E così Harris hai una tresca con la nostra Daphne?-
-Qualsiasi cosa sia una tresca, diciamo di sì.-
-Sai, si narra che tutti i baci dati nel campo di calcio saranno eterni.-
-Roba da veterani, coach.-
-Ricordati che ne parli con uno che ne ha fatte di esperienze di questo tipo...-
Entrambi risero, poi Michael gli pose una domanda:-E con lei ha funzionato questo detto?-
-Beh, io sono sposato da cinquantatrè anni, e il primo bacio a mia moglie l'ho dato nel vecchio campo da calcio della Kingsley.-
-Allora ho qualche speranza.-
-Diciamo di sì...a proposito di speranza, se vuoi c'è ancora un posto in squadra.-
-Può darmi il tempo di pensarci su, coach?-
-Senza dubbio...ora va pure a farti la doccia.-
-Grazie...-
Sotto la doccia Michael pensò a tutto quello che gli aveva permesso di vivere questa partita: aveva potuto far pace con Daphne, aveva potuto riscoprire com'era giocare in una squadra, divertirsi giocando a pallone, e soprattutto, beh, aveva baciato Daphne. E tutto grazie ad una partita di calcio.
Quando uscì dalla doccia, in poco tempo si rivestì e insieme alla squadra andò verso casa di Hunter, dove c'era il post-partita.
Sul cancello c'era uno striscione "Bella partita ragazzi".
Ad aspettarli in casa c'erano circa una sessantina di persone, sia della Kingsley sia della Donald. Appena entrarono li investì una baraonda di applausi, anche se in effetti avevano solo giocato un'amichevole. C'era solo una soluzione plausibile: alcool. Strano che incominciassero a bere solo alle sei, comunque in effetti anche dall'entrata si poteva intravedere un tavolo dedicato agli alcolici. Del resto era una festa normale: c'era la musica, tutte le hit tecno/emo del momento, un tavolo con le cose da mangiare e bibite varie. Ogni giocatore si fiondò dal proprio gruppo di amici, così fece anche Michael, che raggiunse Kenneth, Julie, Jamie e Daphne.
Tutti lo salutarono con un abbraccio, e l'ultimo che ricevette fu da Daphne, che lo abbracciò più lentamente. Anche lui la strinse più forte degli altri, per sentirla sua, per rendersi conto che finalmente, era sua.
Erano ancora stretti l'un l'altra, quando lei prese parola:-Sei stato bravissimo Mike.-
-Grazie...sai, ero agitatissimo all'inizio...-
-Immagino.-
-Poi ho visto te, e mi sono tranquillizzato.-
-Così mi fai piangere.-
-Se ti va, no problem.-
-Maddai...- sorrise leggermente, poi tornò seria:-Scusa.- la ragazza si strinse tra le braccia forti del moro.
-Scusa? E per cosa?-
-Scusa se ho fatto tanto la preziosa quando ti ho visto baciare Jamie.-
-Macché...hai fatto quello che ti veniva più spontaneo. E io ho fatto il coglione.-
-Beh, la vita è tua se vuoi stare con qualcun'altra, anche se fosse per l'eternità, non dovrebbe essere affare mio.-
-Invece dovrebbe esserlo.-
-E perché scusa?-
Michael si portò con la bocca all'orecchio della castana e le sussurrò:-Perché tu sei la mia eternità.-
Lei arrossì di botto, e si lasciò andare nelle braccia di Michael:-Anche tu, Michael.-
Lui le allontanò un po' il viso, e appoggiò delicatamente le labbra su quelle della ragazza, sotto gli sguardi sorpresi dei presenti, che non erano riusciti a seguire la conversazione a causa del baccano.
Quando si staccarono, come fecero poco prima, appoggiarono la fronte l'un l'altra, e Michael chiese:-Che ne sarà di Ethan?-
-Che si fotta...- rise la ragazza, prima di baciare Michael, stavolta con più passione.
Intanto, Julie e Kenneth stavano chiaccherando:-Finalmente, era ora.-
La rossa rise:-E non mettergli fretta, povera anima!-
-Ah certo, perché tu non mi hai messo fretta facendomi decidere all'età di sedici anni, prossimo ai diciassette, il nome di mio figlio, no, certo...-
-Beh, è diverso.- si giustificò lei, sorridendo.
-Se lo dici tu.-
-E in tutti i casi Gideon è un bel nome.-
-Non ho mai detto che non mi piace il nome Gideon.-
-E ti conviene, perché sarà il nome di nostro figlio.-
-E se nascerà una femminuccia?-
-Beh...Gideonina.-
Il biondo scoppiò a ridere:-Non chiamerò mai mia figlia Gideonina!-
-E come allora?!-
-Jill. Era la moglie di John dopotutto, no?-
-Mmh...Jill...mi piace. Allora Jill, aggiudicato.-
-Bene, un nome a testa.-
-Se nascessero un maschio e una femmina saremmo a cavallo.-
-Beh, bisogna avere anche una botta di culo.-
-In effetti...-
-E se nascono due gemelli maschi? O due gemelle femmine?-
-E smettila con 'ste domande! Quello che sarà sarà!- rise allegra lei.
-Già, devo rassegnarmi.-
-Bravo.- i due si baciarono.
-Eddai ragazzi, così mi fate star male...- sorrise Jamie.
I due si staccarono e sorrisero, e Julie le rispose:-Arrierà anche per te il principe azzurro.- era la prima volta che si rivolgeva a lei tranquillamente.
-Speriamo di no.-
-No? E perché?-
A Kenneth venne in mente quello che Jamie gli disse due settimane prima, quando gli raccontò della fine della sua migliore amica...che fosse per quello?
-Sapessi...-
-Dai, ti prego...me lo dici?-
-E' meglio di no.-
-Oh andiamo Jamie...-
Kenneth le mise una mano sulla spalla:-Dai Ju, non insistere.-
Jamie prese un sospiro:-No dai Ken, glielo posso anche dire. Ci lasceresti da sole?-
-Certo.- il ragazzo abbozzò un sorriso, prima di raggiungere Michael e Daphne.
Jamie non poteva credere di star per rivelare uno dei suoi segreti più grandi ad una con cui aveva litigato almeno una decina di volte.
-Allora?- chiese Julie curiosa.
-Sai, Julie, io avevo una migliore amica. Si chiamava Alexandra, per tutti lei era Alex, anche per i prof. Lei aveva un ragazzo. Era un ragazzo molto simile a Kenneth, di carattere intendo. Era tranquillo, allegro...stavi bene in sua compagnia. Per tutti erano una bella coppia. Poi un giorno, Alex si è suicidata. Passavo davanti a casa sua e ho visto due ambulanze, e sua madre con un foglio sporco di sangue tra le mani, in lacrime.- Jamie serrò i pugni:-Sul quel fottuto foglio non aveva scritto il vero motivo del suicidio. In poche parole, prima si è tagliata le vene don un pezzo dello specchio che aveva rotto, ma non era riuscita ad uccidersi, così si buttò giù dal terzo piano.- rilasciò la stretta.
-Mi dispiace un sacco Jamie...ma, non offenderti, cosa c'entra col fatto di non voler un ragazzo?-
-Lei nel foglio non lo scrisse, ma io lo sapevo. Fin dal primo giorno che lei me lo disse io non ne parlai con nessuno, per salvaguardare me e lei. Quel fottuto figlio di puttana del suo ragazzo la violentava. Lei non ne poteva parlare con nessuno, né lasciarlo, perché lui la minacciava. Era arrivato a minacciarla con una pistola puntata alla tempia, e non credere che avesse il porto d'armi. Lei non ne poteva più, veniva sempre da me dopo essere stata da lui e io l'aiutavo a coprire i lividi col fondotinta affinché i suoi non lo venissero a sapere, l'aiutavo a ripulirsi da tutto quel sangue che aveva addosso, le fasciavo i punti dove i tagli erano più evidenti e l'aiutavo a convincersi che esisteva una via di fuga. Lei era da quasi un anno che mi parlava di porre fine alla sua vita, ma non era nemmeno la prima volta che tentava il suicidio. Una volta, se non fossi arrivata in tempo, si sarebbe suicidata in mia presenza.-
-Quindi è per questo che non vuoi più un ragazzo?-
-Non è che proprio non lo voglio...è che non voglio rivivere quello che è successo ad Alex. Perché la fine la sappiamo entrambe.-
-E non hai neancora incontrato il tuo tipo?-
-Ti dirò...ero in autobus e ho attaccato bottone con un ragazzo che si è seduto vicino a me e beh, se credessi nell'amore a prima vista direi di esserne innamorata.-
-Sai Jamie, il solo fatto di dirlo ti rende innamorata.-
-Sei...sicura?-
-Fidati, stai parlando con una che ne ha fatti di casini perché era innamorata.-
-Con Kenneth?-
-Esatto.-
-Grazie per questa chiacchierata Julie. E grazie anche per avermi coperta con Daffy. So che le hai detto che io non c'entravo nulla.-
La rossa l'abbracciò di scatto:-Sarò pure una stronza, ma io ci sono se ti servo.-
-Grazie Julie, vale anche per me.-
-Ora andiamo dai ragazzi, che dici?-
-Va bene.-
Così raggiunsero il gruppo. Erano le sette.
I cinque ragazzi stavano parlando tranquillamente quando qualcuno, da dietro, coprì gli occhi a Jamie, facendo segno agli altri di stare zitti; anche se non tutti lo conoscevano.
-Hey...chi ha spento la luce?- si lamentò la biondina, cercando di divincolarsi. L'individuo però spinse il suo corpo verso quello della ragazza, imprigionandola, cosicché lei poté riconoscere che era un ragazzo. Era più alto di lei. La fatidica domanda che fece fu:-Ma insomma chi cazzo sei?!-
Lui si avvicinò all'orecchio, e piano le sussurrò:-Non è esattamente una terra di sogni e speranze, ma ci siamo vicini...-  

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 23, 2016 ⏰

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