La mia storia

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Tutto è iniziato così: Io sono Alice e ho 17 anni. Ho un ragazzo stupendo che si chiama Cristian. La mia vita è perfetta. Ho dei genitori fantastici che mi sostengono sempre. Il mio fratellino ha 12 anni e lo amo piú di ogni altra cosa. Io vado in una prestigiosa scuola in Inghilterra,ma spesso torno in Italia quando finisco i miei studi. Io lì in Inghilterra,ho molti amici con i quali esco spesso e condivido tutti i miei pensieri e le mie passioni. Gioco a pallavolo nel tempo libero, amo pattinare e scuola vado abbastanza bene.Un giorno (il 19 ottobre) improvvisamente mi chiamó il Pronto Soccorso dall'Italia,il che molto strano...
Mi preoccupai appena vidi il numero,perchè lo riconobbi. Risposi... Rimasi traumatizzata appena mi diedero la notizia. Lo giuro,stavo per morire...Ero davanti scuola in quel momento con i miei amici,e iniziai a piangere sulla spalla della mia migliore amica Giada. Bhe...quel giorno il Pronto Soccorso mi chiamó per dirmi che i miei genitori erano in ospedale a causa di un incidente stradale e che erano morti da alcuni secondi. Da quel giorno alla mia vita non ci fu mai più una spiegazione.Ebbi una vita sempre più difficile:iniziai ad andare male a scuola e a trascurare gli amici. E così dopo un lungo periodo in Inghilterra,decisi di ritornare in Italia dal mio fratellino e dal mio ragazzo.Loro sono le mie uniche ragioni di vita, perchè ormai da quando non ho più i miei genitori non ha più senso vivere, se la mia si puó chiamare vita. Mi sorpresi di quanto potessi essere fragile,perchè prima di quella occasione ero la classica e tipica ragazza,che era indifferente a tutti e pensava solo a sè. Cosí, i giorni passarono,così come anche le settimane ,i mesi e gli anni...
Tutto si ripeteva con la stessa freddezza,con la stessa solitudine...Nulla aveva realmente un vero significato da quel 19 ottobre. Nulla esisteva come lo esisteva prima. Dentro di me sentivo anche una sorta di senso di colpa,perchè ero coscente di quanto avessi passato cosí poco tempo con le persone che diedero un senso alla mia vita. Eh giá,ero sempre lí in Inghilterra e non mi ero neanche accorta che loro sentivano la mia mancanza,eh mi accorgo solo adesso che sono stata così ingenua,che se potessi ritornerei indietro nel tempo e rimedierei a tutti gli errori che ho commesso. Come una stupida solo quando era troppo tardi sono tornata a casa mia in Italia...Giá,quando era troppo tardi. Mi sento come se avessi perso il treno per il viaggio più importante della mia vita e come se i biglietti non fossero più disponibili. Cosí passai i giorni a pensare,a pensare e a ripensare a quello stesso episodio,che mi torturava...Ripresi i miei studi,ma non riuscivo più a concentrarmi ed era difficile ormai socializzare con i miei "amici",che si erano scordati giá da molto tempo di me. Avevo solo mio fratello e il mio ragazzo. Ed ormai anche loro non mi erano cosí tanto di aiuto. Pian piano,giorno per giorno,i miei occhi si spensero sempre di più. L'unica soluzione,anche se non lo era davvero,era...lasciare la mia terra,il mio mondo e andarmene da tutti i ricordi che mi ricordavano i miei genitori.Lo so,sarei stata egoista a lasciare il mio fratellino lì in Italia,ma lo affidai a Cristian e mi giurò che se ne sarebbe preso cura come se fosse stato suo fratello. Dopo averglielo affidato,corsi a fare il biglietto per l'areoporto,che conduceva verso la Spagna,lontano da tutto e da tutti. Secondo i miei piani sarei partita la notte fonda,in modo che non mi avrebbero vista. Lo ammetto,sono un pó spaventata da ciò che sto facendo, ma la paura si fa sentire di più quando penso alla morte di mamma e papá. Spero di non deluderli,perchè sicuramente mi stanno guardando da lassù,dal cielo blu. Io deluderli,è l'ultima cosa che vorrei fare,ma ora che non sono più con me, devo cercare di mettere me stessa al primo posto,e pensare al mio futuro,con o senza di loro. Dire questo non è facile,non lo è per niente. Per non renderlo ancora piú difficile per altre persone,scriverò una lettera a mio fratello,e spero che capirá la mia decisione...

2 ore dopo:
Ed eccomi qui,davanti all'areoporto che mi condurrá lontano da tutto questo. Lontano dalle persone che amo,ma lontano dai ricordi che temo.《è il momento di andare》 mi dissi fra me e me. Così senza pensarci più un attimo, mossi i piedi dal pavimento,che sembravano non voler neanche fare un passo in più dalla paura. Entrai,vidi un mucchio di gente:gente con volti sorridenti,e gente con volti tristi,spenti,cupi. Penso che io sia una via di messo fra queste persone. Non se neanche io se essere felice o triste. So solo che è il momento di partire. Così allacciai la cintura e l'aereo inizió a muoversi,muoversi,muoversi,finchè prese il volo; come lo presi io con ali che mi spinsero via da lì. Durante il viaggio,sporofondarono in me tante differenti emozioni:la paura,l'amore,l'amicizia e il coraggio,che proprio mi mancava... Chiusi gli occhi per la stanchezza e qualche ora dopo mi ritrovai in Spagna,la mia nuova cittá. A scuola avevo imparato a studiare lo spagnolo,per fortuna e così mi abituai in poco tempo. Abituarsi era difficile,specialmente lontano dal mio mondo,se così vogliamo definirlo. Con il passare del tempo decisi di mettere definitivamente una pietra sopra al mio passato,e diventare un'altra persona in cerca di un futuro. Così feci,ma quest'idea non mi fu tanto d'aiuto. Mi torturava l'idea di stare lontano da ciò che amavo,mi sentivo un mostro per quello che stavo facendo,un'egoista che pensava solo a sè... E in realtá lo ero davvero. Forse neanche più Cristian mi amava,perchè probabilmente non mi avrebbe lasciata partire se teneva davvero a me. Ma poi penso che forse l'ha fatto perchè voleva che io prendessi la mia strada per ricominciare tutto da capo. 《Alice,adesso è l'ora di cancellare tutto dalla tua testa,ricominciare è ciò che devi fare. Se non lo faccio per me,almeno per i miei genitori》Mi dissi fra me e me.
Così incominciai a esplorare la città,vedendo volti nuovi. Mi impressionava vedere tutti con un sorriso stampato sul viso...Era possibile che nessuno di loro era triste,arrabbiato,o non fosse di buon umore? Beh mi sarebbe piaciuto vivere in quel modo,senza nulla a cui pensare e come se fossi libera da ogni pensiero. Ma nella mia immaginazione,era come se a legarmi era una catena,stretta e rigida,dalla quale non mi sarei potuta mai slegare. Ma pensai...forse vivendo qui la catena si potrebbe sciogliere e sarei finalmente libera; ma forse vivendo qui sarebbe tutto più difficile da sopportare...In qualche modo l'idea dei miei genitori si fece sempre più sfocata. Avevo solo tanti punti interrogativi a cui non sapevo darmi la risposta. Erano delle domande a cui io stessa non sarei riuscita a rispondere,ma qualcun altro sì. Chi poteva essere meglio di...
Cristian o mio fratello?Ma ormai,ero scappata anche da loro, allontanandomene. Erano le mie uniche ragioni di vita,tutt'ora senza i miei genitori. Giá lo erano,perchè ormai difficilmente sarei tornata da loro...Vedendo i loro volti e soprattutto quello di mio fratello,mi venivano in mente i miei genitori e a loro volta altri pensieri brutti su di loro. Ormai peró,ero maggiorenne, avevo compiuto 18 anni poco prima di partire ed ero indipendente... L'unico dubbio che avevo,era che forse non lo ero abbastanza e non ero neanche tanto matura,perchè mio fratello era con il mio ragazzo,solo,senza sua sorella. Eh che sorella che aveva! Tanto egoista da abbandonarlo... Così mi decisi. Presi quella maledetta valigia. Presi un biglietto per l'aereo con l'intenzione di portare con me mio fratello, perchè era davvero il mio tutto in una cittá fatta di niente.

La mia vita in fiammeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora