Capitolo 10

226 13 0
                                    

«Ehy, Matt!»
Quest'ultimo girò su sè stesso, riuscendo per miracolo ad evitare che un ragazzo, dietro di lui, gli venisse addosso e cercò la persona che lo aveva appena chiamato.
Non ci volle molto prima di individuare la figura di Simon, che avanzava verso di lui con passo veloce.
Matt si prese qualche secondo per poterlo osservare con attenzione: le spalle non troppo larghe, fisico alto e con qualche accenno di muscolo, i capelli color ambra, gli occhi sul grigio e per finire il paio di occhiali che gli corniciavano dolcemente il viso lo rendevano sicuramente un bell'uomo... niente a che vedere con Travis, però.
Matt si stupì perfino lui, per quel pensiero balenatogli in testa, ma si giustificò pensando che fossero stati dettati dal magnifico amplesso, concluso solo da poche ore.
Nel frattempo gli si parò davanti Simon, il quale si sistemò al meglio la borsa a tracolla che portava e gli sorrise.
«Ciao.»
«Ciao.» rispose il biondo, sorridendogli a sua volta.
«Come stai?»
«Non c'è male. Tu?»
«Idem.»
«Ehm... c'era qualcosa che volevi dirmi?»
«Eh? Ma no. Ti ho visto e volevo salutarti.»
«Ah, che carino.» sorrise Matt, per poi guardandosi intorno: il corridoio, che fino a pochi secondi fa era gremito di studenti, ora era semi vuoto: «Mi spiace, ma non posso trattenermi a lungo: ho lezione.» gli spiegò tornandolo a guardare negli occhi.
«Oh, si... certo.» balbettò, grattandosi la nuca.
Matt fece un grosso sforzo per non ridacchiare, poichè pensò a quanto fossero differenti lui e Travis. Quest'ultimo raramente si trovava a disagio e mai balbettava. Travis era sempre sicuro di sè, sapeva dire la cosa giusta al momento giusto e tutti lo ammiravano... beh, come poterli biasimare?
I pensieri del biondo vennere interrotti dalla voce di Simon, che parlò di nuovo.
«Che lezione hai?»
«Letteratura inglese.»
«Uh, fantastico! Anche io devo andare lì.»
Matt lo guardò come se gli fosse spuntata una seconda testa: lui non era iscritto a quel corso!
Simon, evidentemente vedendo la faccia perplessa dell'amico, si apprestò a dargli una spiegazione:
«Beh, vedi... ho intenzione di iscrivermi a questo corso il prossimo semestre però non sapevo se potesse piacermi o meno, così ho parlato con il professore e mi ha autorizzato a partecipare alla lezione di oggi.»
L'altro, capendo finalmente la situazione, esclamò:
«Fantastico!» fece qualche passo indietro e sorrise: «Vogliamo andare?»
L'altro annuì e si avviarono verso il lungo corridoio.
Quando entrambi arrivarono nell'aula, tra battute e risate, il professor Malcolm gli lanciò uno sguardo assassino, ma almeno ebbe il buonsenso di non rimproverarli per non perdere un potenziale studente.
I due presero posto nelle scalinate più alte e Matt trasse, dalla sua tracolla, quaderno, penna e registratore.
«Stavo dicendo, prima che venissi interrotto, che non è esatto affermare che la parola principale della tragedia shakespeariana "Amleto" sia "vendetta", poichè... »
«Ma è sempre così simpatico?»
bisbigliò, vicino all'orecchio di Matt, Simon, riferendosi chiaramente al professore.
«Oh, credimi: questo non è niente.» ribattè a sua volta il biondo, a voce bassissima.
«Cavoli, allora ci sarà proprio da divertirsi.»
Matt ridacchiò piano e, forse sentendosi osservato, volse lo sguardo verso destra, su tre quattro scalinate più in basso.
Subito, i suoi occhi vennero risucchiati in un mare che, in quel momento, sembravano in tempesta.
Matt sostenne lo sguardo di Travis, poi quest'ultimo voltò la testa in direzione del professore e si rigirò la matita tra le labbra.
Il biondo rimase qualche altro secondo a fissarlo, ma successivamente la sua attenzione venne richiamata dalla voce di Simon che gli si insinuò di nuovo nell'orecchio sinistro.
«Sai, ho appena finito di leggere "Il nome della rosa". Tu l'hai mai letto?»
Matt tornò a guardarlo e scuotè la testa.
Così, lui si perse in un racconto molto breve della trama, con tanto di commento, mentre il biondo, di tanto in tanto, annuiva anche se non stava sentendo una sola parola di quello che stava dicendo il suo amico e si sentì un pò in colpa.
Ma, ormai, nella sua testa si erano insinuate le immagini di un paio di occhi blu che lo scrutavano con occhi indagatori e che faticò molto per cacciarle via.

Al termine della lezione, Matt salutò Simon con un veloce bacio sulla guancia e declinò la sua offerta di accompagnarlo alla prossima lezione: in quel momento doveva proprio stare da solo.
Si incamminò verso il corridoio, che aveva percorso prima, e la sua mente inevitabilmente iniziò a porsi mille domande: perché Travis lo aveva guardato in quel modo? Perché non gli aveva rivolto nemmeno mezzo sguardo durante il resto della lezione? Perchè si sentiva come... se avesse tradito qualcuno?
Matt scuotè la testa, cercando di mettere da parte quelle domande infondate; non doveva sentirsi così, poichè, per prima cosa, lui e Travis non erano una coppia e, per seconda cosa, lui e Simon avevano semplicemente parlato, cosa che capitava molto spesso.
Certo, si erano pure seduti vicini in aula ma Matt aveva tutto il diritto di sedersi con chi volesse, senza dipendere da niente e nessuno.
I suoi pensieri vennero interrotti dal mono squillo che emise il suo cellulare: segno che gli era appena arrivato un messaggio.
Lo prese e lo lesse:

The Shared RoomDove le storie prendono vita. Scoprilo ora