Capitolo 14

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Matt ripose il portafoglio nella fedele tracolla e si diresse verso l'esterno della caffetteria: oggi, per la prima volta dopo tanto tempo, aveva fatto colazione senza Dake, con il quale c'era, naturalmente, ancora un pò di tensione. Ieri sera, quando lui e Travis erano rientrati a casa, non c'erano nè lui nè Logan e così Travis aveva deciso di mandare un messaggio all'amico chiedendogli dove si trovassero e se li dovessero aspettare per cena. La risposta di Logan non tardò ad arrivare, comunicandogli che cenavano fuori e che probabilmente sarebbero tornati tardi. Ovviamente, Tavis aveva avvertito che tra i due amici ci fosse qualcosa che non andava, dal momento che Matt si era rifiutato categoricamente di mandare un messaggio lui a Dake, e quindi non potè sfuggire al suo interrogatorio, avvenuto mentre mangiavano. Travis, con sua grande sorpresa, si era dimostrato molto comprensivo e gli aveva assicurato che tutto si sarebbe risolto presto e raccontandogli anche degli aneddoti accaduti tra lui e Logan, per distrarlo. E per questo gliene fu grato.
Matt avrebbe voluto aspettare sveglio il ritorno dei due ma, dopo essersi dedicato a Travis, aveva finito con l'appisolarsi.
Neanche la mattina seguente era riuscito ad incrociarlo, poichè si era dovuto alzare presto per andare a lezione e, di conseguenza, si era promesso che costi quel che costi la sera gli avrebbe parlato.
In quel preciso istante il cellulare di Matt prese a squillare nella tasca del suo cappotto, il ragazzo estrasse l'apparecchio ed un barlume di speranza si accese dentro di lui: poteva essere Dake. Sul display lampeggiava, invece, il nome di Travis. Rilasciò un lieve sospiro, mentre rispondeva.
«Ehy, piccoletto. Dove te ne vai in giro di prima mattina?» gli chiese Travis dall'altra parte del telefono, con voce leggermente impastata dal sonno: molto probabilmente doveva essersi alzato da poco.
«Ho lezione. Sai, non tutti sono dei giocatori di football ed hanno un numero inferiore di lezione da seguire.» rispose l'altro, riprendendo la sua camminata.
«Oh, davvero? Ma che ingiustizia! Dovete assolutamente protestare
«Sicuramente! La aggiungerò alla lista delle cose da fare entro i prossimi dieci anni.»
«Dieci anni? Accipicchia! Hai in programma di rimanere qui per così tanto tempo?»
Matt ridacchiò. «Sì, sai mi sono affezionato particolarmente a questo college.»
«Al college oppure a qualcuno che frequenta il college?» ribattè Travis con tono canzonatorio.
Il biondo decise di stare al gioco. «Oh ma come hai fatto a capirlo?! Ed io che credevo di aver nascosto bene i sentimenti che provo per Logan...» il suo tono era fintamente allarmato, anche se a stento riusciva a trattenere una risata.
«Logan?!?!» esclamò l'altro,allarmato invece sul serio.
A quel punto Matt non riuscì a trattenersi e scoppiò in una fragorosa risata.
«Non è affatto divertente: avevo pensato sul serio che ti piacesse Logan.» borbottò offeso, ma in fondo capì che se la era proprio cercata!
Nel frattempo, Matt aveva finito di ridere, ma aveva ancora un lieve sorriso a curvargli le labbra.
«Quanto avrei voluto essere lì ed aver visto la faccia che hai fatto.»
«Oh, ma di certo sarai qui ed assisterai proprio in prima persona alla faccia che farò quando ti assesterò un paio di sculacciate per punizione.»
L'altro avvertì un brivido di eccitazione cospargersi per tutta la lunghezza della spina dorsale. Amava quando Travis entrava in modalità "dominazione", lo trovava estremamente eccitante.
Decise di riportare la conversazione su un tono neutro, o si sarebbe eccitato sul serio.
«Bando alle ciance: perché mi hai chiamato?»
«Per farti una proposta allettante.»
Il biondo alzò gli occhi al cielo: non si fidava molto delle proposte allettanti di Travis, ma esclamò comunque: «Spara.»
«Perché non salti le lezioni di oggi, in modo tale da potercene andare noi due, soli soletti, da qualche altra parte?»
«Travis... ho sudato tanto per entrare in questa università. Non voglio vanificare i miei sforzi.»
«Non ho mica detto di ritirarci. Solo saltare un paio di lezioni»
Matt sospirò e si mordicchiò pensieroso il labbro inferiore, pensando se accettare o no. Mentalmente passò in rassegna velocemente quali lezione avrebbe avuto: economia aziendale, biologia e letteratura inglese. Bene, avrebbe saltato la lezione di quel mostro del professor Malcolm e tanto bastò a convincerlo. Così, annuì concordo. «D'accordo. Dove ci vediamo?»
«Tra mezz'ora al cancello est.»
Esattamente trenta minuti dopo Matt sentì il rombo di una macchina, che ormai avrebbe riconosciuto tra mille altri suoni, e vide giungere Travis alla guida della sua Clio rosso fuoco.
Un sorriso timido si formò sulle sue labbra, mentre si apprestava ad aggirare la macchina e sedersi sul sedile accanto a quello del guidatore.
«Puntuale come la morte.» scherzò non appena richiuse la portiera.
«Ma io sono più piacevole della morte.» sorrise Travis, mentre dava una sistemata allo specchietto retrovisore.
«Anche il professor Malcolm sarebbe più piacevole della morte... forse.» sussurrò per poi volgere lo sguardo fuori dal finestrino. Ma dopo qualche secondo tornò a guardare l'altro e disse: «A proposito: grazie alla tua proposta allettante salto una sua lezione.»
«Mmh, allora merito proprio un regalo.»
Matt si accigliò. «Un regalo?» chiese.
Travis, per tutta risposta, chiuse gli occhi ed arricciò le belle labbra, in un chiaro invito a dargli un bacio.
Il compagno ridacchiò ed esclamò: «Ooh, quel tipo di regalo.»
E fu ben felice di accontentarlo, posando dolcemente la propria bocca su quella dell'altro.
Rimasero attaccati per una decina di secondi, godendosi entrambi quel casto e tenero bacio e senza che nessuno dei due tentasse di approfondirlo.
Dopodiché, Matt prese tra i denti il labbro inferiore di Travis e si staccò riluttante, mentre l'altro apriva i suoi bellissimi occhi fecendolo sprofondare negli abbassi più profondi dell'oceano.
Si sorrisero complici, poi Travis volse lo sguardo verso la strada, inserì la marcia e s'immise nella corsia.
«Potrei sapere dove stiamo andando? O dovrei considerarlo un sequestro di persona?» chiese Matt guardando fuori dal finestrino la bella Seattle che correva accanto a loro.
Travis gli lanciò un'occhiata e sorrise divertito.
«Un sequestro di persona volontario.» lo coresse.
Matt si girò a guardarlo. «Tecnicamente io ho acconsentito a venire con te. Non dove.»
«Quanto sei pignolo, Matt. Fidati di me: non ti sto portando nelle fauci dell'inferno.» sbuffò l'altro.
Il biondo alzò gli occhi al cielo e rivolse di nuovo il suo sguardo verso il finestrino, sussurrando con tono bassissimo una frase che Travis era certo di aver capito male: sarebbe impossibile che proprio Matt pronunciassr quelle parole.
"Anche le fauci dell'inferno, se ci fossi tu con me, potrebbero sembrare le porte del Paradiso."

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