Capitolo 4

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Presi il mio cellulare, lo sbloccai e aprii Whatsapp,cercai Stefano tra i contatti e scrissi "Ciao Ste, oggi avrei voluto parlarti di persona ma non sono riuscito a trovarti e, sapendo che eri "impegnato" non sono venuto a cercarti. Comunque volevo invitarti ad uscire questa sera, saremo io,tu,Salvatore,e Giuseppe...che ne dici?" Inviai le poche righe e tirai un gran sospiro. La sua risposta non tardò ad arrivare "Ciao Sascha, stasera sono impegnato con la mia fidanzata,ci vediamo domani a scuola" rispose con tono freddo,distaccato e a parer mio anche  infastidito,lo capii appena riprodussi il messagio vocale. Riferii la risposta di Stefano a Salvatore e Giuseppe che non sembravano affatto meravigliati,ma,vedendo la mia espressione apparentemente delusa mi rassicurarono confermando il loro affetto nei miei confronti e parlando anche di tutte le volte che il loro amico li aveva lasciati soli in precedenza. Certo,a quelle parole un po' mi rilassai, ma ero comunque convito che io non fossi come loro,loro non avevano lo stesso rapporto che avevamo io e Stefano.La serata comunque trascorse bene,se si  esclude che andare in un sushi bar mi avesse fatto pensare tutto il tempo a Stefano,ai suoi grandi occhi nocciola con leggeri tocchi di verde incorniciati dalle lunghe ciglia,le sue guance rosee,le sue labbra sottili,candide,rosse,perfette insomma. Ma poi un pensiero più grande degli altri invase la mia mente,riportandomi alla realtà "Quelle labbra toccavano tutti i giorni quelle della Marina".Anche se,fortunatamente a distrarmi dalle mie riflessioni forse inadatte in quel momento c'era Giuseppe che amichevolmente mi agitava una mano davanti al viso ridendo assieme a Salvatore,facendo poi scoppiare tutti e tre finché il maggiore,in veste di persona più responsabile del gruppo si alzò proponendo un rientro a casa abbastanza veloce dovendo svegliarci in mattinata per andare a scuola. Domani 5 ore con il caro "occhi verdi"fu l'ultima cosa a cui infatti pensai prima di sprofondare nuovamente nella fitta rete di sogni e sofferenze di cui è composta la mia mente.Prendemmo posto nella macchina di Giuseppe e feci riprodurre la mia playlist dopo aver ottenuto il suo consenso.La musica è tutta la mia vita,mia mamma insegnava canto e io ero un suo alunno,cantare mi rilassava,mi consolava,mi rallegrava,era forse l'unica cosa capace di farmi provare dei sentimenti sinceri.Ma,mentre mi cullavo nelle note... sentii un grande impatto,delle voci confuse,pianti,persone che mi parlavano,ed io ero sempre più stanco,più affaticato,respiravo con difficoltà e le palpebre mi stavano calando,avevo sonno,tanto sonno...
P.o.v.Giuseppe
Eravamo seduti nella mia macchina,Sascha aveva messo riproduzione casuale la musica dal suo telefono,ci stavamo avvicinando a casa di Salvatore,quando un ubriaco ci si schiantò addosso,la macchina colpì la parte a destra,dove era seduto Sascha,proprio di fianco a me,Salvatore,essendo dietro di me non riportò alcun danno fisico. Inizialmente,spaventati iniziammo a gridare a squarciagola,poco dopo quando vedemmo Sascha gravemente ferito decisi di chiamare i soccorsi,Salvatore di cercare l'uomo che mi aveva distrutto la macchina e quasi strappato la vita di un'amico. Dopo circa 10 minuti Sascha si accasciò a terra perdendo
i sensi,ma,fortunatamente in quel preciso istante sentimmo delle sirene e vedemmo delle luci rosse e blu avvicinarsi a noi,allontanando la folla che ci si era creata attorno. Scesero dall' ambulanza degli uomini vestiti di bianco che presero Sascha per distenderlo su una barella e poi nell'ambulanza diretta verso l' ospedale. E dato che,purtroppo la mia macchina era inutilizzabile e Salvatore non aveva ancora la patente chiedemmo di poterli seguire e loro acconsentirono. Il tragitto fu breve ma abbastanza struggente,15 minuti in quell'ambulanza,i 15 minuti più brutti della mia vita,15 minuti trascorsi tra urla strozzate,tensioni,nausea,sudori freddi,occhi lucidi che minacciavano di scoppiare in un pianto disperato all'improvviso,ma,soprattutto...sensi di colpa,insomma io ero lì,a pochi centimetri dal mio amico,avrei potuto aiutarlo,avrei potuto salvarlo,ma non ci provai nemmeno,rimasi immobile...pietrificato dalla paura dinanzi a quell'orribile spettacolo. Cercai di allontanarmi sterzando,e i medici mi lodarono dicendo che se non l'avessi fatto anche io e Salvatore avremmo rischiato parecchio,ma mi sentivo male ugualmente,Sascha era lì,privo di sensi e io mi sentivo impotente.
P.o.v. Salvatore
Vedevo negli occhi di Giuseppe il vuoto,l'ansia,e un senso di colpevolezza che però non gli sarebbe dovuto appartenere.Decisi di consolarlo,lui lo aveva sempre fatto con me e Stefano,mi sembrava la cosa giusta da fare,così gli misi una mano sulla spalla,mi avvicinai al suo orecchio e sussurrai "Giuse,non ti preoccupare,è forte,ce la farà,tu hai fatto il possibile e poi,ci sono io qui con te" vidi nel suo sguardo una piccola scintilla,ci guardammo negli occhi per un periodo che sembrò eterno...finché non venne un medico che ci diede il permesso di contattare parenti e amici. Io chiamai Stefano, Giuseppe i suoi genitori.
Chiamata in corso:Stefano
Stefano.!
Salvatore,che cazzo è successo alle 3 del mattino?
Corri in ospedale.! Sascha è stato investito.!
Guarda Salvatore,io sono a casa di Marina,mi dispiace lasciarla sola...
A quel punto non ce la feci più
Ma sei serio.?il tuo migliore amico è tra la vita e la morte e tu pensi a stare con una ragazza con la quale stai 23 ore e mezzo su 24!?!
Lui si sentì mortificato,lo capii subito ma non gli dissi niente,infondo non era certamente un comportamento maturo.
Ciao a tutti!come va?scusate se ho impiegato una vita ad aggiornare ma questo capitolo mi si era cancellato e lo ho dovuto riscrivere...come al solito se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina e un commentino e noi ci rivediamo al prossimo capitolo!

Saschefano-e poi sei arrivato tu-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora