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Non ne potevo più di sentire quell'odore di marcio e di carne bruciata che appestava l'aria di continuo, mi era entrato nelle viscere, nelle ossa e nella pelle, sembrava che non riuscissi più a scrollarmelo di dosso .
-Mi viene da vomitare.- pronunciai con disgusto, nonostante fossero mesi che bruciavo i cadaveri che si accumulavano davanti al cancello quell'odore mi dava la nausea ogni volta.
Attesi che le fiamme si fossero abbassate per allontanarmi e ritornare verso la struttura, il sole stava sorgendo.
-Buongiorno Lia. - mi girai bruscamente .
-Jack.
Come ogni mattina gli offrii una sigaretta.
-Di agli altri di smontare e fatevi dare il cambio.- annui.
-Vieni a fare colazione con noi?- "Non rompere le palle Jack"pensai acidamente .
-No. - me ne andai senza degnarlo di uno sguardo.
Avrei fatto un 'ultimo controllo generale della struttura prima di andare a riposarmi ma mia madre mi bloccò a metà strada.
-Stella lo vuoi il caffè?- una fitta nel petto mi travolse, finsi di non averla sentita.
-Stella mi senti? - "Respira" non dovevo perdere la calma.
-Mamma, quello non è il mio nome .- "Ti prego non ripeterlo." Supplicai mentalmente.
-Ah scusa io..pensavo ad altro.- senza dire più alcuna parola andò via e le fui grata per questo.
Completato il giro della struttura me ne andai sul tetto, non avevo voglia di mangiare con gli altri, mi sarei arrangiata per i fatti miei più tardi.
-Lia! - sentii qualcuno chiamarmi in tono agitato, corsi subito in direzione della scala che conduceva al tetto.
-Che succede Jack? Avevo detto che dovevate darvi il cambio.- dissi severa fulminandolo con lo sguardo.
-Ci sono delle persone, hanno dei bambini e stanno scappando..- disse cercando di riprendere fiato.
-Sono al cancello principale?- annui con la testa e senza perdere tempo mi diressi al cancello a passo spedito.
Davanti a me vi era un gruppo di persone abbastanza numeroso, tra cui una bambina piccolissima e bionda, il mio cuore ebbe un sussulto "Stella."
Un immagine si parò nella mia mente, avrò avuto all'incirca dodici anni, dopo due giorni d'ospedale mia mamma rientrò a casa con un fagottino biondo tra le mani, era la bambina più bella che avessi mai visto, mamma e papà decisero che avrei dovuto scegliere io il nome, optai per Stella.
Jack mi diede uno scossone, ritornai subito in me.
-Chi siete e cosa volete?- domandai senza troppi convenevoli, si avvicinò al cancello l'uomo che teneva la bambina in braccio.
-Sono Rick e questa è la mia famiglia, fateci entrare per favore, abbiamo una bambina come puoi vedere e mio fratello è ferito.-
Li guardai uno ad uno, da primo impatto sembravano dei poveracci disperati ma mio padre mi aveva sempre insegnato a non fidarmi delle apparenze.
-Se è stato morso potete anche sparargli in testa.- scrutai l'uomo ferito, non pareva avere segni di morsi ma avrei dovuto controllarlo da vicino per esserne certa
-No, gli hanno sparato e non ce la facciamo più a scappare in queste condizioni.- decisi di uscire dal cancello per controllare di persona se relamente si trattava di una ferita d'arma da fuoco.
-Vi avverto, non mettetevi in testa di puntarmi un'arma alla gola perché potreste essere morti prima ancora di avermi afferrato.- sentii qualcuno ridere debolmente.
-Chi cazzo sei?Lara Croft?- l'uomo ferito parlò sarcastico mentre si appoggiava ad un ragazzino secco e allampanato, lo ignorai completamente e mi concetrai sulla ferita appurando che non fosse un morso.
-Lasciate le armi davanti al cancello, ragazzino tu e Rambo venite con me.- presi sotto braccio il tizio avviandomi verso il cancello.
-Jack voglio tutte le armi in cassaforte, chiaro? - annui serio, mi rivolsi al leader del gruppo.
-Capirai che è una forma di precauzione.- non sembrava molto convinto di dover depositare le armi.
-Certamente.- non v'era segno di convinzione in quella parola.
-Jack portali da Kora così potranno mangiare e riposarsi.- l'uomo dalla barba folta mi strinse il bracio destro in una morsa d'acciaio.
–Dove lo porti?- lo fulminai con lo sguardo,nessuno doveva toccarmi sena il mio consenso, nessuno.
-Deve essere operato subito, il ragazzino non mi serve.- gli risposi bruscamente,notò il mio fastidio così decise saggimaente di mollare la presa,decisi che il ragazzo non mi sarebbe stato di alcun aiuto lo avrei portato da sola fino all'ambulatorio .
-Okay,Carl andiamo.Daryl,andrà bene vedrai.-gli prese il volto fra le mani guardandolo dritto negli occhi.
-Certo.- era debole e dovevamo affrettarci.
-Andiamo.- lo strattonai bruscamente dirigendomi verso la stanza adibita ad ambulatorio.
Daryl era davvero pesante,non riuscivo a sostenere interamente il suo peso ma non avrei chiesto aiuto.
-Cerca di rimanere cosciente.- lo sentivo afflosciarsi sempre di più ad ogni passo.
Arrivati nella saletta cercai di dargli una mano a sdraiarsi sul bancone da macellaio che usavamo come lettino per operare,mettere punti e quant'altro,andai verso l'armadietto e presi il barattolino contenente "l'anestetico" ,delle bende e dell'alcool puro .
–Che puzza.- feci finta di non sentirlo mentre prendevo il resto.
–Ce la fai a levarti la camicia da solo?- per tutta risposta iniziò a sbottonarsela con molta difficoltà.
–Fermo.- gliela levai facendo attenzione alla ferita e lo feci sdraiare nuovamente,intanto presi l'alcool puro e una delle bende.
–Brucerà molto.- senza perdere tempo iniziai a strofinare la ferita che sanguinava lentamente dal braccio destro.
–Puttana.- urlò contro di me con gli occhi sbarrati.
–Questo lo dici a tua madre, io sto cercando di darti una mano coglione.- come si permetteva? Avrei dovuto spezzargli l'osso del collo,se non fosse per il fatto che avevano una bambina così piccola a quest'ora marcirebbero li fuori, probabilmente divorati dai vaganti.
–Ora fai il favore di chiudere la bocca.- .
Una volta pulita la ferita, appurai che il proiettile non era all'interno del braccio, aveva strusciato provocando un taglio profondo, occorrevano dei punti e non avrei ascoltato ulteriori insulti.
–Devo metterti dei punti, se solo ti azzardi ad insultarmi di nuovo ti taglio la lingua e te la infilo di forza in gola.-
Daryl mi guardò in volto alzando un sopracciglio, dopodichè scoppio in una fragorosa risata.
-Tu cosa? Ti rendi conto che sono il doppio di te? Mi basterebbe tirarti uno schiaffo e saresti morta.- disse in tono dersorio.
-Non esserne troppo convinto.-sibilai, mi stava dando seriamente su i nervi.
-Ah no?Avanti Xena, che vorresti fare?- "Non ascoltarlo, non farti provocare, ricorda la bambina."
Lo ignorai completamente andando di nuovo verso l'armadietto, presi ago, filo e il mortaio.
-Allora non parli più?- "Ignoralo."
Iniziai a pigiare l'anestetico nel mortaio mischiandolo ad un goccio di alcol.
-Come pensavo. Puttanella spavalda.- mollai tutto sulla credenza e mi diressi verso l'uomo.
-Ti sei salvato solo per quella bambina lo sai? Per quanto mi riguarda potevi anche marcire la fuori e fare da cena ai vaganti, quindi sta zitto o alla prossima te la stacco davvero quella lingua.-
Parlai a raffica senza prendere fiato, lo presi per i capelli e avvicinandolo a me il più possibile.
-Posso metterti questi cazzo di punti adesso? – i nostri volti erano ancora vicinissimi, volevo gli fosse ben chiaro il concetto.
-Si. – continuavamo ancora a fissarci come due gatti che stanno per lottare, tenevo ancora i suoi capelli con una mano.
-Staccati.- disse lui serio, lo mollai bruscamente e tornai ad impastare l'anestetico.
L'impacco anestetizzante era pronto,lo preparai per metterlo sulla ferita.
-Che merda è?-fece una smorfia disgustata.
-Kava,salvia allucinogena,estratto di marjuana e alcol puro,fungerà da anestetico e disinfettante.-
Applicai l'impacco sulla ferita,fece una smorfia di dolore ma non emise un fiato.
-Lo terrai alcuni minuti,dopo di che pulirò il tutto e cucirò la ferita. – stette nuovamente in silenzio.
Mi sarei affrettata a finire il lavoro, quell'uomo mi dava ai nervi e non volevo stargli vicina più del necessario.

Angolo autrice:
(Primo e secondo capitolo sono stati pubblicati di seguito poiché il primo essendo soltanto un intro è molto breve)
Buona lettura!
M.

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