Lise

195 10 5
                                    

                                                                                           

Sonntag auf der Angerwiese
Hütet Gänse brav die Liese
Da kommt Jakob angerannt
Seine Sichel in der Hand
Diese schiebt er hin und wieder
Dem Lies'schen unter Rock und Mieder
Er will sie kosten will sie zwingen
Und der Bub wird dazu singen

Liebe Liese lass die Gänse
Ich will von deiner Haut probieren
Vom Blute rostig is die Sense
Bist du freundlich nicht zu mir

Der Jakob darf vom Lies'chen lecken
Und sie wird nach Birne schmecken
Sich kleine Härchen aufgestellt
Eilen sie zum Weizenfeld
In der Goldflut gut versteckt
Hat er die Liese angesteckt
Hält bis zum Anbend sie eng umschlungen
Und hat in das Kind gesungen

Liebe Liese lass die Gänse
Ich will von deiner Haut probieren
Vom Blute rostig is die Sense
Bist du freundlich nicht zu mir

Domenica sul prato
Lisa sorveglia da brava le oche
Arriva Jakob di corsa
La sua falce nella mano
Talvolta la spinge
Sotto la gonna e il corsetto della piccola Lisa
La vuole assaggiare, la vuole costringere
E il ragazzo canterà di questo

Cara Lisa lascia le oche
Voglio assaggiare la tua pelle
La falce è arrugginita dal sangue
Non sei gentile con me

Jakob può leccare la piccola Lisa
E lei saprà di pera
I sui piccoli capelli drizzati
Si affretta verso il campo di grano
Ben nascosta nella marea d'oro
Ha contaminato Lisa
La tiene abbracciata stretta fino a sera
E ha cantato nel bambino

Cara Lisa lascia le oche
Voglio assaggiare la tua pelle
La falce è arrugginita dal sangue
Non sei gentile con me


-Kain, ti prego - supplicai tra le lacrime.
-Che c'è fiorellino? - ghignò malignamente.
Le sue mani avvolgevano saldamente i miei fianchi, mi attirò ancor di più a se.
- Non vado bene per te? - parlò così vicino al mio volto tanto da farmi venire la nausea con il suo alito fetido.
- Preferiresti magari Jack al mio posto? - strinse maggiormente i miei fianchi, trattenni un grido per il dolore causato da quella morsa.
Provai in tutti modi a far scivolare via le mani dalle manette che avevo ai polsi ma l'unica cosa che ottenni  furono delle evidenti ferite su di essi, sentivo il sangue sgocciolarmi sino alle dita.
- Lia, rispondimi. - disse severo.
- N-non...i-io.- iniziai a balbettare.
- Non cosa? - sibilò al mio orecchio.
Questione di una frazione di secondo e mi ritrovai schiacciata sotto il peso di Kain.
Il mio volto premeva sul pavimento sudicio del mio stesso sangue.
- Ascoltami bene, tu sei roba mia adesso. - con una mossa repentina mi tirò per i capelli.
- Non hai alcun potere di decisione, devi stare zitta e fare tutto ciò che ti dico. - detto questo insinuò una gamba tra le mie.
- Non davanti a mio padre, almeno questo ti p...- un pugno dietro le scapole mi fece mancare il fiato.
Boccheggiavo come un pesce fuori dall'acqua.
- Lia! Lasciala, uccidimi ma lasciala. - papà urlava disperato.
- Mitch, non è te che voglio, questo lo sai bene. - riprese a tirarmi su per i capelli.
Continuavo ad avere difficoltà respiratorie ma a lui sembrò non importare poi molto.
-Mio caro tu rimarrai li, buono, a guardare mentre mi scopo tua figlia. - rideva di gusto.
Una fitta mi travolse lo stomaco, lo avrebbe fatto senza pietà.
-Fiorellino, voglio guardarti mentre godi. - mi girò violentemente sulla schiena.
Potevo vedere la perversione nei suoi occhi, la sua eccitazione cresceva ad ogni mia lacrima.
Le sue mani s'insinuarono, viscide e bramose,nei miei pantaloni che tolse via con poco sforzo.
Sentivo il panico accrescere in me sempre di più.
- No...non mi toccare! - dissi con voce strozzata.
Ogni tentativo di ribellione risultò nullo, era troppo forte non riuscivo a contrastarlo.
Strappò con noncuranza ogni indumento che avevo addosso, rimasi completamente nuda.
Tentai di nascondermi, di coprirmi in qualche modo, ma con le mani legate e le gambe trattenute da quelle braccia,troppo forti per poterle combattere, ogni tentativo fu vano.
- Che bel corpicino. - soffiò sulla mia pelle.
- NO! Non mi toccare! - urlai tra le lacrime.
Lo sentii ridere forte,una risata che mi paralizzò per via della sua malvagità.
Non mi rimase altro che urlare.
- Papà aiutami! Papà! -  lo chiamai con disperazione.
- Ora mi stai facendo spazientire Lia, ti avverto. - disse lui minaccioso.
- Lasciala...- venne subito bloccato.
- Devi stare zitto! Dovete stare zitti tutti e due! - urlò Kain in preda alla collera.
Uno schiaffo in pieno volto mi colse alla sprovvista.
-Vedi cosa mi hai fatto fare, Mitch?! - urlò contro mio padre.
Le lacrime si mischiarono al sangue che usciva incessante dal mio labbro inferiore.
Si portò di nuovo su di me, stavolta con rabbia.
- Non farlo, sono vergine, ti prego! - non riuscivo a controllare gli spasmi.
- Ti ho detto zitta! - un'altro ceffone, altro dolore, altro sangue.

People help the peopleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora