Quando la ragazza crollò in un sonno profondo decisi nuovamente di uscire per raccogliere qualche larva in più.
Avrei dovuto nutrirmi anche io in qualche modo.
Qualche ora dopo rientrai in quella baracca e lei dormiva ancora sodo.
Sul volto aveva uno sguardo teso, sperai che non si svegliasse in preda al panico come la notte precedente.
Guardai la sua gamba fasciata,quella situazione era alquanto familiare.
Beth.
La volta in cui, per la troppa fretta di sparare con la balestra, era finita con il piede in una trappola.
Non si era preoccupata di guardare il terreno per assicurarsi che non ci fossero intralci, aveva agito senza pensare.
Era stata decisamente troppo avventata, come Lia.
Come ha solo potuto pensare di poterli affrontare tutti da sola?
Forse sapeva di non farcela, forse voleva solo morire nel tentativo.
Che avesse istinti suicidi? Probabile.
Scossi la testa ripensando all'accaduto.
Quello non era del tutto un tentativo di farla finita, non all'inizio almeno.
Voleva dimostrare qualcosa, ma non a me, a se stessa.
I miei pensieri furono interrotti da alcuni spari in lontananza che tendevano ad avvicinarsi sempre di più.
Mi affacciai alla finestra e notai che sotto di noi i vaganti si stavano spostando al centro della bosco, attirati probabilmente dal rumore.
Sarebbe stata un ottima occasione per andarsene.
Le andai nel tentativo di svegliarla.
- Svegliati. - iniziai a scuoterla.
- Ragazzina. - chiamai ancora una volto continuando a percuoterla.
Si voltò verso di me stropicciandosi gli occhi.
- Avanti alzati, ce ne andiamo da questa merda. - dissi tentando di sollevarla, quando qualcuno iniziò ad invocare il suo nome da sotto la quercia.
- Lia! Lia, sono Jack!- appena senti quel nome mi scacciò in malo modo arrancando verso la finestra.
- Lo sapevo che saresti venuto. - vidi l'accenno di un debole sorriso comparire sul suo volto.
Improvvisamente provai un forte fastidio causato dal gesto della ragazza.
- Daryl! - chiamò qualcun altro.
Mi portai vicino a lei e notai Rick e Michonne sotto di noi.
- Stai bene? - chiese lo sceriffo in tono preoccupato.
- Io si, questa qui non tanto. - dissi indicandola.
Il biondo puntò i suoi occhi nei miei minaccioso, mi venne quasi da ridere ma cercai di trattenermi.
Sembrava Ken versione Marina militare.
Biondo, occhi azzurri, una montagna di muscoli, messi in bella mostra ovviamente, e lo sguardo da finto duro che non avrebbe messo paura neanche alla mia merda.
Il classico belloccio che tutte le ragazzine si vorrebbero scopare.
- Un errore di calcolo e mi sono ritrovata con il machete nel polpaccio. - spiegò con voce flebile.
- Non muoverti, vengo a tirarti giù.- stavolta non riuscii a trattenermi.
Nel sentirlo parlare trovai che fosse ridicolo, talmente pomposo ed impostato da farmi venire il vomito, una risata sfuggi al mio controllo.
- Che c'è?- chiese lei inarcando un sopracciglio.
Negai con la testa, non volevo di certo "problemi" con Mr. Palonelculo.
Nel giro di pochi secondi me lo ritrovai di fronte.
Sorpassandomi si diresse spedito da Lia, la sollevò in braccio ed iniziò ad accarezzarle il viso.
- Come ti senti? Ti fa male? - non rispose, notai che si sentiva in imbarazzo.
Spostava lo sguardo in tutte le direzioni possibili, stando molto attenta a non farlo finire ne su di me ne su Jack.
- Dai mettimi giù, sto bene. - parlò pacata anche se nella sua voce si poteva scorgere una nota di fastidio.
- Grazie a Daryl. - ammise in fine guardando a terra.
Quel ringraziamento mi mise a disagio e mi sorprese.
La montagna di muscoli, che mi aveva dato le spalle per tutto il tempo, si girò di scatto.
Notai anche che mi superava notevolmente in altezza ma non mi spaventavo per così poco.
- Grazie. - parlò a denti stretti, feci spallucce e mugugnai in risposta.
- Ora è meglio andarsene. - disse Lia.
Mi apprestai a scendere seguito da Ken Marine, che ancora teneva in braccio la ragazza.* * *
Passò una settimana dall'accaduto con la mandria di vaganti.
Lia era costretta a letto quindi io uscivo a caccia da solo,ebbi la possibilità di esplorare solo una parte di quell'immenso bosco.
Il gruppo intanto si stava pian piano integrando in quella specie di rifugio, come al solito ero l'unico ad avere dei problemi.
Non piacevo alla maggior parte della gente, specialmente alla madre e all'amico della ragazzina, per quanto mi riguardava potevano andare tutti a farsi fottere.
Negli ultimi giorni avevamo smesso di litigare per ogni minima cosa,riuscivamo ad avere "conversazioni" più o meno civili nei momenti in cui eravamo costretti a condividere lo stesso spazio e questo li fece diventare ancor più diffidenti nei miei riguardi.
Inizialmente non riuscii a capire il perché del suo cambiamento,poi mi ricordai di quella sera.
L'avevo sentita urlare a squarciagola e poi scoppiare in un pianto improvviso, succedeva praticamente ogni notte ma non in quel modo, preoccupato mi ero avvicinato alla sua stanza.
Senza preavviso la porta si aprii di scatto e me la ritrovai davanti.
Faccia rossa, occhi gonfi, non riusciva a tenersi in piedi talmente era scossa da tremiti.
Avrei voluto fare qualcosa per lei, avrei dovuto fare qualcosa per lei.
Glielo avevo promesso.
"Tutto okay?" chiesi studiando ogni suo movimento o reazione, si limitò semplicemente a rispondermi con un cenno della testa, mi sentivo inutile,totalmente.
Quando vidi che stava per andarsene decisi di provare a dirle qualcosa, non so in che modo avrei fatto, fare discorsi non era il mio forte ma dovevo farlo,per lei.
"All'inizio è un'inferno e probabilmente lo sarà anche dopo, non sto qui a propinarti cazzate del tipo, vedrai che andrà tutto bene, il tempo guarisce le ferite e stronzate simili ma sappi che tu hai qualcosa in più degli altri."
parlai piano e bassa voce, mi sentivo a disagio a dire certe cose.
Rimase li a guardarmi spaesata,stupita, facendomi coraggio decisi di proseguire.
"Hai le palle, insomma sai che intendo. Non mollare neanche per un secondo, un giorno tutto questo dolore ti sarà utile." sconvolto dalle mie stesse parole, con il cuore che aveva iniziato a pompare forte, mi girai e andai a buttarmi sul mio giaciglio.
Era rimasta a fissarmi per un po' poi senza dire una parola era uscita dalla stanza.
Il giorno dopo mi aveva salutato e la sera durante il nostro turno di guardia mi fece qualche domanda sulla balestra, da allora,ogni tanto, ci scambiavamo qualche parola.
Non che parlassimo di chissà cosa,data la scarsa loquacità di entrambi,ci limitavamo a parlare di armi e di caccia, ma tutti avevano notato questo cambiamento
Jack seguiva ogni mio movimento e aveva insistito più volte affinché prendessi il suo alloggio in modo tale da stare più comodo, a detta sua, ma sapevo che il reale motivo era che non poteva vedermi accanto a lei.
Rifiutai ogni volta con una scusa diversa, mi divertiva farlo incazzare.
La madre, Kora, tentava di mettermi alle calcagna ogni donna dell'accampamento ed io mi ero quasi rotto le palle, non avevo di certo tempo per certe stronzate.
Quel pomeriggio rientrando dalla caccia, una ragazza dai capelli lunghissimi e biondissimi venne da me dicendomi che dovevamo assolutamente parlare, alzai gli occhi al cielo e imprecai più volte mentalmente.
- Ascoltami bene, lei è mia! - disse puntandomi un dito in faccia e diventando rossa in viso per la rabbia.
Non capii di cosa stesse parlando.
- Chi? - incrociai le braccia all'altezza del petto e sospirai.
- Lia! - continuavo a non capire perché mi stesse dicendo quelle cose.
Ma che cazzo avevano tutti?
- Mi hai sentito bene! Sono la prima che si è scopata qui dentro e quindi prima o poi staremo insieme, per ciò stanne alla larga!- quello che aveva appena detto non aveva assolutamente senso.
La catalogai come psicopatica, poi una domanda sorse spontanea.
La ragazzina era...lesbica?
Una strana sensazione mi pervase alla bocca dello stomaco.
Non che m'importasse insomma ognuno poteva scopare con chi cazzo voleva,io stesso non mi ero mai fatto problemi a scoparmi anche gli uomini,ma allora perché provavo un senso di fastidio?
Lasciai quella pazza a sbraitare cose alla rinfusa alle mie spalle mentre in tutta fretta mi avviai all'interno della struttura con le prede appena catturate in spalla.
Una volta all'interno notai Lia fare avanti e indietro per tutto lo stanzone, zoppicava lievemente segno che era guarita quasi del tutto.
I capelli erano completamente rasati a zero, anche la testa presentava alcune cicatrici, indossava pantaloni larghi e neri ed una t-shirt grigia molto aderente che le metteva in risalto i muscoli.
Mi persi a guardarla un'attimo di troppo e mi sentii un completo idiota.
Avrei voluto prendermi a pugni.
- Che brutta faccia. - disse riscuotendomi dai miei pensieri.
- Di alla tua ragazza di non rompermi le palle. - parlai infastidito.
- La mia... cosa?. - chiese sorpresa.
Stette in silenzio per qualche secondo a fissare il vuoto poi batté il pugno sul bancone a cui si era appoggiata.
- Bassa, bionda, sguardo da psicopatica?- chiuse gli occhi e si portò una mano a al volto.
- Mh. - mugugnai in risposta.
- Che cazzo ti ha detto? - dal suo tono di voce capii che stava per infuriarsi.
- Mi ha detto che devo starti lontano perchè è stata la prima che ti sei scopata e quindi prima o poi starete insieme. - sgranò gli occhi e la vidi arrossire di colpo.
Si stava... vergognando?
- Stavolta la uccido. - parlò a denti stretti, strinse forte le nocche fino a farle diventare bianche.
Non mi diede il tempo di parlare o fare qualcosa che la vidi scattare all'esterno a tutta velocità, per quanto la gamba glielo permettesse.
"Perchè non ti fai i cazzi tuoi Daryl?" mi rimproverai mentalmente.
Esatto, perchè non mi ero tenuto tutto per me?
Avrei dovuto fregarmene come al solito ma perchè stavolta non c'ero riuscito?
Sentii delle urla provenire dall'esterno, corsi in quella direzione.
La ragazza che poco prima mi aveva "minacciato" piangeva ed urlava istericamente.
- Abbassa quella cazzo di voce. - parlò Lia a denti stretti.
L'altra sembrò non ascoltarla.
- Mi hai illuso! Io ti amo!- urlava sempre più forte, probabilmente per farsi sentire da tutti.
- Perchè fai così con me!? Perchè!? - più quella bambinetta isterica aumentava il tono della voce più l'altra perdeva le staffe.
Con due grandi falcate Lia la raggiunse e le piantò due schiaffoni sul voltò sotto lo sguardo sbigottito di tutti.
Non si scompose minimamente dopo quel gesto, anzi con tutta calma ritorno sui suoi passi rientrando all'interno.
Poco dopo riusci fuori con un fucile sulle spalle e il machete attaccato al cinturone.
Cos'aveva intenzione di fare quell'idiota?
Non era ancora in grado di uscire fuori da sola.
Tutti avevano ripreso a fare le loro cose mentre la ragazzina rompi coglioni era scappata via piangendo.
Jack era impalato davanti al cancello, ovviamente la bloccò subito.
- Non vai da nessuna parte!- disse categorico lui.
- Levati dalle palle. - lo fulminò con lo sguardo.
- Vengo con te. - chi aveva parlato? La ragazza si voltò verso di me.
"Cosa cazzo ho detto?" non potevo crederci, non ero stato io a dire quelle parole.
"Merda.Merda.Merda!" pensai furioso con me stesso.
- Okay. - asserì lei un po' dubbiosa.
- Ho detto di no! Mi senti quando parlo?!- prima che scoppiasse la terza guerra mondiale mi piazzai tra di loro.
- Vado con lei, non c'è motivo di preoccuparsi.- dissi in tono piatto.
A mal'in cuore aprii il cancello e in tutta fretta ci precipitammo fuori.
Lia si muoveva a fatica nella foresta, io ero sempre ad un passo dietro di lei, senza dare troppo nell'occhio, in caso avesse perso l'equilibrio.
Dopo svariati minuti di camminata silenziosa si bloccò e decise di sedersi a terra, nel mezzo di una radura non troppo grande.
- Sigaretta? - disse estraendo il pacchetto.
Feci cenno con la testa per ringraziarla ed entrambi accendemmo le rispettive sigarette.
- Non verrà più a darti fastidio. - parlò disinteressata, io annuii alle sue parole.
- E con un po' di fortuna non ne darà neanche a me. - disse più a se stessa che a me, poi chiuse gli occhi e si distese sull'erba.
Non l'avevo mai vista così rilassata.
Rimasi a fissarla non so per quanto tempo.
Le sue labbra si muovevano in modo impercettibile, forse stava canticchiando qualcosa a mente, la mano era rimasta incollata al machete e l'altra ciondolava sulla sua fronte.
Ero di nuovo rimasto a fissarla come un'idiota.
Che razza di depravato stavo diventando?
Qual'era il mio problema?
Non riuscivo a tenere a bada il mio uccello ecco qual'era il problema, ero un fottuto maniaco di ragazzine.
Prima con Beth, che di certo non mi aveva fatto mancare i pensieri sconvenienti, oltre alla sua dolcezza alle volte riusciva ad essere terribilmente sensuale.
Sapevo che era sbagliato quindi il più delle volte mi allontanavo e cercavo di sfogare i miei "istinti" in altro modo, mi concentravo sul fatto che fosse la figlia di Hershel e che non andava assolutamente sfiorata.
Adesso c'è lei.
L'avevo vista nuda e per questo non c'era rimedio.
Pur sapendo quello che aveva passato a volte non riuscivo a togliermi quell'immagine dalla testa.
Il suo corpo bagnato dall'acqua, quei seni così grandi e sodi e...
"Cristo santo!" il membro iniziò a pulsare forte.
Un'erezione, stavo avendo una cazzo di erezione e lei era davanti a me, merda!
Iniziai ad essere irrequieto, Lia se ne accorse.
Pensai che se magari avessimo iniziato a parlare di qualcosa mi sarei distratto.
- Allora...ti piace scopare con le psicopatiche? - buttai li di getto.
"Se le parli di scopare ti calmerai di certo, no?" pensai sarcastico.
- Fanculo. - nel suo tono non vi era segno di rabbia anzi credetti di aver visto una mezza risata.
- Dovrei smetterla di ubriacarmi quando c'è lei in giro. - si alzò di scatto e spense la sigaretta tra l'indice e il pollice.
Ubriacarsi, ne avrebbe avuto davvero bisogno.
Era meglio non pensarci.
- Dovresti. - le feci eco, intanto la "situazione" tra le mie gambe sembrava essersi quasi placata.
Iniziò a camminare ma io mi trovavo ancora a terra, senza dire nulla mi alzai e la seguii.
Ritornammo all'accampamento in silenzio, come ne eravamo usciti.
Mi sentivo osservato da tutti, anche lei se ne era accorta ma come se nulla fosse si girò e guardandomi negli occhi mi fece un cenno di ringraziamento con la testa, ricambiai il gesto.
- A dopo. - si girò e se ne andò non aggiungendo altro.
Sentivo che qualcosa tra noi stava per cambiare.
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People help the people
FanfictionATTENZIONE Nella mia storia Merle Dixon non è morto. Perché? Semplicemente perché lo adoro. "Le persone si aiutano e se hai nostalgia di casa, dammi la tua mano e io la stringerò, le persone si aiutano e niente ti trascinerà verso il basso " Un t...